Casa di riposo di Soleto, la verità dei gestori: «Mai perso il controllo della situazione»

Casa di riposo di Soleto, la verità dei gestori: «Mai perso il controllo della situazione»
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Mercoledì 8 Aprile 2020, 14:48
Casa di riposo a Soleto, la parola alla difesa. Cioè ai responsabili della Rsa “La Fontanella” dove decine di persone, fra ospiti e personale, hanno contratto il coronavirus e dove, fino a oggi, sono morti dieci anziani. A firmare una lunga nota nella quale ricostruiscono l'accaduto sono gli avvocati Michele e Giuseppe Bonsegna, in rappresentanza di Federica Cantore e di monsignor Vittorio Matteo, rispettivamente responsabile e legale rappresentante de La Fontanella, oggi commissariata dalla Asl. «Mai si è perso il controllo della situazione o si è mancato di dare le doverose informazioni su quello che, non diversamente da altre parti d’Italia, si stava rivelando come un fenomeno di estrema gravità» scrivono gli avvocati.

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«Sin dalla sera del 20 marzo - ricostruiscono i legali - verso le 21, la prima paziente sospettata di essere stata contagiata, fu trasportata dal 118 presso l’ospedale di Lecce, venne fatto intervenire presso la struttura il medico coordinatore sanitario della stessa e venne contattata ed informata l’amministrazione comunale di Soleto, in persona del vice sindaco, il quale, immediatamente, mise a disposizione i protocolli regionali».

Il giorno successivo, alle 6.40, furono allertati anche gli uffici di Igiene a Galatina e il direttore generale della Asl, insieme al sindaco Graziano Vantaggiato. «Vennero garantiti i pasti, sia a pranzo che a cena, con una società di catering, immediatamente reperita ed ingaggiata fino al 31 di marzo, preso atto della forzata indisponibilità del personale di cucina ed in attesa dell’evoluzione degli eventi». Una precisazione, questa, che arriva dopo le testimonianze del personale intervenuto nella Rsa successivamente ai contagi – e che ha riferito di anziani lasciati senza cibo né acqua – e dopo gli esposti presentati, proprio per questo, dai familiari di alcuni ospiti.

«Nel frattempo – proseguono i Bonsegna -, venivano effettuati i tamponi e, poi, sempre il 21 marzo, avuto il risultato della positività dell’ospite ricoverata in ospedale la sera prima, numerosi operatori sanitari e 2 infermieri paucisintomatici sono stati posti, dai medici, in quarantena. Della circostanza che il personale si stava assottigliando, è stata data tempestiva comunicazione, sia il sabato 21 che la domenica 22 marzo, al sindaco, alla Asl e al presidente della Regione, Michele Emiliano. Sempre e, comunque, nei due giorni, il servizio è stato effettuato al completo».

Secondo i responsabili de La Fontanella, «anche lunedì 23 marzo, i turni di servizio sono stati garantiti da 6 operatori sanitari, 3 infermieri e, personalmente, dalla stessa responsabile della struttura, che, nella stessa giornata, riuscì ad assumere 3 nuovi operatori sanitari – 2 dei quali presero immediatamente servizio. Martedì 24 marzo, venne dato il risultato dei tamponi e 19 ospiti risultarono positivi. Venne, perciò, dato corso a tutte le operazioni di spostamento degli stessi in stanze singole, secondo le superiori indicazioni ricevute e venne immediatamente reperito, acquistato ed impiegato anche tutto il notevole materiale occorrente. Il servizio venne garantito da 8 OSS e dall’unico infermiere, tra i 3 disponibili, non ancora contagiato. Di ciò vennero date le opportune comunicazioni, sicché, il direttore generale della Asl di Lecce inviò sul posto due medici specialisti. Costoro si resero conto della situazione e fu redatta una relazione scritta, con la quale vennero impartite anche le istruzioni sul da farsi per monitorare la situazione, che vennero eseguite e rispettate. La stessa sera, intervenne sul posto anche il Primario di Malattie Infettive del Vito Fazzi di Lecce e venne anche effettuato il tampone sul legale rappresentante e sulla responsabile della struttura».

Mercoledì 25 marzo, «il servizio è stato espletato regolarmente fino al turno terminato alle 15.30. Quella mattina era stata nuovamente acquisita anche la disponibilità di una cooperativa del settore per sopperire alle carenze di personale. Nel primissimo pomeriggio, monsignor Vittorio Matteo - prosegue la nota - inviò una accorata lettera di aiuto anche al Prefetto di Lecce, ribadendo l’estrema gravità della situazione, che precipitò allorquando, al personale smontante è stato fatto il tampone, con relativo invito a porsi cautelativamente in quarantena domiciliare. La responsabile della struttura allertò, quindi, il sindaco di Soleto, che, giunto sul posto insieme con il Comandante della Stazione dei Carabinieri, con il medico coordinatore sanitario della Rsa e con altri, si mise in comunicazione telefonica con il Direttore Generale della ASL e, subito dopo, preso atto della situazione, emise l’Ordinanza sindacale con la quale invitava la ASL stessa a provvedere a garantire il servizio con personale di propria disponibilità. Sul posto, però, la sera stessa giunsero solo due medici ASL, che richiesero la presenza del medico coordinatore sanitario della RSA, che intervenne, ma, subito dopo, presentò le dimissioni dall’incarico. Al suo posto, immediatamente dopo, su perentoria disposizione del direttore generale della ASL e ad iniziativa della responsabile della struttura, venne reperito ed incaricato altro medico esperto, che si rese immediatamente disponibile. Quella sera il servizio venne svolto, sia pure nelle evidenti condizioni di precarietà imposte dal precipitare degli eventi, oltre che dai 2 medici della ASL, dal legale rappresentante e dalla responsabile della struttura, da una OSS, da una infermiera e dal medico immediatamente reperito. Solo questi ultimi 3 potettero rimanere in servizio la notte tra il 25 ed il 26 marzo, perché il proprietario e la responsabile della struttura, raggiunti in serata dalla notizia della loro positività, appena terminato il servizio, verso le ore 22.00, dovettero allontanarsi, rimanendo, comunque, a disposizione, per quanto possibile e richiesto, sia dei parenti che del personale intervenuto nella gestione. Il mattino seguente, 26 marzo, la gestione della struttura è stata assunta direttamente dalla ASL, nella persona di Cosimo Esposito».

Fin qui la ricostruzione dei gestori della Rsa di Soleto, chiamati a rispondere del loro operato anche davanti alla Procura, che indaga su quanto accaduto. «I nostri clienti - concludono gli avvocati Bonsegna - hanno agito al massimo delle loro possibilità nella vorticosa evoluzione della emergenza. I nostri clienti si sono già messi a disposizione delle Autorità che stanno cercando di far luce sui fatti e continueranno a farlo, confidando di poter dimostrare la correttezza del loro operato e concorrere all’accertamento della verità».
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