Scuole di specializzazione, la fuga dei medici: un posto su cinque resta vuoto. Ecco perché

Scuole di specializzazione, la fuga dei medici: un posto su cinque resta vuoto. Ecco perché
di Giuseppe ANDRIANI
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Giovedì 6 Aprile 2023, 06:05

In Puglia un posto su cinque delle scuole di specializzazione in Medicina rimane vuoto. La rilevazione è di Anaao Assomed e Settore Anaao Giovani sui concorsi di specializzazione banditi nel 2021 e nel 2022. Una parte di questi rimane vacante, cioè non ci sono medici che concorrono per l’ingresso in quella classe di concorso. E in Puglia si tratta di 177 su 1.427. Sono cioè quei posti che, per dirla in maniera brutale, non interessano. E un’altra parte, anche questa significativa in Puglia, con il 7% del totale (100 persone), invece riguarda i contratti abbandonati. E si tratta di studenti che una volta iniziato il percorso di specializzazione, decide di cancellarsi. Questo avviene, prevalentemente, perché il medico decide di fare un nuovo concorso e quindi cambiare disciplina. 
Le scuole di specializzazione sono aperte, tramite concorso appunto, ai già laureati in Medicina e Chirurgia. Il trend che viene fuori è piuttosto preciso anche rispetto ad alcune discipline specifiche. Si scappa, soprattutto, da quelle specializzazioni che non sono utilizzabili nelle cliniche private. Non a caso, in Italia su 230 posti in Chirurgia Plastica, soltanto in tre hanno abbandonato mentre frequentavano la scuola. Idem per Dermatologia (una rinuncia su 272) e per altre specializzazioni che sono particolarmente richieste nel privato. Discorso diverso per la Medicina d’emergenza: restano vacanti, tra rinunce e contratti non assegnati, 1.144 posti su 1.884 a disposizione. Numeri simili per “Patologia e Biochimica clinica”, dove le posizioni vacanti rappresentano il 70%. E gli anestesisti (22% di mancata assegnazione) saranno merce rara tra qualche anno. 

I perché della fuga

«Il segnale giunge chiaro e forte, corroborato dai numeri: la medicina sta diventando un affare selettivo, in cui le specialità più colpite e sotto pressione durante la pandemia da Covid-19, le specialità gravate da maggiori oneri e minori onori sono in caduta libera, non hanno più appeal. Non è un problema di medici, ma di medici specialisti ed è un problema che avrà ripercussioni inevitabili sul futuro di un sistema di cure sempre più in crisi», ha commentato il segretario nazionale Anaao Assomed, Pierino Di Silverio.
A livello territoriale, la percentuale più alta di posti vacanti è in Friuli Venezia Giulia, con il 36% del totale che resta non assegnato. Percentuale simile a quella delle Marche, 30% e dell’Abruzzo, 27%. In Puglia il dato si attesta sul 19%, in linea con la media nazionale, che vede 5.724 contratti non assegnati o abbandonati su un totale di 30.452 banditi negli ultimi due anni. Il numero migliore arriva dal Mezzogiorno e in particolare dalla Sicilia, dove solo il 3% dei posti resta vacante.
Un problema che non riguarda soltanto un territorio, ma probabilmente l’intero sistema. La mancanza di appeal della sanità pubblica è un dato di fatto e lo testimonia la fuga dalle scuole di specializzazione che rilasciano un titolo utilizzabile soprattutto negli ospedali. Meglio cercare una scuola diversa e magari provare a lavorare nel privato, con qualche certezza in meno ma senza dover affrontare i numerosi problemi che oggi investono gli ospedali. E sarà anche per questo che il Ministero della Salute e quello dell’Università pensano di incrementare i posti per le lauree in Medicina (fino a un +30%). Ma il problema non è tutto lì.
 

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