Siccità, in Puglia scatta il pre-allarme

Siccità, in Puglia scatta il pre-allarme
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Martedì 21 Giugno 2022, 15:42 - Ultimo aggiornamento: 22 Giugno, 14:16

In Puglia non è ancora crisi idrica ma è scattata la fase di pre-allarme a causa della siccità. La buona quantità di piogge invernali fa sì che negli invasi ci sia una situazione simile o addirittura in alcuni casi migliore rispetto all'estate scorsa. Ad esempio, nella diga di Occhito sul Fortore, il principale invaso pugliese, ci sono quasi 184 milioni di metri cubi di acqua (dato aggiornato ad oggi dal Consorzio di bonifica della Capitanata), un milione in più rispetto allo scorso anno.

Allarme per il settore agricolo

Ma le ondate di calore in arrivo anche in Puglia hanno fatto scattare l'allarme soprattutto nel settore agricolo: secondo i calcoli di Coldiretti Puglia, negli invasi artificiali «mancano 80 milioni di metri cubi d'acqua rispetto alla capacità» complessiva. «Ma a preoccupare - denuncia ancora Coldiretti - è la riduzione delle rese di produzione del grano e degli altri cereali, ma anche quella dei foraggi per l'alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta.

Con la trebbiatura in corso, si registra un calo del 30% delle rese per il grano e l'avena, del 25% per i legumi». In Puglia il conto pagato dall'agricoltura per la siccità sarebbe pari ad oltre 70 milioni di euro l'anno, sempre secondo Coldiretti. 

Preoccupazione anche in Confagricoltura

«I principali invasi pugliesi sono in una situazione meno critica di quella che si presentava l'anno scorso (giugno 2021 ndr) ma questo non vuol dire che in Puglia non ci sia un problema cronico di siccità. Il riutilizzo delle acque reflue trattate e un miglior uso degli schemi idrici possono fornire significativi benefici ambientali, sociali ed economici». Così Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia, interviene sulla crisi idrica e la siccità che da qualche mese colpisce anche le regioni del Nord del Paese.  «I principali invasi che riforniscono l'agricoltura pugliese sono in emergenza, ma leggermente meno del 2021». Oggi, 21 giugno, l'Occhito sul Fortore ha una disponibilità di circa 183, 87 milioni di metri cubi, contro i 182,18 dello stesso giorno del 2021. Mentre il Marana Capacciotti ha a disposizione 38,12 milioni di metri cubi, contro i 37,87 del 2021. Le disponibilità sono tuttavia al di sotto di quella massima, 333 mln di metri cubi per l'Occhito sul Fortore e 48 mln per il Marana Capacciotti.  

A risentire maggiormente della crisi idrica è il settore agricolo: negli ultimi 20 anni la siccità ha provocato danni all'agricoltura italiana per oltre 15 miliardi di euro, con il 50% dei danni concentrato in sole quattro regioni: Puglia, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna.  «Le continue crisi idriche, dovute alla scarsità e alla diversa distribuzione delle risorse, hanno importanti effetti sulla produzione - fa notare Lazzàro - in particolare dove l'irrigazione costante è una pratica necessaria e una condizione essenziale per un'agricoltura competitiva. Per aumentare la capacità di affrontare le situazioni di emergenza, è essenziale aumentare l'efficienza nell'irrigazione. Investimenti infrastrutturali sulle reti e sui sistemi irrigui, pensiamo anche al Pnrr, consentono una maggiore e più costante disponibilità di acqua per l'irrigazione, aumentando - conclude - la resilienza dell'agroecosistema agli eventi di siccità e ai cambiamenti climatici». 

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