Decreto Semplificazioni, beffa per il Salento: la 275 esclusa dalle opere strategiche

Decreto Semplificazioni, beffa per il Salento: la 275 esclusa dalle opere strategiche
di Massimiliano IAIA
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Mercoledì 8 Luglio 2020, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 11:54

L'Italia deve correre, ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte presentando il Decreto Semplificazioni che permetterà non solo la riapertura dei cantieri ma soprattutto una maggiore velocizzazione nella realizzazione delle opere. Anche la Puglia, sia chiaro, dovrà correre, sebbene nel maxi-elenco delle 130 opere da portare a termine siano previsti sì l'adeguamento tecnologico e infrastrutturale sull'asse ferroviario Napoli-Bari-Lecce-Taranto e i lavori sulla Statale 106, ma non la 275, opera considerata strategica per il territorio jonico-salentino eppure clamorosamente esclusa.

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In cima a un decreto licenziato nella notte tra lunedì e martedì, c'è infatti un Piano da 130 opere. «Un trampolino di lancio per il rilancio del Paese», ha detto il premier. «Il decreto che semplifica, velocizza, digitalizza, sblocca una volta per tutte i cantieri e gli appalti». Il presidente del Consiglio ha elencato solo alcune delle opere contenute nell'elenco, sebbene - ed è questo uno dei motivi che ha contribuito alla polemica sull'argomento da parte delle opposizioni - lo stesso elenco non sia stato inserito nel testo. In ogni caso, tra le opere scelte dal Mit i cantieri pugliesi riguardano l'adeguamento infrastrutturale e tecnologico dell'asse ferroviario Napoli-Bari-Lecce-Taranto, mentre tra le infrastrutture stradali figurano la Ss 106 ionica e la Pescara-Bari. A bocca asciutta ancora una volta la 275, la strada statale che collega Maglie con l'estremità meridionale del Salento.

Gli appalti, ha fatto sapere Conte, saranno più veloci: niente gara sotto i 150 mila euro, la soglia per l'affidamento diretto passa da 40 mila a 150mila: le Pubbliche amministrazioni saranno in grado di far partire le opere. Fino a 5 milioni non ci sarà il bando e la gara sarà negoziata. E ancora sopra i 5 milioni la regola resta la gara ma con un'abbreviazione dei termini salvo ci sia causale Covid e in questo caso si procede con la procedura negoziata e gli inviti. E non basterà un ricorso per fermare i lavori: da oggi per uno stop al cantiere sarà necessaria una sentenza del giudice.

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Ma il decreto ovviamente non riguarda solo il decreto cantieri: «Con la riforma dell'abuso di ufficio, contenuta nel dl semplificazioni, andiamo a colpire chi non fa, e non più il dirigente che si assume la responsabilità di firmare per sbloccare un'opera». Su questo, «c'è stata larghissima convergenza nelle giornate progettiamo il rilancio, interveniamo per modificare e circoscriverne la portata ma non lo aboliamo affatto».
E poi, Conte ha parlato dell'obiettivo di far diventare l'Italia un «Paese a portata di click grazie alle autocertificazioni e all'app». «Stop dunque alle file allo sportello, tutti i servizi della Pubblica Amministrazione saranno accessibili tramite Spid e la carta identità digitale: tutto sarà più semplice. Sembrerà difficile all'inizio ma basta scartoffie, gli uffici condivideranno i dati».

Interventi anche sul fronte della green economy: più semplici le procedure per interventi e opere nei siti oggetto di bonifica e gli interventi contro il dissesto idrogeologico.
«Il Dl semplificazioni? intanto è stato fatto, ora 200 miliardi di euro sono stati sbloccati, si può sempre fare meglio ma tiriamo un grande sospiro di sollievo», ha rintuzzato il senatore Matteo Renzi, leader di Italia Viva.

Ma a fronte degli annunci sulla velocizzazione dei cantieri, c'è un centrodestra che protesta, e che ricorda il paradosso di un raddoppio ferroviario non ancora completato - quello della Termoli-Lesina - perché i rumori dei cantieri violerebbero le norme legate alla tutela faunistica. «Il premier Conte - ha detto il deputato di Forza Italia Mauro D'Attis - ci confonde e illude i meridionali, parlando di alta velocità al Sud quando più volte abbiamo spiegato a lui e al suo governo che l'alta velocità al Sud non esiste: al massimo, in questo momento, si può ottenere l'alta capacità sulla Napoli-Bari, se sono in grado di terminarla.

La cosa più grave è che quando Conte dice che per opere come la tratta ferroviaria Pescara-Bari-Lecce occorrono procedure più snelle, dimostra che nell'esecutivo la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra: lo stesso premier non sa che le procedure vengono complicate proprio dai ministeri del suo governo. Caso emblematico è quello delle prescrizioni fornite dai ministri competenti sui lavori di raddoppio ferroviario della Termoli-Lesina, opera prevista e finanziata con legge approvata nel 2001 dal governo Berlusconi. Tali prescrizioni a volte sfiorano il ridicolo, a partire da alcune tutele ambientali esasperate e frutto di un inutile radicalismo ideologico».

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