Vaccino obbligatorio? Il sì dei presidi pugliesi: «La scuola è un servizio pubblico»

Vaccino obbligatorio? Il sì dei presidi pugliesi: «La scuola è un servizio pubblico»
di Maria Claudia MINERVA
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Mercoledì 28 Luglio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15:33

Scuola, il governo vuole tutti in classe, ma se le prenotazioni per vaccinare la quota di personale scolastico rimasta ancora scoperta, e la fascia di adolescenti, non decollano, molto probabilmente si passerà all’obbligatorietà. Quindi, prima la linea soft, per cercare di convincere gli ultimi indecisi, poi l’imposizione. Nei prossimi giorni si prenderà una decisione sulle nuove misure per garantire le lezioni in presenza, giacché per il Comitato tecnico scientifico è prioritario «evitare la Dad». Il ministro della Salute Roberto Speranza ha fatto sapere che al momento «nessuna ipotesi è esclusa». E mentre il generale Francesco Paolo Figliuolo incalza le Regioni per far vaccinare la maggioranza degli studenti ed avere, al massimo entro il 20 agosto, il numero dei docenti no vax, il ministro all’Istruzione, Patrizio Bianchi, percorre la strada della persuasione lanciando un ultimo accorato appello: «Vaccinarsi è un atto di responsabilità collettiva e di solidarietà - ha detto parlando sui propri canali social e su quelli del Ministero -. Significa prenderci cura di noi stessi e degli altri. Il vaccino è la chiave che la scienza ci ha fornito per tornare alla nostra normalità. Si tratta di un gesto semplice, eppure potentissimo».

Il quadro in Puglia


In Puglia quasi un adolescente su tre ha già ricevuto la prima dose di vaccino, in attesa del 23 agosto, quando la Regione avvierà la campagna dedicata agli studenti, mentre tra insegnati e dipendenti mancano all’appello solamente 6.814 persone, poco più del 6% del totale, che potrebbe comunque creare problemi per le lezioni in presenza.

Intanto, è partito il pressing dei presidi sul governo sia sull’obbligo vaccinale per gli insegnanti che su una campagna importante di raccomandazione al vaccino per gli studenti. Coro di sì all’obbligo anche tra i dirigenti pugliesi, pienamente consapevoli del rischio di ricominciare il nuovo anno scolastico in Dad. «È chiaro che devono essere prese con le pinze le situazioni particolari, di docenti che magari hanno problematiche rilevanti e che potrebbero essere compromesse dalla vaccinazione, ma accanto a queste situazioni ci sono anche insegnanti contrari ideologicamente al vaccino. In questo caso, secondo me, l’obbligo serve, perché la scuola è pubblica e deve garantire un pubblico servizio, non è un’impresa familiare né privata - incalza Raffaele Capone, preside del Tecnico “Deledda” di Lecce e reggente del Comprensivo di Cursi -.

Lo Stato paga per un pubblico servizio, per cui sono dell’avviso che la situazione va chiarita rispetto al concetto di pubblico e rispetto agli obblighi che il pubblico dipendente ha nei confronti dello Stato. Chi se rifiuta può essere messo in aspettativa non retribuita, del resto perché il medico deve essere obbligato perché svolge un pubblico servizio e il docente che svolge lo stesso pubblico servizio no? - ribadisce Capone -. Sino ad ora abbiamo avuto tutte le tutele di questo mondo ed è giusto che sia stato così, ma ora bisogna pensare al bene primario che è la tutela della salute e vanno tutelate le persone che hanno diritto ad un servizio in sicurezza sanitaria, la vaccinazione è il primo elemento contro il virus, bisogna partire da questo assunto, chi è dipendente dello Stato deve rispettare le condizioni che lo Stato pone rispetto ad un valore assoluto che è quello della tutela della salute di tutti». 


Dello stesso avviso la dirigente scolastica del Liceo Classico “Palmieri” di Lecce, Loredana Di Cuonzo: «Purtroppo in Italia riusciamo a porci questioni inutili, certamente non possiamo avere la botte piena e la moglie ubriaca, se ci sono situazioni particolari, ma deve dirlo un medico, è chiaro che nessuno può essere obbligato al vaccino, per il resto senza la vaccinazione il rischio di un nuovo anno in Dad diventa sempre più che concreto. La paura è proprio questa, e non ci possiamo più permettere di andare avanti così, considerati i risultati. Adesso è necessario assumere atteggiamenti corretti, modalità responsabili e andarsi a fare il vaccino, un vaccino che la Scienza, non dimentichiamocelo, è riuscita a trovare in tempi record. Allo stesso modo dei medici - conclude Di Cuonzo - i docenti hanno scelto di svolgere questo servizio pubblico e devono vaccinarsi, chi non lo farà non potrà svolgere questo lavoro, ma dovrà essere collocato dallo Stato in altri ambiti».
Anche il preside del Comprensivo “Casale” di Brindisi, Fausto Luigi Melissano, approva l’obbligo vaccinale. «Sono d’accordo che il personale scolastico si vaccini senza se e senza ma, qualche remora semmai la nutro per quanto riguarda i vaccini agli adolescenti, stando anche alle parole del sottosegretario Sileri, che ha parlato di potenziali rischi. Però - ha affermato - da un punto di vista sociale il vaccino porta solo dei vantaggi, quindi sono d’accordo che anche i ragazzi lo facciano. Io ai mia figlia che ha 15 anni e frequenta la seconda classe del liceo ho già fatto fare la prima dose di vaccino. Il problema è che i ragazzi possono veicolare il virus, per questo sarebbe opportuno che anche loro lo facessero». Il presidente dell’Anp (Associazione nazionale presidi) Puglia, Roberto Romito, detta la linea dei dirigenti scolastici pugliesi: «Noi non possiamo che essere a favore delle linee governative. Però - chiarisce - in Puglia più del 92% di docenti e personale Ata è vaccinato, anche se i dati completi non sono stati forniti. Rimane molto più urgente la questione dei vaccini agli adolescenti, per il quale sarà difficile far scattare l’obbligo, benché le altre vaccinazioni, quelle prevista dall’ex ministro Lorenzin, ad esempio, siano obbligatorie. Il Cts ha detto che una percentuale di studenti vaccinati pari al 60% creerebbe l’immunità di gregge. Ma in Puglia la campagna vaccinale per gli studenti partirà solo il 23 agosto, mentre la scuola riaprirà il 20 settembre...come si fa in meno di un mese a garantire una vaccinazione così massiccia? Se non riusciremo, il rischio della Dad si farà di nuovo molto concreto»

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