Stress, tensioni e divergenze Lopalco dà l'addio alla giunta

Stress, tensioni e divergenze Lopalco dà l'addio alla giunta
di Antonio BUCCI
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Venerdì 12 Novembre 2021, 09:28 - Ultimo aggiornamento: 09:39

«Caro Presidente, carissimo Michele». Comincia così la lettera con la quale Pierluigi Lopalco rimette nelle mani del Governatore la delega di assessore alla sanità. Il tam tam era iniziato presto, rincorrendosi nei corridoi come semplice ratifica di una decisione notificata giorni prima ma senza giungere al passo indietro definitivo. Tanto da far pensare pure ad una smentita imminente delle voci, dai piani alti di via Gentile. Magari con una dichiarazione congiunta. Non arriverà. «Ritengo esaurito il mio mandato dopo il lungo periodo di emergenza che insieme abbiamo brillantemente affrontato. La situazione attuale richiede un cambio di passo che la stanchezza fisica e mentale a cui sono stato sottoposto in questi lunghi mesi non mi consentono di affrontare».


Nulla di più affiderà alla nota diramata dalla Regione.

Nessuna polemica diretta con il capo della Giunta, nessun riferimento a malumori su nomine, gestione della macchina dell'assessorato, rapporti con le aziende sanitarie locali o le agenzie di riferimento. Neppure al Covid hospital in Fiera del Levante, solo a mettere in fila alcune delle questioni citate dai beninformati tra gli argomenti di discussione, ma che non trovano alcun riferimento nelle parole che sanciscono l'abbandono dei banchi del governo.

L'acquisto del farmaco come detonatore


A fare da detonatore, a quanto racconta a Repubblica l'interessato, l'acquisto di un farmaco per un bambino affetto da Sma, particolarmente oneroso dal punto di vista finanziario e senza garanzie specifiche di efficacia, vista la condizione del piccolo in questione, e con un rapporto rischibenefici sfavorevole certificato: «Quando mi è stato chiesto di comprare il farmaco, ho detto chiaramente che una scelta del genere non avrei mai potuto avallarla». Dal canto suo, l'ex sindaco di Bari prova a mediare a tema ma senza risultato. E così, ora, le dimissioni sono tecnicamente congelate, in attesa di capire se ci sia o meno lo spazio per dietrofront. Intanto, il professore ordinario di Igiene dell'Università di Pisa lascia i galloni ma non la maggioranza: «Resto a disposizione tua e del governo regionale con il mio pieno supporto tecnico, intellettuale e anche politico discendente dal mio ruolo in Consiglio», precisa nella missiva al presidente.

La chiamata in Pandemia. Poi l'elezione


Il 9 marzo del 2020 la chiamata alla guida della task force contro la pandemia Covid-19. Le elezioni si avvicinavano, il pressing della coalizione perché Emiliano lasciasse la delega era già forte. A giugno, la discesa in campo sotto le insegne gialle della lista Con, a settembre la nomina, la prima ad essere formalizzata ad urne ancora calde, sull'onda delle 14.500 preferenze. E ora? «Credo che la continuità amministrativa sia un dovere morale, oltre che istituzionale. Quindi, indipendentemente da come finirà questa vicenda personale, la Regione saprà sicuramente proseguire come ha fatto fino ad oggi in linea con le indicazioni che arrivano dal commissario Figliuolo», commenta cauto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, da Rutigliano, pure chiarendo come, nella campagna vaccinale, la Puglia abbia raggiunto «obiettivi perfettamente in linea con quelli nazionali».


Con il senno di poi, neppure il fatto che l'assessore non risultasse tra gli ospiti dell'iniziativa al teatro Paisiello alla presenza del presidente del Consiglio Superiore di Sanità risulta troppo casuale, ma tant'è. Dall'opposizione aprono il fuoco e sbarrano la strada al ritorno, Fratelli d'Italia chiede una seduta monotematica in Aula. Se Lopalco non dovesse tornare sui suoi passi, la strada più facilmente percorribile appare quella di un interim dello stesso Emiliano. Non è dato sapere fino a quando. C'è chi si spinge a citare il nome del coratino Felice Spaccavento, rimasto fuori dall'Assemblea, dopo la corsa sotto le insegne di Puglia Solidale e Verde. Un esterno, dunque, ma senza uno slot a disposizione, a meno che il quadro non cambi ancora. L'alternativa sarebbe tutta politica ma richiederebbe un interno, peraltro con la variabile del Pd pugliese commissariato. Chi andrebbe, quindi, a discutere ai tavoli senza la legittimazione piena di un ruolo? Il successore di Marco Lacarra non arriverà prima di gennaio. Se si tratti di un addio o di un arrivederci, per il prof, è tutto da vedere. In mezzo, una scheggia nella replica del Governatore: «I pugliesi devono sapere che tutta la squadra della Sanità non si ferma». Con o senza di lui, si legge in controluce.
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