Sommergibili e aerei da guerra per la Colombia: perquisizioni nel Salento. Sequestrati i cellulari dei Mazzotta: non sono indagati

Sommergibili e aerei da guerra per la Colombia: perquisizioni nel Salento. Sequestrati i cellulari dei Mazzotta: non sono indagati
di Erasmo MARINAZZO
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Giovedì 19 Maggio 2022, 23:45 - Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 13:00

Raffica di perquisizioni nel Salento nell’inchiesta che contesta l’accreditamento fraudolento di due persone nella vendita alla Colombia di due sommergibili e alcuni aerei da guerra. Per quella commessa da quattro miliardi di euro che avrebbe garantito una provvigione di 80 milioni di euro. Sono stati perquisiti ieri i supporti informatici dell’imprenditore ed ex sindaco di Carmiano, Giancarlo Mazzotta, e del figlio Paride Mazzotta, consigliere regionale di Forza Italia. L’uno e l’altro “persone informate sui fatti”, nell’inchiesta condotta dai pubblici ministeri della Procura di Napoli, Vincenzo Piscitelli e Silvio Pavia, insieme ai poliziotti della Digos giunti ieri mattina a Lecce.

Gli indagati


I nomi indicati nel decreto di perquisizione sono altri. Sono di altri due salentini: Francesco Amato, 38 anni, di Lequile. Ed Emanuele Caruso, 43 anni, di San Pietro in Lama. Perquisiti anche i loro telefoni cellulari ed i computer. Coloro che - questa l’ipotesi accusatoria in corso di accertamento - si sarebbero spacciati per esponenti dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (Amp) e per questo rispondono al momento delle ipotesi di reato di tentata truffa, falso, sostituzione di persona. 
Nel decreto esibito ieri dagli investigatori non ci sono i nomi dei Mazzotta padre e figlio fra gli indagati. E nemmeno dell’ex premier Massimo D’Alema, che in questa vicenda ha svolto il ruolo di consulente e assistente della Fincantieri e di Leonardo nella trattativa con la Colombia.
Comincia a delinearsi, dunque, questa vicenda venuta a galla nei mesi scorsi e che ha dato luogo a critiche ed interpretazioni trasversali: «Forza Italia non mi è piaciuta», ha affermato ieri Giancarlo Mazzotta. «Il garantismo è un principio che va tenuto fermo sempre.

Anche se si tratta di avversari politici».

Il sequestro


A Giancarlo Mazzotta ed al figlio Paride sono stati sequestrati i telefoni cellulari, poiché avevano in memoria le chat per l’affaire colombiano. Null’altro di attinente all’inchiesta è stato trovato dagli investigatori nei loro computer.
L’inchiesta penale della Procura partenopea è stata avviata con la denuncia querela depositata alla Questura di Napoli dall’onorevole Gennaro Migliore (Italia Viva) e dall’ambasciatore Sergio Piazzi nel ruolo rispettivamente di presidente e segretario generale della Apm, per segnalare l’impiego di documenti contraffatti: secondo quanto sostenuto in quella denuncia ed ipotizzato dall’inchiesta in questi frangenti, Caruso ed Amato avrebbero falsificato contrassegni e loghi della Apm. «Lo scopo sarebbe stato quello di accreditarsi in seno ad istituzioni internazionali», spiega il decreto di sequestro, «tramite l’utilizzo fraudolento di documenti falsi e nomine fittizie riconducibili ad organizzazioni internazionali quali l’associazione Polizia Mediterranea e la Camera Mediterranea per l’Industria e l’Impresa, di cui Caruso si qualificava come segretario generale ed Amato come responsabile per le relazione in America Latina».
Con queste funzioni - siamo sempre sul fronte delle ipotesi in corso di accertamento e che, dunque non costituisce la verità processuale - entrambi avrebbero avuto un ruolo di negoziatori per fare vendere a Fincantieri ed a Leonardo i sommergibili e gli aerei alla Colombia. A metterli in contatto con D’Alema fu Giancarlo Mazzotta, il figlio Paride avrebbe poi in seguito partecipato a quelle trattative: «Conoscevo il padre di Amato, il figlio mi contattò mostrandomi sul telefono una foto della vicepresidente della Colombia», sostiene Giancarlo Mazzotta. «Poi con Caruso mi misero al corrente delle attività dell’Amp, mi convinsi che fosse gente affidabile e capace di intraprendere progetti a respiro internazionale. In seguito ci fu l’incontro a Roma con D’Alema. Il mio tornaconto? Da imprenditore: impianti fotovoltaici, porti ed aeroporti in Colombia».

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