Svolta green contro il caro bollette: «Semplificare il potenziamento dei parchi fotovoltaici»

Svolta green contro il caro bollette: «Semplificare il potenziamento dei parchi fotovoltaici»
di Roberta GRASSI
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Lunedì 28 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 16:57

L’imperativo è l’emancipazione energetica, il percorso è la semplificazione delle procedure: non solo per i pannelli da installare sui tetti delle abitazioni, ma anche per gli impianti fotovoltaici di dimensioni e potenza più considerevoli che sono già stati autorizzati o addirittura realizzati. Una sorta di rinnovamento “easy” per rendere più produttivi possibile i siti esistenti.

Gli emendamenti

È così che le commissioni parlamentari Ambiente e Attività produttive hanno pensato di intervenire, con un pacchetto di emendamenti, sul decreto “bollette”. Chiedendo di snellire la normativa per ottenere le autorizzazioni all’avvio o al potenziamento di vecchi parchi: non più valutazioni ambientali e paesaggistiche, ma una “procedura abilitativa semplificata”.

In sostanza, in aggiunta a quanto il governo ha già previsto per limitare gli effetti dei rincari del costo dell’energia a beneficio di famiglie e imprese, sono in discussione decine di proposte finalizzate al raggiungimento dell’ambita autosufficienza dalle fonti fossili. Un’autonomia che, negli scenari di guerra attuali, limiterebbe i danni e consentirebbe una collocazione diversa nello scacchiere internazionale.

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D'Attis: «Autonomia, ma non fotovoltaico selvaggio»

«È indispensabile puntare all’autonomia energetica dalle fonti fossili - spiega il parlamentare brindisino di Forza Italia, Mauro D’Attis, che si è speso anche per favorire le rinnovabili sui terreni agricoli - per risparmiare sulle bollette e ridurre emissioni e inquinamento. Ma bisogna comunque rispondere ad esigenze di tutela dell’ambiente. Dobbiamo scongiurare ipotesi di ricorso al fotovoltaico o eolico selvaggio, pur in una situazione di estrema necessità». L’emendamento in questione, che reca le firme di parlamentari di Forza Italia, Pd, Lega, Movimento 5 Stelle e una parte del gruppo misto, si pone l’obiettivo di favorire il rinnovamento dei parchi esistenti con il miglioramento sì dell’efficienza, ma senza incrementi di suolo occupato. Verrebbero quindi sottoposti alla disciplina della Pas (Procedura abilitativa semplificata) gli interventi che, senza aumento dell’area autorizzata, consentano la sostituzione dei moduli, delle strutture ed una possibile variazione delle volumetrie di servizio e dell’altezza massima dal suolo non superiore al 50 percento rispetto ai valori originari. Si include anche la possibilità di incrementare l’area occupata dalle opere di connessione, ma solo nell’ipotesi in cui tali eventuali nuove aree non siano soggette a vincolo paesaggistico.

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Vianello: «Necessaria la pianificazione»

«Semplificare senza pianificazione - ammonisce il parlamentare tarantino del Gruppo misto - Alternativa, Giovanni Vianello - comporta dei rischi enormi. Non è questo il metodo di procedere, disapplicando la Costituzione. Senza una puntuale individuazione delle aree idonee il pericolo è che gli impianti, alcuni dal notevole impatto paesaggistico, finiscano per sorgere ovunque, indiscriminatamente». Ma non è solo di vincoli, potenza e occupazione del suolo per poli da 1 a 10 megawatt che si parla.

L'agrovoltaico

Altro fronte, sempre sullo stesso tracciato, è quello del cosiddetto “agrovoltaico”. Dopo l’ok all’idea di realizzare impianti fotovoltaici anche nelle aree Sin (siti di interesse nazionali perché soggetti a bonifiche), come emendamento al Dl Semplificazioni, si parla ora di estendere l’accesso agli incentivi anche a quegli impianti i cui moduli sono collocati a terra in aree agricole, a condizione che occupino una superficie complessiva non superiore al 10 per cento dell’area aziendale. E di ampliare l’accesso agli incentivi anche agli “agrovoltaici” che prevedano la continuità dell’attività agricola e pastorale. Anche qui l’indirizzo è quello di elevare il limite della procedura abilitativa semplificata a 10 megawatt, senza la necessità di passare per la valutazione di impatto ambientale, ma limitandosi al deposito di una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) legata alla realizzazione di serre e alla successiva Dila (Dichiarazione di inizio lavori asseverata) per integrarvi i pannelli fotovoltaici. Poche carte, insomma. Passaggi ristretti, autocertificazioni, per evitare un dispendio di risorse e di tempo prezioso. I costi dell’energia sono arrivati alle stelle e il futuro, inclusa l’uscita dal carbone, dovrà necessariamente passare per formule green.

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