Ritorno fra i banchi con polemica. I presidi: «Ordinanza di Emiliano sulla Dad rimedio “fai da te”. Ora investire sulla sicurezza»

Ritorno fra i banchi con polemica. I presidi: «Ordinanza di Emiliano sulla Dad rimedio “fai da te”. Ora investire sulla sicurezza»
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Domenica 25 Aprile 2021, 18:36

Il decreto governativo sulla riapertura delle scuole «rischia di rappresentare una fuga in avanti, essendo di fatto inapplicabile pienamente, almeno per quanto riguarda le disposizioni sulla scuola superiore. E l'ordinanza di Emiliano si pone come rimedio “fai da te”, affidando al caso e alla mutevolezza della percezione del rischio Covid da parte delle famiglie la speranza di una limitazione della presenza nelle scuole, come ormai avviene da più di sei mesi. A questo siamo arrivati in Puglia, a causa del Covid: a sperare che a scuola non si torni, anche se si potrebbe e, soprattutto, si dovrebbe, in particolare per le scuole del primo ciclo?». È la questione posta da Roberto Romito, presidente regionale Anp Puglia (Associazione nazionale presidi), secondo cui «assecondare questa tendenza rinunciataria, per eccessiva prudenza, per calcolo o per comodo, porterà inevitabilmente a far prevalere l'idea che la scuola non sia poi così importante. E allora, qualcuno si potrebbe chiedere: perché investire su di essa?».

La richiesta dei presidi

«Torniamo dunque a chiedere, a nome della categoria dei dirigenti delle scuole - aggiunge - che si possano riaprire presto e in sicurezza le scuole, - senza ricorrere più alla distorsione della Dad a scelta».

Secondo Romito, questo si può fare attraverso screening periodici sugli alunni e sul personale; una rapida attivazione dei team di operatori scolastici sanitari (i TOSS), la cui istituzione è stata deliberata dalla giunta regionale sin dallo scorso gennaio ma che ancora non si sono visti nelle scuole; interventi improcrastinabili di edilizia scolastica e reperimento di spazi aggiuntivi per l'attività scolastica e interventi di razionalizzazione dell'organico, con la soluzione del problema delle classi sovraffollate rispetto agli spazi disponibili». 

Il ritorno fra i banchi

Da domani, intanto, in Italia almeno 7,6 milioni di alunni dovrebbero tornare in classe, pari all'89,5% della popolazione scolastica, con un significativo incremento rispetto ai 6 milioni e 850mila alunni (l'80,5%) a scuola nella settimana che si è appena conclusa. Ma in diverse grandi città - Roma e Napoli innanzitutto e in parte a Milano - ci vorrà qualche giorno prima che le scuole, soprattutto le superiori, riescano ad organizzare orari e presenze così come prevede il nuovo decreto del Governo. E così molti licei domani saranno ancora gli alunni in presenza al 50%. Il provvedimento dell'Esecutivo stabilisce che in zona gialla e arancione tutti i ragazzi delle elementari e delle medie siano da domani tra i banchi, mentre per le superiori la presenza è fissata in almeno il 70% e fino al 100%. In zona rossa saranno tutti presenti fino alla terza media, mentre alle superiori l'attività in classe si svolgerà almeno al 50%.

Il nodo del distanziamento

Il problema che lamentano molti dirigenti scolastici è riuscire a conciliare la presenza di almeno 20-25 ragazzi in aula (in alcuni casi, soprattutto nelle grandi città, i numeri sono più alti e le aule spesso piccole) con le norme del Comitato tecnico scientifico sul distanziamento, che prevedono la distanza di almeno 1 metro tra le bocche degli alunni e di 2 metri in palestra. «Ci vorranno alcuni giorni per sistemare il piano degli orari - spiega il presidente dell'Associazione presidi di Roma e Lazio, Mario Rusconi - gli orari, in moltissimi istituti, nei primi giorni della prossima settimana, non cambieranno affatto, rimanendo con una presenza al 50%. Proprio per avere il tempo di organizzare avevamo chiesto di riprendere la scuola in presenza dal 2 maggio. L'Ufficio scolastico ha comunque dato alcuni giorni di flessibilità». Insomma, ci saranno due-tre giorni di tolleranza prima di partire con le percentuali fissate. A Napoli diversi istituti superiori hanno deciso di mantenere in presenza il 50% degli studenti, decisione presa anche in virtù dell'ordinanza emessa dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che consente ai dirigenti scolastici di attestarsi al 50 per cento della didattica in presenza «qualora risulti incompatibile l'applicazione delle linee guida del Dm n.39/2020».

Le deroghe

Il provvedimento del governo prevede che i territori con maggiori criticità accertate - presenza di focolai o elevata diffusione delle varianti - potranno derogare alla soglia minima e scendere anche a meno del 70% ma l'eventuale deroga è consentita solo in casi di “eccezionale e straordinaria necessità”. In Puglia ci sono già state alcune deroghe. A Ruvo di Puglia, a causa dell'alto numero di nuovi contagi, il sindaco ha bloccato il rientro a scuola dei ragazzi dalla II media alle superiori. A Mesagne, il primo cittadino ha deciso per la chiusura di tutte le scuole fino al 2 maggio, provvedimento al quale si accompagna il divieto di fruire di impianti sportivi e di stazionare all'aperto.

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