Scuola in presenza, scelta ai genitori. E i presidi sfidano la Regione: «Scarica le responsabilità, seguiremo solo il Dpcm»

Scuola in presenza, scelta ai genitori. E i presidi sfidano la Regione: «Scarica le responsabilità, seguiremo solo il Dpcm»
di Paola COLACI
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Domenica 8 Novembre 2020, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 10:58

«Si invitano i dirigenti scolastici ad attenersi unicamente alla norme statali in vigore previste dal Dpcm del 3 novembre». Disobbedienza, dunque, contro la nuova ordinanza regionale. Per l'Associazione nazionale Presidi il tempo degli appelli alla ragionevolezza, al confronto costruttivo e al dialogo per fare sintesi tra la garanzia del diritto allo studio e la tutela della salute di migliaia di docenti e mezzo milione di studenti pugliesi sembra terminato. Ora il mondo della scuola si mobilita e si prepara alla battaglia contro il provvedimento firmato lo scorso venerdì dal governatore Michele Emiliano.


La terza ordinanza in appena tre settimane, pubblicata a poche ore dall'emissione di due decreti di sospensione del Tar di Bari del provvedimento regionale del 28 ottobre che prevedeva la chiusura di tutti gli istituti pugliesi di ogni ordine e grado, ordinanza con la quale Emiliano ha invertito la rotta. Studenti di elementari e medie in classe già da ieri, dunque. A patto, però, che le istituti garantiscano la Didattica a distanza (Dad) ai genitori che ne facciano richiesta per i figli. E tutte le assenze accumulate dagli studenti impegnati a seguire le lezioni da casa saranno giustificate.

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Ma i dirigenti scolastici non ci stanno. E dopo settimane di tensioni, polemiche e appelli al governatore ad allinearsi con le direttive che il Dpcm detta su tutto il territorio nazionale (lezioni in presenza per elementari e medie e Dad solo per le superiori) ora Anp Puglia scende in campo.

E annuncia azioni a tutela dei dirigenti scolastici contro un'ordinanza che rappresenta «un inaccettabile scarico di responsabilità sull'amministrazione scolastica, sui dirigenti e sulle famiglie».


Nel dettaglio, dunque, i rilievi al provvedimento mossi dall'Associazione nazionale presidi. «Il presidente Emiliano addebita all'amministrazione scolastica (Ministero dell'Istruzione) l'omissione dell'aggiornamento tecnologico delle scuole del ciclo primario, nonostante i lunghi mesi di preparazione e gli ingenti investimenti effettuati - si legge nella nota che porta la firma del presidente regionale di Anp Roberto Romito -. Nel far ciò, sorvola, invece, sulle responsabilità proprie in tema di potenziamento dei trasporti e delle risorse disponibili per il sistema sanitario, i cui ritardi e disfunzioni hanno grandemente determinato».


Poi un altro attacco frontale al governatore reo, secondo Romito, di aver intimato alle scuole di provvedere con urgenza all'adeguamento tecnologico necessario a garantire la didattica a distanza. «E tutto ciò in assenza di qualsiasi responsabilità nel concorrere al finanziamento necessario per attuarlo da parte della Regione - insiste il rappresentante dei presidi pugliesi -. Ma Emiliano detta norme innovative anche sulle assenze degli alunni e sulla loro giustificazione che, a parere di questa associazione, rientrano invece fra quelle norme generali sull'istruzione che afferiscono a materie di competenza esclusiva dello Stato». Dunque, l'invito a tutti i presidi delle scuole pugliesi «ad attenersi unicamente alle norme statali in vigore adottate con il recente Dpcm del 3 novembre in tema di misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica». Misure che, come è noto, prevedono sino al 3 dicembre le lezioni in presenza per gli alunni delle elementari e delle medie, ferma restando la didattica digitale integrata al 100% per gli studenti delle superiori.


Ma a scendere in campo ora sono gli anche gli insegnanti. A mezzo lettera aperta e inviata al governatore nelle scorse ore, il Coordinamento regionale Docenti per il Diritto alla Salute chiede a Emiliano e all'assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco di «riconoscere anche agli insegnanti la facoltà di poter optare per la didattica a distanza o per quella in presenza, a tutela della salute propria, dei loro cari e nell'interesse della comunità». I docenti pugliesi hanno, poi, ricordato ai vertici regionali l'impegno profuso dal mondo della scuola durante la pandemia. «Ci siamo sono subito messi in gioco, attrezzandoci con la didattica a distanza e provvedendo, spesso a proprie spese, all'acquisto degli strumenti informatici, colmando così nel giro di pochi giorni un gap tecnologico che certamente non poneva la scuola italiana all'altezza delle sfide del mondo contemporaneo». E anche il riferimento nel decreto del Tar Bari sul ricorso proposto dal Codacons Puglia di Lecce rispetto «a una presunta inadeguatezza del sistema scolastico pugliese ad attivare subito la Dad, oltre a non corrispondere al vero, rappresenta uno schiaffo all'impegno e alla professionalità di moltissimi lavoratori del mondo della scuola». Gli stessi lavoratori che ora, però, chiedono al governatore il diritto a tutelare la propria salute al pari di quella degli alunni e delle loro famiglie.


Ma già nelle prossime ore un'altra lettera sarà recapitata all'indirizzo di Emiliano e Lopalco. A stilarla e sottoscriverla autonomamente sono ancora una volta i dirigenti scolastici pugliesi. «Nutriamo forti dubbi che lasciare libertà di venire a scuola o restare a casa agli studenti possa permetterci di organizzare (nello spazio di un weekend) un servizio decente. Non si può pensare di avere mezza classe in presenza e mezza a casa, se non col doppio del personale o peggio, con le telecamere in classe. Siamo preoccupati per la salute delle nostre comunità non meno di lei. Ma conosciamo il mondo in cui operiamo e sappiamo che esistono anche dei limiti invalicabili. Simili provvedimenti, scritti senza conoscere le specificità del servizio coinvolto, creano problemi che certamente non possono essere risolti nello spazio di un weekend».

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