A scuola in pandemia, il pass divide: sindacati contrari a sanzioni e sospensioni

A scuola in pandemia, il pass divide: sindacati contrari a sanzioni e sospensioni
di Maria Claudia MINERVA
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Martedì 17 Agosto 2021, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 14:39

Il ministero dell'Istruzione, come anticipato anche nel Protocollo d'intesa per l'avvio in sicurezza dell'anno scolastico 2021/2022 - siglato al termine di una lunga trattativa con i sindacati e dopo il dietrofront sulle questioni dei tamponi gratis e delle classi pollaio - ha inviato alle scuole una nota tecnica sul decreto legge approvato lo scorso 6 agosto, comprese le modalità di attuazione del green pass. Un riferimento importante dunque - compilato dal Capo Dipartimento, Stefano Versari, - per l'organizzazione delle attività educative e scolastiche in presenza e in sicurezza dell'ormai prossimo inizio delle lezioni. Nella nota tecnica viene infatti ribadita l'obbligatorietà della certificazione per il personale scolastico, chiarendo pure che dovranno essere proprio i dirigenti a dover controllare ed, eventualmente, sanzionare i trasgressori.

I contrari


Ma il mondo della scuola si ribella. L'Anief, l'unico sindacato che non ha firmato il protocollo, ha già raccolto oltre centomila firma di docenti e presentato un ricorso al Tar Lazio. La ragione è soprattutto l'obbligo del possesso della certificazione verde per il personale scolastico dal 1° settembre al 31 dicembre 2021, una norma che Marcello Pacifico, leader dell'organizzazione, ha definito «discriminatoria», perché va «contro il Regolamento comunitario 953/2021. Il Regolamento europeo spiega chiaramente che non può essere messo l'obbligo e non si possono discriminare i cittadini dell'Unione europea in base alla vaccinazione e al possesso del green pass. L'obbligo che porta tra l'altro non solo alla sospensione dello stipendio ma anche alle multe da 400 a 1000 euro: anche questo per noi è illegittimo».
Contro il decreto legge, e alla luce della nota esplicativa del Miur, anche la Uil Scuola, che contesta sia l'obbligatorietà del pass sia la sospensione dal servizio di docenti e personale Ata. «Nel decreto legge appaiono evidenti i vuoti normativi e le contraddizioni - ha incalzato il segretario generale della Uil Scuola Puglia, Gianni Verga -.

Si tratta di uno schiaffo ad una categoria che ha mostrato senso di responsabilità e che non può essere trattata con divieti e punizioni indistinte, con una sorta di obbligo vaccinale indistinto. Nessuno nega la possibilità di una legge che determini l'obbligo vaccinale per problemi di ordine collettivo, ma si assuma la responsabilità invece di operare una discriminazione orientata solo su una categoria ormai bistrattata di un milione di persone». La Uil Scuola Puglia contesta soprattutto la sanzione per assenza ingiustificata comminata a chi si assenterà dalla scuola perché sprovvisto di green pass. «Si tratta dell'introduzione di una ulteriore fattispecie normativa, una nuova incursione legislativa del Governo fatta in maniera frettolosa e sbagliata - ha aggiunto Verga -. Il decreto prevede la sanzione della sospensione del rapporto di lavoro e di quella amministrativa, a partire dal quinto giorno senza specificare cosa accade fra il primo e il quarto giorno. Ciò genererà, sicuramente, un trattamento disomogeneo sul territorio nazionale, aumentando il clima di sfiducia ed anche di rabbia del personale». Il sindacato nel ribadire che «non si governa la comunità educante con i decreti e con l'azione autoritativa che nasconde la dovuta autorevolezza, come vorrebbero alcuni sindacati corporativi di dirigenti scolastici tutti tesi al diktat normativo, con annesse punizioni e provvedimenti disciplinari», ha annunciato che contrasterà l'ambiguità politica «con tutte le proprie energie, forte del consenso di una categoria che non è disponibile a cedere neanche un centimetro della libertà riconosciuta dalla costituzione. Quella libertà attuata nella partecipazione democratica della Comunità educante e che non può essere messa in discussione».


Dopo l'uscita del parere tecnico ministeriale che ha ribadito la necessità di mostrare il pass per poter accedere e lavorare in sicurezza, si sono anche moltiplicate le proteste dei docenti. Nella nota si legge, al punto 4 come la «certificazione verde» sia «una ulteriore misura determinante per la sicurezza». Ma il mondo della scuola, in primis i dirigenti - che dalle pagine del nostro giornale hanno ribadito la loro contrarietà a ricoprire il ruolo di controllori - non ci sta, ed è già sul piede di guerra contro quella che viene ritenuta «un'inutile imposizione, considerato - dicono in coro alcuni docenti e presidi - che siamo stati i primi a vaccinarci».

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