Tutti in classe da lunedì? «Ci sono troppi ostacoli». I dubbi del mondo della scuola

Tutti in classe da lunedì? «Ci sono troppi ostacoli». I dubbi del mondo della scuola
di Maria Claudia MINERVA
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Martedì 20 Aprile 2021, 07:49 - Ultimo aggiornamento: 15:28

L'annuncio della riapertura totale della scuola in presenza a partire del 26 aprile preoccupa studenti, famiglie e presidi, ma impensierisce anche i sindacati e le società di trasporti. Per molti di loro sarebbe ancora rischioso tornare tutti in classe senza la sicurezza dovuta. In Puglia, al momento zona rossa, c'è pure l'incognita legata all'ultima ordinanza di Emiliano - in cui la decisione di mandare o meno il proprio figlio a scuola ricade sulle famiglie - che scade il 30 aprile, mentre il premier Draghi ha annunciato la riapertura, anche della scuola, a partire dal 26. Cosa accadrà? Il rischio è che lunedì prossimo si scateni il caos. Oggi, intano, i governatori delle Regioni incontreranno i ministri Gelmini, Speranza, Giovannini e Bianchi proprio per parlare di scuola insieme ai rappresentanti dei sindaci e delle province.

La posizione dei presidi


«Noi siamo pronti, lo eravamo anche a settembre, però pretendiamo che il rientro avvenga in sicurezza - commenta il preside Giovanni Casarano, anche presidente di Anp (Associazione nazionale presidi) per la provincia di Lecce -. Quindi, mi aspetto che arrivino i Toss Covid (il team di personale sanitario che dovrebbe gestire le questioni legate al virus negli istituti scolastici, ndr), annunciati per il primo febbraio e mai attivati; come mi aspetto pure che sia risolto il nodo dei trasporti. C'è anche un altro aspetto legato alla vaccinazione del personale scolastico, che dovrà fare la seconda dose.

Se sarà confermata significa che riapriremo le scuole il 26 aprile per chiuderle il 3 maggio, considerato che quando abbiamo fatto la prima dose poi per due giorni tutte le scuole hanno dovuto sospendere l'attività».

I nodi da sciogliere


Tanti, dunque, i nodi da sciogliere. Anche quello sul distanziamento in classe. «Prima è stato detto che bastava un metro, adesso invece dicono che per la variante inglese un metro non basti più. Allora come ci dobbiamo regolare con i banchi? - sottolinea, ancora, Casarano -. O per la scuola questa regola non vale perché magari il virus se ne sta nelle palestre - sottolinea, ironizzando, Casarano -. Con questo non voglio dire che è meglio stare a casa, perché è chiaro che anche un mese in presenza è preferibile e vale molto di più, però è necessario che le condizioni siano certe. Finora ci arrivano, invece, segnali inutili, cioè segnali che non segnalano nulla. Per questo, ripeto, per poter riaprire e lavorare bene è necessario che ci siano condizioni di sicurezza, altrimenti faremo danno su danno».
Anche sul fronte sindacale si nutrono molti dubbi. «L'ordinanza di Emiliano, estesa anche alle superiori, scade il 30 aprile, bisognerà capire cosa accadrà. Al momento non sappiamo nulla - ribadisce il segretario della Cisl Scuola Puglia, Roberto Calienno -. Noi vogliamo che la scuola riprenda in sicurezza, vogliamo i tamponi rapidi, vogliamo il tracciamento, vogliamo che il piano sanitario funzioni e che non ci sia un rallentamento per le vaccinazioni del personale docente. Rispetto ai trasporti, invece, bisogna garantire il potenziamento delle corse a cui erano state anche dedicate delle risorse aggiuntive. Ma il sistema poi non è stato rodato perché i ragazzi delle superiori sono rimasti in Dad. Per questo, secondo me non saremo pronti. Noi chiederemo i dati sul potenziamento dei trasporti prima della riapertura ma sarà difficile riuscire a ripartire con un sistema efficiente, considerati i tempi».
Una remora, quella dei tempi troppo stretti per ripartire tra pochi giorni, manifestata anche dal presidente di Asstra (Associazione aziende trasporto pubblico) di Puglia e Basilicata, Matteo Colamussi, che afferma: «Al momento non abbiamo notizie in merito, conosciamo solo l'annuncio del premier, ma nient'altro. Anche a livello nazionale non si conosce se il decreto prevederà una modifica sulla capacità di carico, perché è evidente che se il carico sui bus rimarrà al 50% mentre le scuole riapriranno al 100% si arriverà al caos. È vero che la Regione aveva messo a disposizione delle risorse aggiuntive per aumentare i mezzi di trasporto, ma per affidare i servizi o subappaltarli c'è bisogno di tempo, non è una procedimento che si può mettere in atto da un giorno all'altro. Basti sapere che solo per la ricognizione dei percorsi ci vogliono giorni e giorni. Per questo credo se si dovesse verificare una situazione del genere ci ritroveremmo nel caos più totale».

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