Scuola, si torna in aula: primo test per green pass e trasporti. «Ma ancora troppe incertezze»

Scuola, si torna in aula: primo test per green pass e trasporti. «Ma ancora troppe incertezze»
di Maria Claudia MINERVA
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Lunedì 13 Settembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:50

Nonostante la maggior parte degli studenti pugliesi ricomincerà le lezioni il 20 settembre prossimo (la nostra regione e la Calabria saranno le ultime a partire), oggi anche in Puglia molte scuole anticipano la riapertura, soprattutto istituti tecnici e professionali, dopo quasi due anni di Dad. Tanta emozione questa mattina per i ragazzi e anche per i dirigenti.

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Le incognite sono tante anche quest’anno, ma il primo giorno sarà un banco di prova soprattutto per il green pass, gestito dalla super app del ministero, che attraverso un semaforo verde, rosso o giallo, decreterà il via libera all’ingresso, e per i trasporti che stanno facendo penare i presidi di alcune province pugliesi per via dei doppi turni.

Qualcuno ha anche minacciato di far slittare l’inizio dell’anno.

Moltissimi problemi che, tuttavia, non scalfiscono «la gioia grandissima» del ministro all’Istruzione, Patrizio Bianchi, che nel suo messaggio inviato alle scuole ha espresso «profondo ringraziamento alle studentesse e agli studenti, ai genitori, al personale scolastico e amministrativo, centrale e territoriale, così come alle tante persone che contribuiscono ogni giorno alla vita delle nostre scuole». E dal ministero arrivano anche i numeri dei nuovi assunti: in Puglia sono riusciti saliti in cattedra, con contratto a tempo indeterminato, 2.422 nuovi docenti (59.425 in tutta Italia), più 641 assunti con incarichi conferiti per il Covid. Immesse in ruolo anche 507 unità di personale tecnico-amministrativo (Ata). Un’accelerata sull’organico che testimonia la ferrea volontà di ripartire in presenza, scongiurando la Dad.

La protesta


Nonostante i buoni propositi, il primo giorno di scuola comincia anche nel segno della protesta. Davanti al Ministero dell’Istruzione e a più di 50 scuole in tutto il Paese e nelle maggiori città, tra cui Bari, Roma, Palermo, Firenze, Genova, Padova e molte altre, stavolta i ragazzi aderenti alla “Rete degli studenti medi” si mobiliteranno «per denunciare - spiegano - l’assenza di certezze sul rientro scolastico, il mancato coinvolgimento nelle decisioni prese e l’inesistenza di qualsiasi piano di investimento per il futuro delle nuove generazioni, a partire dal Pnrr». Il rientro scolastico, per il secondo anno consecutivo, dicono gli studenti, «sembra essere un susseguirsi di slogan più che di misure ad hoc per garantire il diritto allo studio a tutti. Dopo due anni di assenza di scuola siamo felici che il Ministero si impegni per il ritorno in presenza, ma non basta dichiararlo. Troppo poco è stato fatto: sulle vaccinazioni non tutte le Regioni hanno attivato i canali preferenziali per i 12-18 anni, sugli spazi poco è cambiato e c’è troppa confusione sulle misure per la sicurezza dentro le classi. Allo stesso modo, manca qualsiasi ragionamento del governo sul futuro delle nuove generazioni: il Pnrr è stato scritto senza ascoltare i giovani e abbiamo timore per le modalità con le quali questi soldi saranno utilizzati. Siamo una generazione messa all’angolo, una generazione che ha contato zero nell’ultimo anno e mezzo per volontà politiche. È il momento di ripartire da zero».

L'altro fronte


Oltre agli studenti, stamattina, e in replica anche il 20 quando riapriranno anche le scuole della Puglia, protestano anche i sindacati, in particolare l’Anief, che non ha mai sottoscritto il protocollo per la ripartenza della scuola, che metterà in atto uno sciopero, perché - ha spiegato Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato - «invece di investire – dice Marcello Pacifico - su personale, spazi e nuovi rapporti numerici alunni-docenti, si è deciso di scaricare le responsabilità addosso ai dipendenti scolastici». Tra i motivi che hanno portato il sindacato a proclamare lo stop delle lezioni c’è il contestatissimo obbligo di green pass (ora previsto anche per i genitori degli studenti, come da decreto 122 del 10 settembre scorso) per accedere negli istituti: un obbligo che prevede inaccettabili sanzioni per il personale che non si adegua e che vede ancora braccio di ferro sui tamponi gratuiti e i test salivari per tutti gli studenti. Tuttavia, tra i nodi ancora da sciogliere, quello che più di tutti rischia di influenzare negativamente la ripresa in presenza delle lezioni in Puglia è sicuramente quello legato ai trasporti: i numero tavoli prefettizi non hanno portato a una decisione unanime per tutta la regione. Così, le province di Lecce e Brindisi adotteranno il turno unico, mentre Bari, Taranto, Bat e Foggia lo scaglionamento degli ingressi. Una scelta quest’ultima che lascia l’amaro in bocca a presidi e sindacati, che contestano l’ulteriore appesantimento per le scuole - giacché molti docenti hanno cattedre su più istituti e in Comuni diversi - annunciando nuove e più determinanti battaglie. 

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