Scuola e pandemia, un dedalo sempre più complicato. In Puglia, ancora di più. Per questo pomeriggio è stato convocato un tavolo dall'assessore regionale all'Istruzione Sebastiano Leo in cui sarà presente anche Giuseppe Silipo, direttore dell'Ufficio scolastico pugliese: il tema sarà proprio quello della sicurezza nelle scuole. In un contesto di scioperi, rientri a singhiozzi post vacanze natalizie e una cornice regionale sulle linee guida per la gestione dei casi Covid in ambito scolastico - diramata venerdì scorso - che fa storcere il naso e suscita ulteriori polemiche.
La protesta degli studenti, l'altro esame di maturità
La segnalazione al Consiglio dei Ministri: “Arbitraria interpretazione del decreto»
Il Coordinamento La Scuola che vogliamo - Scuole diffuse in Puglia (coordinamento dei genitori attivi che riunisce circa quaranta comitati di genitori ed associazioni presenti sul territorio regionale) ha inviato alla presidenza del Consiglio dei Ministri, ai Ministeri dell'Istruzione e della Salute e alla Regione Puglia una mail certificata in cui si rilevano gravi difformità all'interno delle indicazioni regionali.
Studenti in sciopero e prèsidi alle prese con la nuova "quarantena": il caos pugliese
Insomma, una bocciatura piena che si inserisce in un quadro di estrema confusione. La settimana appena trascorsa è stata infatti estremamente caotica e contrassegnata anche dalla contrapposizione tra studenti e dirigenti scolastici. Molti ragazzi hanno protestato chiedendo più sicurezza e, soprattutto, la possibilità di tornare in Didattica a distanza visto il propagarsi della variante Omicron. Sull'altra sponda, i presidi impegnati con l'applicazione convulsa delle nuove regole per le quarantene distinte per fasce d'età e per numero di positivi al virus. Si prenda il caso della scuola secondaria: con un caso positivo l'attività didattica prosegue in presenza con l'obbligo di indossare la mascherina Ffp2 per almeno 10 giorni e con la raccomandazione di non consumare pasti a scuola a meno che non si possa mantenere una distanza interpersonale di almeno due metri. Con due casi positivi l'attività si svolge con modalità diverse a seconda dello stato vaccinale degli alunni: per esempio chi non ha concluso il ciclo vaccinale primario, lo ha concluso o è guarito da più di 4 mesi e non ha ricevuto la dose di richiamo, e chi non è vaccinato svolge l'attività didattica integrata (Ddi) per 10 giorni e osserva la quarantena di 10 giorni con tampone al termine. E ancora: con tre casi positivi l'attività didattica si svolge a distanza (Dad). Nell'ultima circolare regionale, si specifica inoltre come il rientro a scuola sia possibile solo con attestazione di esito negativo del test molecolare o antigenico rapido eseguito, nei tempi stabiliti, presso una struttura della Rete regionale dei test Covid. Un bel problema anche questo poiché il sistema dei tamponi è messo a dura prova: sarà molto complesso che regga con questi numeri e le attese potrebbero creare un corto circuito.
«Sottolineiamo che la regione Puglia è a tutt'oggi in fascia bianca e che la percentuale di minori vaccinati risulta fra le più alte d'Europa - conclude polemicamente il coordinamento La scuola che vogliamo - non comprendiamo perché, dopo due anni, la scuola in presenza, l'unica istituzione vocata a garantire il diritto all'istruzione per tutti, sia ancora oggi in questa regione così osteggiata».