Segnale sempre assente: oltre alla Rai problemi anche per le tv locali

Segnale sempre assente: oltre alla Rai problemi anche per le tv locali
di Rita DE BERNART
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Giovedì 7 Luglio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 21:40

Scarsa qualità e problemi di trasmissione: un salto indietro di circa trent’anni. Dopo le operazioni di Switch Off della Puglia, il passaggio al nuovo digitale terrestre ad alta definizione, le Tv private pugliesi sono alle prese con continui problemi e disservizi sul segnale. Effetto mamma chioccia: se mamma Rai non riesce a garantire continuità ed efficienza, insomma, anche e soprattutto le “figlie” più piccole, sotto la sua ala, subiscono le medesime difficoltà. Ormai da qualche mese i cittadini pugliesi si chiedono infatti come mai, in diverse fasce orarie non si vedano alcune delle principali e piccole emittenti regionali e provinciali. Per ore nell’arco della giornata si registrano disservizi nella fruizione di contenuti; esattamente ciò che si verifica con i canali Rai, la Tv del servizio pubblico, che nella regione sta palesando evidenti deficit di trasmissione e che sta letteralmente facendo insorgere la popolazione. 

Le proteste


I pugliesi però non ci stanno a pagare per uno schermo buio: Enti, comuni, associazioni di consumatori si sono mobilitati; sono partiti esposti, lettere alla società radiotelevisione italiana, interrogazioni parlamentari e appelli al Corecom.

Un coro unanime, ed esasperato, per chiedere spiegazioni plausibili di quanto accade e, prioritariamente, una pronta soluzione della problematica riscontrata e persino il rimborso o l’esonero da alcune rate del canone. Le cause della discontinuità di ricezione dei canali Rai sarebbero legate ad un problema di anomala propagazione. 


Il sistema di trasmissione negli anni si è evoluto e le antenne oggi riescono a captare segnali molto lontani ma i siti dei ripetitori Rai sono gli stessi degli anni ‘60, scelti in base alla strategia e tecnologia dell’epoca. Questo dunque creerebbe una sovrapposizione incontrollata di segnali che porta alla distruzione di quello utile. 
Ma cosa accade per le Tv territoriali? La motivazione di fondo ha a che fare con il processo di refarming che ha interessato, dalla fine del 2021 e durante tutto la prima parte del 2022, una discreta fetta della Penisola. In sostanza è la procedura tecnica con la quale si libera gradualmente la banda 700 di trasmissione a favore dei servizi di connettività in 5G. Questa fase comporta dunque lo spostamento di diverse emittenti, soprattutto quelle locali, in altre posizioni. E da qui già sono scaturiti i primi comuni problemi di visualizzazione.

Le tv locali

«Dal 15 aprile le Tv locali pugliesi e della Basilicata sono passati al nuovo digitale terrestre a seguito dei bandi del ministero sviluppo economico», spiega Gianni Tanzariello, editore di Canale 7 e presidente dell’Associazione nazionale Tv insieme che raccoglie numerose Tv private e commerciali in tutta Italia. «Le emittenti in graduatoria – continua - hanno avuto la possibilità di scegliere se andare sulla frequenza di primo livello gestita dall’operatore di rete Rai Way con copertura Puglia e Basilicata o andare sulla frequenza di secondo livello con copertura di tre province Bari Bat e Brindisi con l’operatore di rete Delta TV». Una questione legata anche ai contributi e alle risorse da investire, quindi: chi ha avuto a disposizione più danaro è riuscito a mantenere un livello qualitativo sufficiente. «Il passaggio al digitale terrestre da parte di TV locali - continua Tanzariello - si è rilevato un disastro sia per la qualità di trasmissione sia per i costi esorbitanti: purtroppo questo passaggio non è avvenuto pienamente; hanno quindi riproporzionato la capacità e le tv locali viaggiano a metà di quella per cui hanno pagato.

Per fare un esempio sull’operatore di rete Rai Way 2 mega bits hanno un costo di 100mila euro mentre 3 Mbs ne costano 150 mila, cifre a cui va aggiunto il costo dell’Iva. Chi ha i 3 mbs riesce a trasmettere oggi ad 1,5 con una qualità sufficiente; per gli altri la qualità è scarsa e spesso ci sono interruzioni di segnale che possono durare anche più di qualche minuto praticamente un passo indietro di trent’anni. E quel che è peggio è che il tutto non andrà a regime prima di un anno. I cittadini però non sanno che il passaggio al vero nuovo digitale terrestre dovrebbe avvenire probabilmente a partire dal 1 gennaio 2023 con le trasmissioni inDVB T2. Il risultato di tutto questo è che fra l’altro Tele Foggia, la più importante del foggiano non è riuscita ad entrare nel primo livello e Studio 100 di Taranto trasmette a Bari, Bat e Brindisi ma non nella sua area».

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