Da settembre si torna in classe: lezioni di 40 minuti, classi di 12 alunni e a casa gli studenti con la tosse

Da settembre si torna in classe: lezioni di 40 minuti, classi di 12 alunni e a casa gli studenti con la tosse
di Maddalena MONGIò
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Sabato 30 Maggio 2020, 08:56 - Ultimo aggiornamento: 10:51

Il Miur fa la prima mossa: si torna a scuola a settembre, ma i dubbi della prima ora permangono. Nel documento per il ritorno a scuola, del comitato tecnico-scientifico, sono contenuti i requisiti che i dirigenti scolastici dovranno mettere in atto per riportare gli alunni in classe.

Tre le ipotesi degli esperti. Distanziamento sociale con distanza interpersonale non inferiore a un metro e in palestra di due; rigorosa igiene delle mani, personale e degli ambienti; capacità di controllo e risposta dei servizi sanitari della sanità pubblica territoriale e ospedaliera. Non sarà necessario rilevare la temperatura all'ingresso a scuola, ma ovviamente si sta a casa se si hanno decimi di febbre, tosse, raffreddore. E le ore di lezione potrebbero accorciarsi sino a una durata di 40 minuti, secondo le indiscrezioni trapelate riguardo al documento del Comitato di esperti del ministero dell'Istruzione guidato da Patrizio Bianchi, ma serve un apposito decreto. La ministra Lucia Azzolina e il ministro Roberto Speranza si dicono soddisfatti, anche se le matasse dovranno sbrogliarle le scuole alle quali è demandata la ricerca di soluzioni per applicare le regole di contenimento del contagio.



Scuole che dovranno fare i conti con il distanziamento sociale, con gli spazi che non sono adeguati a questa previsione, con un organico insufficiente per pensare a lezioni duplicate: in presenza e a distanza. Problemi che sono ben presenti agli esperti che sottolineano: «Il rientro in aula degli studenti e l'adozione del necessario distanziamento fisico rappresentano la principale criticità tra le misure proposte in quanto richiedono un'armonizzazione con il tempo scuola (monte ore delle discipline), con le dotazioni organiche di personale e con gli spazi della scuola. Le caratteristiche sopra evidenziate di un patrimonio edilizio scolastico non sempre adeguato per caratteristiche strutturali e concezione potrebbero non consentire di ospitare contemporaneamente tutta la popolazione scolastica, garantendo le indicazioni di distanziamento. Ulteriore elemento di criticità risiede nell'insufficienza delle dotazioni organiche del personale della scuola nella previsione di una necessaria ridefinizione della numerosità delle classi per esigenze di distanziamento».

Ma Azzolina ostenta sicurezza: «Il Governo è al lavoro per riportare tutti gli studenti in classe. Questo documento è la cornice in cui inserire il piano complessivo di riapertura: poche semplici regole, soluzioni realizzabili che ci permetteranno di tornare tra i banchi in sicurezza. A questo documento si unirà quello del Comitato di esperti del Ministero dell'Istruzione che offrirà spunti che guardano alla ripresa di settembre, ma anche oltre: l'uscita da questa emergenza, come abbiamo sempre detto, deve diventare una straordinaria spinta per migliorare il sistema di Istruzione e per promuovere l'innovazione didattica».

In premessa il comitato tecnico, a proposito del rischio contagio a scuola, puntualizza: «È opportuno ricordare che le evidenze scientifiche disponibili sia sull'andamento dell'infezione da SARS-CoV2 nei pazienti pediatrici, che sul rischio comunitario correlato alla diffusione dell'infezione veicolata dalla popolazione infantile, non sono sufficienti per consentire un'analisi del rischio nello specifico contesto. È stato dimostrato che soggetti giovani tendono a presentare con minore frequenza la malattia Covid-19 in forma sintomatica, ma possono contrarre l'infezione, in forma asintomatica, con cariche virali confrontabili con quelle di soggetti di età maggiore contribuendo pertanto alla diffusione del virus».

Per le mense scolastiche è precisato che «il consumo del pasto a scuola va assolutamente preservato, ma sempre garantendo il distanziamento attraverso la gestione degli spazi, dei tempi (turni) di fruizione e, in forma residuale, anche attraverso l'eventuale fornitura del pasto in lunch box per il consumo in classe». Per la ricreazione «andranno limitati gli assembramenti nelle aree comuni. Saranno valorizzati gli spazi esterni per lo svolgimento della ricreazione, delle attività motorie o per programmate attività didattiche».

Ma d'inverno come si potrà utilizzare questa via di fuga? E poi sulla lezione in presenza «la didattica a distanza attuata nei mesi dell'emergenza ha certamente rappresentato una risposta pronta ed efficace delle scuole e ha determinato un'accelerazione di nuove competenze del personale scolastico e degli studenti; nella prospettiva della riapertura delle attività didattiche in presenza la modalità a distanza potrà rappresentare un momento integrativo e non sostitutivo, diversamente applicato e commisurato alle fasce di età degli studenti».
Di fronte alle tante incognite anche i sindacati scuola hanno proclamato lo sciopero generale per il prossimo 8 giugno.

Ieri si è svolto in videoconferenza un incontro con il Ministero dell'Istruzione. L'incontro ha lasciato del tutto insoddisfatte le organizzazioni sindacali. «Insufficienti le risorse destinate al sistema d'istruzione per fronteggiare l'emergenza», hanno detto.

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