Didattica a distanza o in classe, il caos è servito. Emiliano: «Tenete i bambini a casa». In un Comune aule vuote: 750 bambini in Dad

Didattica a distanza o in classe, il caos è servito. Emiliano: «Tenete i bambini a casa». In un Comune aule vuote: 750 bambini in Dad
5 Minuti di Lettura
Lunedì 9 Novembre 2020, 10:06 - Ultimo aggiornamento: 18:32

«Faccio mio l'appello dei pediatri: evitate di mandare i bambini a scuola in presenza, è più sicuro sia per i ragazzi che per la salute pubblica»: lo ha detto il presidente della Regione Michele Emiliano. «Cercate di fare il più possibile da casa, fino a quando i dati epidemiologici non scenderanno».

La mappa delle scuole, oggi, fra Dad e Did è stata a macchia di leopardo. La scuola riapre, ma 750 alunni restano a casa e scelgono la didattica a distanza. Accade a Melendugno, comune del Salento, dove le aule dell'istituto comprensivo “Rina Durante” sono rimaste vuote. I genitori degli alunni, avvalendosi della possibilità di scelta prevista dall'ultima ordinanza regionale, hanno deciso di non mandare i propri figli a scuola prudenzialmente, per via dell'incertezza sul numero dei casi Covid registrati nel piccolo comune salentino . «Non mi aspettavo questa adesione totale alla Ddi - spiega la dirigente Annarita Carati -, anche se gli eventi delle ultime ore erano state sentinella di questa scelta. Probabilmente i genitori hanno scelto di tenere i figli a casa anche perché in questi mesi abbiano implementato il sistema di didattica a distanza che permette comunque di garantire il diritto ala studio». «Saranno considerati assenti - precisa - solo gli studenti che non seguiranno le lezioni a distanza. Quando i genitori decideranno di riportare i ragazzi a scuola, la struttura è pronta ad accoglierlo in totale sicurezza».

Ma non ovunque questa giornata è filata liscia come a Melendugno. Nel Salento, come nelle altre province di Puglia, c'è stato chi non è riuscito a seguire le lezioni da casa, chi non aveva una efficiente linea wi-fi o un tablet a disposizione o, ancora, chi l'aveva ma frequenta una scuola poco dotata dal punto di vista tecnologico. E, ancora, ci sono state maestre impegnate a tenere a bada 15 bambini in classe e a seguire, a distanza, coloro i quali sono rimasti a casa perché i genitori hanno scelto la didattica a distanza. La doppia opzione - presenza a scuola o Dad - consentita dall'ordinanza pugliese del presidente Michele Emiliano si è tradotta, questa mattina, nel caos. Come, peraltro, annunciato e previsto dai presidi che chiedono da giorni misure univoche, chiare e semplici per allineare il sistema di istruzione pugliese alle misure di contenimento del contagio da Covid-19 previste dal Dpcm del Governo per le regioni classificate come “arancioni”: didattica in presenza per il primo ciclo di studi, cioè per elementari e medie; dad per tutti gli altri.

Se ancora ieri si consumava il braccio di ferro fra la Regione e il ministero dell'Istruzione - che ha chiesto al governatore di Puglia di rendere conto degli investimenti fatti per arrivare preparata all'inizio dell'anno scolastico -, questa mattina il disorientamento, la confusione, la frustrazione l'hanno fatta da padrone, tanto fra i genitori che, di riflesso, fra i più piccoli. Alle elementari, chi ha scelto la Dad ha atteso anche più di un'ora di collegarsi con la classe in presenza un po' in tutti i plessi degli istituti di Lecce sia pubblici che privati.

Qualche volta senza riuscirci affatto. «Da casa non si sente nulla, la connessione è pessima - ha raccontato Emanuele, 10 anni - e io è come se non ci fossi: non riescono a sentirmi, quindi non posso interagire con la maestra e con i compagni». 

L'analisi dello psicologo: «Insegnanti e studenti disorientati, con la Dad relazioni sociali a rischio»

Scuola, il ministro Azzolina: «Emiliano ritiri l'ordinanza». E reclama: «Trasporti e sanità, ora dica cosa ha fatto per l'avvio dell'anno scolastico»

Scuola in presenza, scelta ai genitori. E i presidi sfidano la Regione: «Scarica le responsabilità, seguiremo solo il Dpcm»

In una scuola media di Brindisi la Dad è saltata in toto: niente lezioni per chi ha preferito rimanere a casa. E se è vero che - sempre con la medesima ordinanza - la Regione ha stabilito come le assenze siano obbligatoriamente da giustificare, è vero pure che non è questo che desiderano i genitori che hanno optato per tenere a casa i loro figli: «L'obiettivo - dicono - è garantire loro sicurezza e istruzione, insieme».

Ancora. «Mio figlio frequenta la prima elementare a Lecce - ha riferito un papà - e nella sua classe 2 bambini hanno scelto la Dad. Così la maestra, con la classe quasi al completo in presenza, ha dovuto per motivi tecnici lasciare l'aula piena alla docente di religione e spostarsi per fare lezione ai due bambini a casa, salvo poi rientrare e ripetere la stessa lezione agli alunni in presenza».

I pediatri pugliesi, intanto, lanciano un appello: «Cari genitori, non mandate i vostri figli a scuola». «Sono i dati forniti dalla Asl di Bari - spiega Luigi Nigri, vicepresidente nazionale della Fimp, la federazione italiana dei medici pediatri - a dimostrare che ha funzionato evitare che gli alunni tornassero in classe. Sia chiaro un aspetto: i pediatri non sono per principio contrari alla frequenza. Ci mancherebbe. Ma in questo momento il decorso dell’epidemia e il sistema di tracciamento non consentono di avere un’alternativa alla Dad. Noi apprendiamo in gran parte da genitori e studenti la positività degli scolari, a dimostrazione degli attuali limiti del contact tracing».

«Purtroppo - continua Nigri - non abbiamo ancora attivato il sistema di test rapidi per bloccare sul nascere i casi sospetti. Sembra che ci siano, ma in numero inadeguato. Resta poi da stabilire quanti pediatri interverranno e quali saranno le sedi dei punti di prelievo. Nei nostri ambulatori non è possibile sia perché in molti casi non sono adeguati, ma soprattutto perché la priorità è mantenere gli studi in sicurezza per le altre esigenze. Molto più praticabile è andare in sedi apposite. Risulta che si stia pensando ai distretti ed eventualmente a locali che alcuni sindaci hanno messo a disposizione. Vedremo. Di sicuro è fondamentale organizzarsi al meglio perché altrimenti torneremo al punto di partenza. La ripresa dell’attività scolastica oggi riproporrebbe l’emergenza nel giro di una settimana».

© RIPRODUZIONE RISERVATA