Nuove regole per la gestione dei positivi al Covid: più tamponi, meno Dad. La protesta dei presidi: «Ci caricano responsabilità ma senza darci gli strumenti»

Nuove regole per la gestione dei positivi al Covid: più tamponi, meno Dad. La protesta dei presidi: «Ci caricano responsabilità ma senza darci gli strumenti»
di Maria Claudia MINERVA
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Martedì 9 Novembre 2021, 05:00

Nuove linee guida sulla quarantena a scuola. L’obiettivo del governo è ridurre al minimo indispensabile la Dad. Ma i presidi nutrono molte perplessità sulle nuove procedure, che attribuiscono a loro ulteriori incombenze e, soprattutto, responsabilità. Le indicazioni sulla quarantena dell’Istituto superiore di sanità, dei ministeri alla Salute e all’Istruzione e delle Regioni sono entrare in vigore ieri e, come già detto, servono a limitare al massimo la didattica a distanza, colpevole di aver impoverito le conoscenze e le competenze degli studenti nei due anni anni in cui la pandemia ha impedito le lezioni in presenza. Ma cosa cambia rispetto alla normativa in vigore fino a sabato scorso? Fino ad ora, con un caso in una classe tutti gli alunni andavano in quarantena. Adesso, invece, se c’è un positivo ma tutti gli altri compagni e i professori sono negativi, si resta in classe. Se i positivi sono due vanno a casa i non vaccinati, se sono tre ci vanno tutti. È fondamentale che il primo tampone, seguito da uno di controllo dopo cinque giorni, venga assicurato immediatamente, per non far perdere nemmeno un giorno di scuola ai ragazzi.

I dubbi dei presidi

Sulle procedure da seguire l’Associazione nazionale dei presidi ha già sollevato alcune obiezioni, perché si tratta di «adempimenti che non rientrano nelle prerogative dei presidi - ha incalzato l’Anp - e il ministero non può limitarsi a fornire indicazioni e continuare a non avere consapevolezza della gravità della situazione. I dirigenti scolastici continuano a garantire l’esercizio del diritto allo studio nonostante dispongano di risorse umane inadeguate nel numero e, spesso, nella preparazione professionali». Con le nuove norme i presidi, di fatto, devono informare la Asl quando c’è un caso di Covid, e poi individuare i contatti, cioè i compagni di classe e il personale che è stato almeno 4 ore nello stesso ambiente del positivo. Inoltre, devono sospendere “in via eccezionale e urgente” le lezioni se le autorità sanitarie non possono intervenire subito. 

La protesta in Puglia

«Con queste nuove regole si fanno dei passi in avanti perché secondo le precedenti indicazioni era molto facile finire in quarantena, ora invece in quarantena si va solo nel caso in cui oltre al positivo acclarato ce ne siano altri due, perché si tratterebbe già di un focolaio - ha commentato la dirigente scolastica dell’Ites Pitagora di Taranto, Nadia Bonucci -. Tuttavia, non sono chiari alcuni passaggi, ad esempio chi è stato in contatto stretto con il positivo fa il tampone e se è negativo può tornare subito a scuola, ma dopo cinque giorni dovrà fare un altro tampone non rapido. Cosa accadrà se risulterà positivo, visto che è rimasto a scuola per altri cinque giorni? Ho un po’ di perplessità su queste prescrizioni». Rispetto alla responsabilità di decidere di sospendere le lezioni, Bonucci sottolinea: «Dovremmo disporre di una sorta di modello standardizzato da inviare per i casi urgenti, ma invece non abbiamo nulla, se non delle grossissime difficoltà, perché non tutti abbiamo il referente Covid della Asl a disposizione, e manca anche il supporto dei medici di medicina generale, che non certificano nulla. Per cui ci autorizzano ad agire tempestivamente ma al tempo stesso abbiamo le mani legate, allora non possiamo sobbarcarci di responsabilità senza chiarezza di procedura». 
Dello stesso avviso la dirigente scolastica del liceo classico Palmieri di Lecce, Loredana Di Cuonzo: «Ora, oltre una laurea in giurisprudenza, economia ed ingegneria, come presidi ora dobbiamo pure laurearci in medicina - ironizza sarcasticamente -. Ci caricano di una ulteriore responsabilità, oltre alle tante altre che abbiamo, perché dovremmo decidere di questioni sulle quali non abbiamo la competenza. La decisione di chiudere una scuola in via prudenziale potrebbe essere eccessiva o insufficiente, non dovremmo decidere noi. Credo però che il governo stia agendo così per evitare la Dad, considerato i danni degli ultimi due anni».
Bisognerà vedere se le nuove regole funzioneranno all’atto pratico. «Le difficoltà delle nuove linee guida riguardano proprio la gestione di una situazione complessa come quella della presenza di un positivo al Covid in classe. Però - sottolinea il preside del Deledda di Lecce, Raffaele Capone - dovrà essere il Dipartimento di prevenzione della Asl a darci indicazioni precise sulle quarantene ed altro. Sicuramente sarà più difficile gestire perché prima in caso di un positivo tutta la classe restava a casa in Dad, ora non sarà più così e quindi questo necessità di una organizzazione un po’ diversa, ma tanto ormai siamo sempre work in progress. Del resto la Dad ha creato un disastro che è naturale che il governo voglia limitarla proprio ai casi di assoluta necessità».

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