Senato, gesto osceno verso Barbara Lezzi e scoppia la bagarre: seduta sospesa

Senato, gesto osceno verso Barbara Lezzi e scoppia la bagarre: seduta sospesa
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Venerdì 2 Ottobre 2015, 19:33 - Ultimo aggiornamento: 20:02
Gesti osceni in Aula all'indirizzo della senatrice salentina Barbara Lezzi (M5S) e al Senato scoppia la bagarre.

E' successo durante la discussione della riforma costituzionale: la senatrice M5S Paola Taverna ha denunciato un gestaccio di natura sessuale (la mimica di un rapporto orale) nei confronti della collega Barbara Lezzi da parte di Lucio Barani, capogruppo Ala.



La seduta è stata sospesa da Pietro Grasso, dopo che le successive parole di Barani («Se sono stato male intepretato me ne scuso) non sono state considerate delle scuse formali dalla diretta interessata. Barani, al quale Grasso ha dato la parola per chiarire l'accaduto, ha provato a dire che il suo gesto riguardava il fatto che finalmente fosse stata data la parola al suo compagno di gruppo Ciro Falanga.



Pugno duro

«D'ora in poi, visto che l'escalation e arrivata al punto di minare la civile convivenza, il rigore sarà assoluto», ha dichiarato il presidente Grasso, annunciando la convocazione dell'ufficio di presidenza per lunedì alle 13, per esaminare il caso. «Chiedo la collaborazione di tutti i senatori per l'autodisciplina - ha detto Grasso -. Chiedo ai capigruppo di prevenire, per evitare provvedimenti rigorosi che possono arrivare a togliere la possibilità di partecipare ai lavori d'aula. Chiedo la massima collaborazione per ripristinare l'ordine e poter usare l'Aula per la funzione per cui è stata pensata, discutere e votare».



Cinzia Bonfrisco, presidente dei Conservatori e riformisti si è scagliata contro Barani per il suo comportamento offensivo verso tutte le donne e gli ha chiesto di togliersi il garofano dalla giacca «che offende tutti i socialisti morti per la libertà del Paese: togliti quel garofano, pagliaccio!», ha esclamato.



La votazione

Intanto la maggioranza è scesa sotto il quorum con 157 voti a favore (105 i no e quattro astensioni), nella votazione di un emendamento all'articolo 2 sul ddl di revisione costituzionale, presentato dalla senatrice Cinzia Bonfrisco della componente Conservatori e Riformisti.
La maggioranza assoluta al Senato è di 161 voti.