Sergio Fontana (Confindustria Puglia): «Troppi esclusi dal mercato del lavoro, serve puntare di più su giovani e donne». L'intervista

Sergio Fontana (Confindustria Puglia): «Troppi esclusi dal mercato del lavoro, serve puntare di più su giovani e donne». L'intervista
di Paola ANCORA
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Domenica 30 Aprile 2023, 16:07

Presidente Sergio Fontana, il Primo Maggio è la giornata del lavoro e dei lavoratori. Cosa significherà, per voi imprese, per la Confindustria Puglia che lei guida, questo giorno di celebrazione del lavoro su cui si fonda la nostra Repubblica?

«Il richiamo al lavoro è l'architrave della Carta costituzionale. Parliamo di un lavoro non precario, serio, sicuro e ben retribuito».

Un miraggio, dunque, stando ai dati snocciolati dai sindacati e da Istat. Almeno in Puglia.

«È vero.

Abbiamo troppo capitale umano ancora escluso dal mondo del lavoro: per una donna pugliese lavorare è più difficile che per una lombarda perché le mancano gli asili, il tempo prolungato a scuola, le infrastrutture necessarie a garantirle il diritto al lavoro. Insieme a quella del lavoro femminile l'altra emergenza insoluta è l'occupazione giovanile, un dramma da risolvere e con sollecitudine. Continuiamo a perdere capitale umano, ad alimentare la "zavorra sociale", perdendo grandi opportunità».

Secondo la Cgil l'aumento del Pil si è tradotto soltanto in maggiori profitti per le grandi imprese, mentre i lavoratori restano al palo. Un errore di prospettiva o condivide l'analisi?

«Non esistono imprese senza lavoratori. Siamo facce della stessa medaglia e ci deve essere sinergia. Abbiamo troppo lavoro precario e questo è un problema anche per noi imprese. Il precario è un lavoratore che si guarda intorno, che non investe le sue potenzialità nell'impresa che lo ha assunto. Ed è quindi un problema che anche le aziende sono chiamate a risolvere. Nella mia, dopo un periodo di prova c'è la stabilizzazione, convinto come sono che non ci possa essere sviluppo senza lavoro sicuro. Ed è il messaggio che voglio lanciare ai sindacati. In questo momento vorrei che si costruisse un asse con le imprese per un più forte pressing sulla necessità di investire nella formazione, che è un diritto e un dovere dei lavoratori. Dobbiamo misurarci con un grande bisogno di lavoratori competenti che si fatica a trovare, specie nel mondo della digitalizzazione. Siamo molto indietro».

Presidente Fontana, in Puglia vengono denunciati 80 infortuni al giorno. Anche questo è un problema figlio della precarietà del lavoro. Perché così tanti?

«La cosa peggiore che possa accadere a un imprenditore è un morto sul lavoro. Una disgrazia assoluta e una responsabilità morale, prima che civile, legale e penale, che riesca di annientarci. Dobbiamo investire di più sulla sicurezza e sulla formazione dei lavoratori per ridurre ogni rischio. Morire di lavoro è inaccettabile».

Lunedì, Primo Maggio, il Governo approverà il nuovo Decreto Lavoro messo a punto dalla ministra Calderone. Contiene le modifiche al Reddito di cittadinanza e anche un taglio al cuneo fiscale contributivo per i lavoratori. La convince?

«Innanzitutto è positivo che lavorino quel giorno, ci fanno contenti. È fondamentale puntare sulle politiche attive del lavoro ed è positivo il taglio al cuneo fiscale partendo dai lavoratori, cui le tasche vanno riempite perché possano affrontare l'inflazione e i rincari che ancora pesano sul mercato».

Per i sindacati il Governo sta soltanto facendo una mancia. Si tratta di aumenti stimati in circa 20 euro a busta paga. Non le sembra poco per far fronte ai rincari?

«Ma è un segnale positivo ed è quella la direzione che il Governo deve prendere perché oggi la tassazione è tale da rendere estremamente oneroso lavorare. Tutti vorremmo che si facesse di più, ma i conti vanno tenuti in ordine. E dobbiamo quindi renderci conto che potremo fare di più quando cominceremo a produrre più ricchezza e ridurremo il debito. Per cui ritengo giusto non aprire troppo i rubinetti se non si hanno le risorse per farlo».

Le prospettive da qui al 2024. Che anno si aspetta che sia?

«Come tutti gli imprenditori italiani sono anche io un ottimista, abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno. Mi auguro si riesca, insieme ai lavoratori, a costruire un lavoro più equo e più giusto, recuperando i tantissimi inattivi. E mi aspetto che occasioni di lavoro vengano create grazie all'utilizzo dei fondi del Pnrr, dei Fondi di sviluppo e coesione e delle risorse europee della programmazione 2021-2027. Se solo riuscissimo a spenderle».

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