Scuola, telefonini vietati in classe. Il ministro Valditara ai presidi: «Inasprite i regolamenti»

Scuola, telefonini vietati in classe. Il ministro Valditara ai presidi: «Inasprite i regolamenti»
di Paola ANCORA
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Mercoledì 21 Dicembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17:42

Smartphone vietati in classe. E, là dove possibile, le scuole dovranno occuparsi di impedirne l’accesso ai luoghi della didattica, sebbene questa disposizione sia ritenuta impraticabile dalla maggior parte dei presidi. Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, in una circolare ampiamente annunciata e diramata ieri mattina alle scuole di ogni ordine e grado, ha confermato il divieto introdotto nel 2007 dall’allora ministro del Pd, Giuseppe Fioroni: niente telefonini o altri, analoghi dispositivi elettronici in aula. A motivare la mossa di Valditara il fatto che il telefono cellulare, come anche l’iPad, siano elementi «di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, a cui è prioritario restituire autorevolezza». La circolare non introduce nuove sanzioni disciplinari, «richiamandosi al senso di responsabilità» e invitando semmai le scuole a scrivere regolamenti ulteriormente restrittivi. Ipotesi che, di primo acchito, sembra incontrare i dubbi e le perplessità dei dirigenti scolastici, in particolare di quelli delle scuole Superiori: un conto, infatti, è impartire un divieto a un ragazzino di 11 anni in prima media, un altro farlo con un 18enne all’ultimo anno del liceo. 

I contenuti del documento

La circolare di Valditara riprende anche la direttiva introdotta nel 2017 sempre da una ministra del Pd, Valeria Fedeli. Direttiva in base alla quale i telefoni cellulari si possono portare in classe soltanto a scopo didattico e con il consenso dei docenti. «L’interesse delle studentesse e degli studenti, che noi dobbiamo tutelare, è stare in classe per imparare – scrive il ministro Valditara -. L’interesse comune che intendo perseguire è quello per una scuola seria, che rimetta al centro l’apprendimento e l’impegno. La scuola deve essere il luogo dove i talenti e la creatività dei giovani si esaltano, non vengono mortificati con un abuso reiterato dei telefonini.

Invitiamo le scuole a garantire il rispetto delle norme in vigore e a promuovere, se necessario, più stringenti integrazioni dei regolamenti e dei Patti di corresponsabilità educativa, per impedire nei fatti l’utilizzo improprio di questi dispositivi».

La relazione degli esperti

In allegato alla circolare, l’analisi effettuata dalla VII Commissione permanente del Senato e conclusasi a giugno del 2021 con una relazione di quattro pagine nella quale vengono evidenziati gli effetti dannosi – tanto fisici che psicologici – che l’uso eccessivo e senza regole dei dispositivi elettronici può provocare, in particolare sui giovanissimi: miopia, diabete, ipertensione, aggressività, insonnia, alienazione, dipendenza, diminuzione della capacità di concentrazione, di memoria e di dialettica. «A preoccupare di più - scrivono i senatori - è la progressiva perdita di facoltà mentali essenziali, le facoltà che per millenni hanno rappresentato quella che sommariamente chiamiamo intelligenza: la capacità di concentrazione, la memoria, lo spirito critico, l’adattabilità, la capacità dialettica. Sono gli effetti che l’uso, che nella maggior parte dei casi non può che degenerare in abuso, di smartphone e videogiochi produce sui più giovani. Nulla di diverso dalla cocaina - concludono -. Stesse, identiche, implicazioni chimiche, neurologiche, biologiche e psicologiche».

Le indicazioni

Una rivoluzione, la più profonda mai avvenuta dal punto di vista tecnologico, che andrebbe ora governata introducendo - è specificato nel documento allegato alla circolare ministeriale - alcuni divieti cogenti e alcune indicazioni generali nelle scuole, ma anche nelle famiglie: «Scoraggiare l’uso di smartphone e videogiochi per minori di quattordici anni; rendere cogente il divieto di iscrizione ai social per i minori di tredici anni; prevedere l’obbligo dell’installazione di applicazioni per il controllo parentale e l’inibizione all’accesso a siti per adulti sui cellulari dei minori; favorire la riconoscibilità di chi frequenta il web; vietare l’accesso degli smartphone nelle classi; educare gli studenti ai rischi connessi all’abuso di dispositivi digitali e alla navigazione sul web; interpretare con equilibrio e spirito critico la tendenza epocale a sopravvalutare i benefici del digitale applicato all’insegnamento; incoraggiare, nelle scuole, la lettura su carta, la scrittura a mano e l’esercizio della memoria». Anche perché «dal ciclo delle audizioni svolte e dalle documentazioni acquisite dal Senato non sono emerse evidenze scientifiche sull’efficacia del digitale applicato all’insegnamento. Anzi, tutte le ricerche scientifiche internazionali citate dimostrano, numeri alla mano, il contrario. Detta in sintesi: più la scuola e lo studio si digitalizzano, più calano sia le competenze degli studenti sia i loro redditi futuri». Un epitaffio alla scuola digital blandita dal mondo dell’impresa e dalla politica? Si vedrà.

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