Prof e presidi contro la "scuola a richiesta" in Puglia: un'ora di sciopero e lettera al premier Draghi

Prof e presidi contro la "scuola a richiesta" in Puglia: un'ora di sciopero e lettera al premier Draghi
di Maria Claudia MINERVA
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Venerdì 12 Febbraio 2021, 11:53 - Ultimo aggiornamento: 16:44

Un'ora di sciopero di tutto il personale scolastico, compresi i dirigenti, e una lettera al presidente incaricato Mario Draghi affinché intervenga per sanare l'anomala situazione della scuola on demand sdoganata dal presidente della Regione, Michele Emiliano. E' quanto hanno chiesto questa mattina i sindacati della scuola, nel corso di una conferenza stampa. Per la prima volta in Puglia, tutte le sigle sono compatte – un fatto storico - nella decisione di scioperare per mettere fine allle scelte del governo regionale. «Il 22 febbraio non è una data scelta a caso, ma corrisponde al giorno dopo la scadenza dell'ultimo provvedimento del governatore che ha introdotto una modalità di didattica che non condividiamo – ha sottolineato in apertura delle conferenza stampa, Claudio Menga, segretario della Flc Cgil Scuola Puglia -. Una modalità che accade solo nella nostra regione, motivo per cui chiediamo contestualmente l'applicazione integrale del Dpcm. Oggi questa nostra iniziativa ha visto l'unanimità di tutte le organizzazioni sindacali, cosa mai accaduta. Ci auguriamo che la forza di questo messaggio, che non preclude altre azioni, possa portare a rivedere posizioni che non sono più accettabili. Abbiamo inviato una richiesta di conciliazione al prefetto di Bari e una richiesta di convocazione ad Emiliano e agli assessori all'Istruzione e alla Sanità, Leo e Lopalco, perché si chiarisca anche la questione vaccinale».

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Roberto Calienno, segretario della Cisl Scuola Puglia: «Se la scuola non è sicura si abbia il coraggio di prendere delle scelte, ma non si può continuare a lasciare in mano alle famiglie questa decisione, che lede il diritto allo studio previsto dalla Costituzione». «Proclamiamo questo sciopero perché Emiliano ha deciso di non decidere – gli ha fatto eco il segretario della Uil Scuola Puglia, Gianni Verga -.

Ciò che sta accadendo in Puglia è lo sconto di una politica di tagli continui e costanti, invitiamo questo governo a parlare di questioni concrete, di classi pollaio, di organici, di precariato e di stabilizzazioni. In Puglia negli ultimi otto anni sono state cancellate 350 scuole».

Per la segretaria dello Snals Puglia, Chiara De Bernanrdo «Siamo in una situazione gravissima determinata dall'ordinanza di Emiliano che va oltre a ciò che è previsto dalla norma e dal Dpcm. Da marzo chiediamo che i docenti e tutto il personale rientri a scuola in sicurezza, ma qui si applica una didattica mista, quindi o Emiliano si adegua al Dpcm o altrimenti continueremo la nostra battaglia. Basta con questa scuola alla carta, perché la scuola non è un ristorante, vogliamo la scuola vera e non quella dettata da momenti di follia di un presidente che non ascolta le parti sociali». Hanno insistito sulla stessa questione anche il segretario della Gilda e Anief.

Il presidente dell'Anp Puglia (Associazione nazionale presidi), Robero Romito, ha acceso i fari sul fenomeno della dispersione scolastica, che può favorire la Dad: «In Puglia circa 200mila alunni non hanno la possibilità di seguire le lezioni in Dad, questo amplifica il rischio di un abbandono scolastico. Vogliamo che nella scuola si torni in presenza,compatibilmente con quelle che sono le condizioni di sicurezza». Romito ha poi annunciato la lettera a Draghi, in cui si chiede un intervento per normalizzare la situazione pugliese che trasforma la scuola «in un servizio a scelta».

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