Meno di un quarto d'ora a mezzanotte e la penna del governatore di Puglia colpisce ancora. Nella tarda serata di martedì Michele Emiliano firma una nuova ordinanza sulla scuola. Studenti tutti a casa in Ddi (Didattica digitale integrata) sino al 14 marzo. Il tempo necessario per completare almeno la prima fase della campagna vaccinale nelle scuole e ultimare il calendario di somministrazioni delle dosi AstraZeneca a circa 60mila docenti e al personale scolastico. Lo stesso tempo utile per provare a limitare l'aumento dei contagi in classe, soprattutto quelli da variante inglese.
Scuola: Emiliano raddoppia, nuova ordinanza
Ecco perché, come lui stesso sostiene, è tornato a formare ancora. E lo fa ha fatto a poche ore dalla sospensione della precedente ordinanza decisa dal Tar di Bari in accoglimento di un ricorso presentato dal Codacons e da alcuni genitori di alunni pugliesi. Perché ha detto: «Esporre a rischio di contagio (per garantire la didattica in presenza) insegnanti e personale scolastico avendo già disponibile un vaccino che potrebbe azzerare ogni complicanza anche con possibili esiti mortali in caso di contagio, senza prescrivere l'utilizzo di modalità didattiche a distanza che ridurrebbero enormemente tali rischi, corrisponderebbe ad una violazione di misure di sicurezza sul lavoro disponibili in scienza e coscienza, determinando gravi responsabilità in capo ad ogni soggetto pubblico che ha il dovere/potere di adottare misure capaci di impedire l'evento dannoso o la morte del lavoratore». Il nuovo decreto, tuttavia, ha rimescolato le carte, reintroducendo il contestato meccanismo delle lezioni in presenza a richiesta da parte delle famiglie. E con percentuali di banchi occupati in classe che variano dal 50% al 100% a seconda che si tratti delle scuole superiori oppure di infanzia, elementari e medie. Ma con possibilità di tornare a scuola solo per ragioni non diversamente affrontabili che impediscano agli studenti di partecipare alla didattica digitale integrata. Una connessione internet che non va, ad esempio. Oppure, l'impossibilità di avere un pc o un tablet a disposizione.
Eppure mutando l'ordine degli addendi, il risultato non cambia: la scuola pugliese era e resta nel caos. E per l'ennesima volta dirigenti, docenti e famiglie di oltre mezzo milione di studenti si ritrovano a fare i conti con un nuovo provvedimento.
Le scuole dell'Infanzia, le Istituzioni scolastiche del ciclo primario e i Cpia - si legge nel dispositivo - ammettono in presenza tutti gli alunni che, per ragioni non diversamente affrontabili, non abbiano la possibilità di partecipare alla didattica digitale integrata. In altre parole, non più dirigenti scolastici alle prese con la valutazione dei criteri di ammissioni in classe degli alunni in base alle richieste dei genitori. Ma studenti in classe sino al 100% delle presenze nei casi in cui gli stessi alunni siano impossibilitati a collegarsi da casa per seguire la Ddi. Eccezione alla regola prevista anche per le scuole superiori. Negli istituti di secondo grado, tuttavia, la percentuale di presenze in classe non potrà superare il limite del 50%. L'ordinanza stabilisce, infine, che entro il 14 marzo le Asl debbano portare a termine la campagna vaccinale nelle scuole per permettere il rientro in classe degli studenti. Per giustificare il provvedimento di interruzione delle lezioni in presenza, inoltre, all'ordinanza è stato allegato un report epidemiologico del dipartimento Salute: «Dalla metà del mese di gennaio», con la ripresa delle lezioni in presenza nelle scuole elementari e medie «si osserva un incremento dei nuovi casi nelle fasce di età 3-5 anni, 6-10 e 11-13 anni» si legge. Ma tant'è. Come consuetudine, a corredo delle ordinanze arrivano le polemiche. Quelle politiche, innanzitutto. «I cittadini non sono sudditi, devono avere il tempo di organizzarsi, dice il premier Draghi. Emiliano, invece, emana le ordinanze sulla scuola a mezzanotte» attaccano i consiglieri regionali di Forza Italia Stefano Lacatena, Giandiego Gatta e Paride Mazzotta. «La tragica coppia Emiliano-Lopalco continua a non azzeccarne una nella gestione delle attività scolastiche in Puglia, aggiungendo caos a caos per studenti e famiglie» chiosa il senatore di Forza Italia Dario Damiani.