Scuola, l’idea di Valditara: salari diversi per Regione. La protesta del Mezzogiorno e le reazioni dell'opposizione

Scuola, l’idea di Valditara: salari diversi per Regione. La protesta del Mezzogiorno e le reazioni dell'opposizione
di Giuseppe ANDRIANI
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Venerdì 27 Gennaio 2023, 04:50

Stipendi diversi in base alla regione: l’idea è di Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, che apre a una rivoluzione, scatenando le ire di sindacati e opposizioni. L’idea è di differenziare le retribuzioni rispetto alle regioni in cui i docenti lavorano. «La scuola pubblica ha bisogno di nuove forme di finanziamento, anche per coprire gli stipendi dei professori che potrebbero subire una differenziazione regionale. E per trovarle, si potrebbe aprire ai finanziamenti privati», ha detto il ministro durante un dibattito online promosso da PwC Italia e gruppo Gedi dal titolo “Italia 2023: persone, lavoro, impresa”. Aggiungendo che è fondamentale «trovare nuove strade, anche sperimentali, di sinergia tra il sistema produttivo, la società civile e la scuola, per finanziare l’istruzione, oltre allo sforzo del governo». Poi un parziale dietrofront, nel pomeriggio: «Non è mai stato messo in discussione il contratto nazionale del mondo della scuola, non ho mai parlato di compensi diversi fra Nord e Sud; ho solo riportato una problematica sollevata da alcune regioni riguardo il differente costo della vita nelle diverse città italiane».

Il "no" del mondo della scuola


Ma intanto si sono scatenate le reazioni a valanga da tutto il mondo della scuola.

E se i sindacati si dicono contrari alla regionalizzazione del sistema di pagamenti, a sorpresa un’apertura arriva dall’Associazione Nazionale Presidi del Lazio. «Aumentare gli stipendi al personale scolastico che vive al nord è una misura abbastanza sensata» spiega all’Ansa, Mario Rusconi. Diversa la posizione di Roberto Romito, dell’Anp Pugliese, che spiega come sia in disaccordo con le parole del ministro: «La differenziazione degli stipendi deve avvenire sulla base del merito, non della zona nella quale si lavora. Lì possono esserci dei correttivi a livello nazionale, ma non più di questo. A meno che non si decida di lasciare l’istruzione in mano alle Regioni, ma abbiamo visto con la sanità che non ha funzionato e credo non sia quello che serve. Un docente che lavora a Reggio Calabria, in una scuola in un quartiere particolare, credo debba avere maggiori incentivi rispetto a un collega che insegna in una scuola di una zona migliore ad Aosta. Tanto per fare un esempio. Già vent’anni fa si parlava di gabbie salariali, io credo che bisognerebbe puntare sull’autonomia delle singole scuole. Queste dichiarazioni mi sembrano una fuga in avanti e non è un dibattito di cui la scuola ha bisogno». Porta chiusa, quindi, dai presidi pugliesi. 


Le reazioni dell'oppozione, la difesa della Lega

E anche dalle opposizioni. «Sono gravissime le dichiarazioni del ministro Valditara - spiega Francesco Boccia, senatore del Partito Democratico e coordinatore nazionale della mozione Schlein che, anziché affrontare problemi reali come la dispersione scolastica e il potenziamento della scuola, propone stipendi differenziati per i docenti, salvo poi, anche stavolta, rimangiarsi tutto dopo che la polemica è scoppiata. Le sue parole non mi stupiscono perché si legano naturalmente al tentativo di sempre del Presidente Fontana e della Lega di regionalizzazione della scuola, con la proposta di spostare il personale della scuola dallo Stato alle Regioni». Anche Azione è sulla stessa linea: «È una proposta miope, di chi guarda solo una faccia della medaglia. Perché è vero che la vita al Nord costa di più, ma è vero pure che al Sud i cittadini, e dunque anche gli insegnati, pagano i costi indiretti dovuti a servizi peggiori. È l’altra faccia della medaglia e non tenerne conto è un errore, tanto più grave per un governo che si richiama spesso al concetto di Nazione. Che ci sia un problema di salari bassi è fuori discussione, ma non lo si risolve certo accentuando i divari Nord-Sud», dichiara la presidente Mara Carfagna. 
Dalla Puglia arriva anche il no secco di Ada Fiore, ex sindaco Corigliano d’Otranto, coordinatrice regionale di Italia Viva, che si rivolge direttamente a Valditara: «Con le sue parole ripropone a distanza di decenni una “questione meridionale” che a fatica cerchiamo di colmare proprio attraverso l’istruzione , e dimostra al tempo stesso di ignorare il valore della funzione docente che va ben oltre l’orario di lavoro e la sua monetizzazione. Con le sue parole - scrive a Valditara - insomma lei ha offeso uno dei pilastri fondamentali della nostra nazione». Contrario alla regionalizzazione degli stipendi anche il Movimento 5 Stelle.
Scende in campo a difesa del ministro, invece, Roberto Marti, senatore della Lega e presidente della commissione Istruzione: «Resto stupito dalle imbarazzanti e grossolane strumentalizzazioni che alcuni fanno delle parole del ministro Valditara, visto che non ha mai proposto una differenziazione salariale su base regionale, tantomeno una differenziazione tra docenti del Nord e docenti del Sud, anzi ha ribadito ancora una volta la centralità del contratto nazionale». La battaglia è appena iniziata.

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