Scuola, l'idea di Valditara: un prof tutor in ogni classe. Sindacati contrari: «Così si creano differenze tra i docenti»

Scuola, l'idea di Valditara: un prof tutor in ogni classe. Sindacati contrari: «Così si creano differenze tra i docenti»
di Giuseppe ANDRIANI
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Martedì 10 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:42

Un docente tutor in ogni classe per aiutare i ragazzi, quelli difficili ma anche quelli bravi che “si annoiano e hanno bisogno di accelerare”. L’idea è del ministro all’Istruzione e al Merito Giuseppe Valditara, che l’ha annunciata al Messaggero: «Verrà introdotta la figura del docente tutor per ogni gruppo classe, il docente che dovrà avere una formazione particolare, ed anche essere pagato di più, e che dovrà in team con gli altri insegnanti seguire in particolare quei ragazzi con maggiori difficoltà di apprendimento ma anche di quelli molto bravi che magari in classe si annoiano e che hanno bisogno di accelerare».

La proposta, che secondo Valditara sarà operativa alle medie e alle superiori e che entrerà in vigore già a settembre con il nuovo anno scolastico, divide gli operatori del settori.

I sindacati pugliesi, ascoltati sul tema, si dicono contrari. Un’apertura, per quanto tiepida, arriva dall’Associazione Nazionale Presidi. La Uil, però, non ci sta: «Ormai il ministro parla per spot», commenta Gianni Verga, segretario regionale del comparto scuola. «Stiamo discutendo la parte normativa del contratto collettivo nazionale con il Governo ma ogni tanto il ministro Valditara tira fuori alcuni spot o idee estemporanee. Se ci dovrà essere un docente tutor dovrà anche essere inquadrato dal punto di vista contrattuale. È una figura che al momento non esiste nel quadro normativo della scuola. E poi, entrando nel merito - prosegue il segretario della Uil scuola - mi sembra sia un tentativo di creare differenze tra i docenti, è come se si voglia tornare al passato. Penso che questa figura possa spaccare la comunità educante, è come voler mettere sul piedistallo il docente più bravo a discapito di tutti gli altri». Eppure, precisa Verga, «nel mondo della scuola il tutor già esiste, non è una novità assoluta. Però sarebbe una figura da concordare. E al momento credo vi siano ben altri problemi nella scuola». Su quali siano, il sindacato ha le idee chiare: «Abbiamo depositato al Ministero uno studio in cui abbiamo rilevato quanti fondi servirebbero per le stabilizzazioni, c’è poi il problema dell’alternanza scuola-lavoro, quando la scuola dovrebbe servire a formare le persone e basta. Ho l’impressione che il ministro voglia distrarci dai problemi veri di questo mondo».

E dalla Cisl arriva una chiusura con gli stessi toni: «Il prof tutor? È un’esternazione che lascia il tempo che trova - spiega il segretario nazionale, già alla guida del sindacato in Puglia, Roberto Calienno -. Occorre innanzitutto capire qual è la visione che abbiamo della scuola e quali sono le risorse a disposizione. Pensare di fare tutto questo senza aggiungere risorse quindi andare a gravare sul fondo di istituto, che è sempre più esiguo, sarebbe inevitabilmente una follia. Abbiamo già chiesto al ministro Valditara di incontrarci e condividere questi percorsi e queste necessità, inserendo tutto in una vision complessiva, magari sfruttando anche il Pnrr, che ha tantissime risorse per l’orientamento scolastico. Ben 250 scuole pugliesi riceveranno fondi per questo. Ma anche in questo caso è difficile spendere fondi nel miglior modo, perché non sono riconosciuti i carichi di lavoro per il dirigente scolastico e per il personale Ata». Calienno insiste: «Serve un incontro per definire bene come gestire i carichi di lavoro aggiuntivi. Altrimenti il rischio che si corre è che si mandi indietro gran parte delle risorse che arriveranno perché non saremo in grado di gestirle».

Presidi: apertura parziale

Dall’Associazione Nazionale Presidi un’apertura, per quanto tiepida e timida. «Il ministro Valditara propone al più presto - commenta Giovanni Semeraro, presidente brindisino dell’Anp -, già dal prossimo anno scolastico, la figura del docente tutor che sia di riferimento e a supporto del gruppo classe per affrontare le problematiche relative all’apprendimento e all’orientamento; una figura, non nuova come status nello scenario scolastico, da formare e da incentivare economicamente. È una proposta valida se inserita nella didattica inclusiva e orientante che tutte le scuole progettano ed inseriscono nel loro piano triennale dell’offerta formativa. La stessa proposta deve includere la formazione continua ed innovativa di tutto il personale docente incentivando con adeguati miglioramenti economici diffusi».

Il mondo della scuola si divide: l’intervista di Giuseppe Valditara al Messaggero ha lasciato una serie di spunti e di riflessioni, oltre che di idee concrete, destinate a far discutere. Dalla lotta alla disoccupazione giovanile e ai Neet, al valzer dei presidi, altro tema campale dopo le lettere inviate dalla Corte dei Conti nelle ultime settimane. La figura del docente tutor, però, è quella su cui il Miur ha deciso di investire di più, anche dal punto di vista cronologico, cercando l’attuazione già da settembre. Ma si discute e la strada non sarà probabilmente in discesa in una fase calda dal punto di vista della contrattazione.
 

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