Primo giorno di scuola: ingressi contingentati e misurazione della febbre. Ma c'è chi sposta la ripartenza

Primo giorno di scuola: ingressi contingentati e misurazione della febbre. Ma c'è chi sposta la ripartenza
di Maddalena MONGIO'
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Lunedì 21 Settembre 2020, 09:12 - Ultimo aggiornamento: 09:24
Primo giorno di scuola in molti istituti che non sono sede di seggio elettorale. In Puglia la partenza è fissata per giovedì prossimo, 24 settembre. Ma diverse scuole hanno - come di consueto - deciso di anticipare per poter sfruttare qualche giorno di riposo in più nel corso dell'anno. Accessi scaglionati, presenze contingentate e soprattutto il problema della misurazione della temperatura alll'ingresso prima delle lezioni.

L’obiettivo: garantire la sicurezza nelle scuole. Come fare? Da un lato, la misurazione a campione della febbre nelle Superiori. Dall’altro, le evidenti difficoltà organizzative che nel Salento portano tre Comuni a muoversi in direzione opposta, rinviando l’apertura delle scuole (in questo caso Primarie) di quattro giorni da giovedì prossimo a lunedì 28. Si tratta di Otranto, Giurdignano e Uggiano. Si aggiungono a Guagnano, che aveva già preso una decisione in questo senso. 



I dirigenti scolastici delle scuole salentine vanno oltre gli obblighi e scelgono di utilizzare uno strumento in più: rimane il punto fermo (e obbligatorio) della temperatura rilevata a casa dai genitori, ma negli istituti ci saranno rilevazioni a campione sul personale della scuola e, soprattutto, sugli studenti. Si accelera, dunque, sulla prevenzione.

Molti presidi salentini hanno scelto la misurazione a campione come deterrente verso chi, eventualmente, dovesse adottare comportamenti poco prudenti. Su tutto la decisione del Tar Piemonte che ha respinto la richiesta di sospensiva d’urgenza chiesta dai ministri Lucia Azzolina e Roberto Speranza nei confronti dell’ordinanza del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che prevedeva una verifica da parte delle scuole piemontesi dell’avvenuta misurazione a casa. Le scuole del Piemonte continueranno, perciò, a misurare la temperatura ai ragazzi, almeno fino al 14 ottobre, giorno in cui la causa sarà discussa in Camera di consiglio.

Per i dirigenti scolastici, in ogni caso, non si tratta di un’operazione banale. Per dirne una, per evitare assembramenti nelle scuole sono stati aperti diversi punti d’ingresso che, in caso di misurazione della febbre, dovrebbero essere tutti presidiati da personale dedicato che, di fatto, non sempre c’è.

Così quella della misurazione a campione diventa una soluzione che tiene insieme tutto. Sulla stessa lunghezza d’onda le presidi Vittoria Italiano (liceo Siciliani di Lecce), Antonella Manca (liceo Banzi di Lecce), Loredana Di Cuonzo (liceo Palmieri di Lecce). «Misureremo la febbre a campione – sottolinea Italiano – ma è previsto che i genitori debbano farlo anche a casa. Abbiamo fatto protocolli molto rigorosi: abbiamo pubblicato tutto, anche gli ingressi e le uscite. Il punto ora è la collaborazione delle famiglie. Sulla carta l’organizzazione regge, bisogna vedere poi cosa faranno i ragazzi». 

Per la Manca, preside del Banzi, una misurazione spalmata su 16 ingressi è impensabile. Meglio, dunque, il via libera a quella a campione: «Per la misurazione della febbre ho fatto un incontro con la commissione Covid della scuola di cui fa parte anche il nostro medico competente, l’ingegnere che si occupa della sicurezza, le collaboratrici, i referenti Covid. Non misurerò la febbre a 1.800 persone, ma quotidianamente e a campione la rileveremo come forma di controllo ulteriore e monitoraggio. La misurazione della febbre a tutti, prima dell’ingresso a scuola, sul piano organizzativo non si può fare. I nostri studenti entreranno da 14 varchi nella sede centrale da 14 varchi e da 2 varchi nella succursale». 

Al liceo Palmieri la preside Di Cuonzo sottolinea la necessità di maggiore controllo da parte delle famiglie: «Possiamo fare tutto quello che vogliamo, ma se i genitori non sensibilizzano i figli a usare tutte le precauzioni ci saranno problemi. Come deterrente, comunque, misureremo la febbre a campione. Una forma di controllo ulteriore che può essere molto utile».

Ma c’è anche chi avverte che di incombenze ce ne sono già troppe e bisogna fidarsi delle famiglie. È il caso di Dario Cillo, dirigente del Virgilio-Redi di Lecce: «Impossibile fare la misurazione della febbre a tutti i ragazzi. Già ora abbiamo una serie di incombenze tra cui la distribuzione giornaliera di mascherine. Parliamo di numeri importanti. Da noi si tratterà di distribuirne mille al giorno e ci ne sono altre scuole con numeri più grandi. Capisco che la famiglia, anche per superficialità, possa non essere consapevole della gravità di mandare il figlio a scuola con decimi di febbre, ma credo che un sistema così complesso come quello che stiamo mettendo in piedi, abbia bisogno di solidarietà e corresponsabilità».

 
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