Rientro in classe: fino all'80% propende per la Dad. I sindacati: «Non siamo al supermarket». Emiliano: «Chi vuole va, chi non vuole non va. L'ideale»

Rientro in classe: fino all'80% propende per la Dad. I sindacati: «Non siamo al supermarket». Emiliano: «Chi vuole va, chi non vuole non va. L'ideale»
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Venerdì 29 Gennaio 2021, 07:41 - Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 15:15

Comincia il conto alla rovescia: meno tre giorni al ritorno in classe degli studenti delle scuole superiori - ormai da mesi in Dad - ma non proprio al 50%, (figurarsi, poi, se al 75%, come preventivato per una seconda fase). La gran parte di studenti e famiglie, infatti, ha optato per la didattica a distanza, che in questa fase (alcuni in presenza, molti altri a casa) diventa Didattica digitale integrata, con tutte le difficoltà e i ritardi che questo comporta. Come recita, infatti, l'ultima ordinanza del governatore pugliese, Michele Emiliano, anche per le superiori c'è l'opzione - lasciata alle famiglie - di scegliere se mandare o meno i figli in presenza. Cos'è successo in concreto? Il caos totale. Perché alla fine dello "spoglio" dei questionari inviati alle famiglie per sapere quanti avrebbero richiesto la didattica da casa si è scoperto una tendenza maggioritaria, in alcune scuole anche superiore all'80%, per la didattica a distanza. Il risultato è la confusione totale, alimentata dalle chat dei gruppi Whatsapp dei genitori che continuano a scambiarsi informazioni fibrillanti, con tutto quello che ne consegue in termini di apprensione e difficoltà nel gestire una modalità che, in realtà, spetterebbero alla scuola e non certo alle famiglie, come invece hanno derogato finora le ordinanze regionali.

I sindacati della scuola pugliese (Cgil, Cisl, Snals, Fgu Gilda) e le associazioni Anief e Anp, stanchi di tutti i disagi che sono pesati esclusivamente sulla scuola hanno lanciato un appello ai 635 Consigli di Istituto della regione chiedendo «una presa di posizione forte che rivendichi l'autonomia organizzativa e funzionale della scuola, sancita dalla Costituzione. Le scuole, pur non potendosi sottrarre a quanto disposto dal Governatore, possono e devono alzare la voce e la Regione non può non tenerne conto» hanno detto all'unisono.

È stato quindi predisposto un ordine del giorno da inviare a tutti i Consigli d'Istituto delle scuole pugliesi perché «adottino una delibera con la quale chiedono la cessazione delle ordinanze regionali, con l'obiettivo di recuperare per quanto possibile un rientro in classe in presenza in sicurezza». Non solo. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto che anche in Puglia «si applichino i Dpcm, senza ulteriori ordinanze regionali che introducono, unico caso nel panorama nazionale, la facoltà di scelta delle famiglie» ha spiegato Claudio Menga, segretario della Flc Cgil. «Se c'è rischio grave si resti tutti a casa, altrimenti si torni a scuola tutti - ha aggiunto Roberto Romito, rappresentante dei presidi -. Frequentare le scuole è un dovere e la frequenza non può che avvenire con le regole della scuola. La libertà di scelta pugliese offende gravemente la dignità delle scuole, riducendole a parcheggio, calpesta la loro autonomia organizzativa e svilisce il duro impegno di dirigenti e insegnanti».

Secondo i sindacati il perdurare di questa modalità avrà «serie ricadute sulla didattica». «Si sta creando un buco formativo che, soprattutto nel secondo ciclo, può costituire un pericoloso carburante per la dispersione, che in Puglia è molto alta. «La didattica mista non può essere un modello - ha sottolineato Roberto Calienno, segretario della Cisl Scuola - perché si crea un divario tra chi frequenta e chi no e tenere i ragazzi attaccati ai monitor per tante ore non può produrre miglioramenti formativi.

Una soluzione tampone non può trasformarsi in un modus operandi consolidato. A scuola o non si torna, per il rischio ingestibile, oppure si torna nelle modalità sancite dal Governo».

«La scuola non è un supermarket - gli ha fatto eco Vito Carlo Castellana, referente Gilda - dove se mi piace vado altrimenti no. I docenti hanno la responsabilità della culpa in vigilando degli studenti presenti, quindi non possono contemporaneamente seguire chi è in classe e chi resta a casa» ha concluso sottolineando come la scuola dell'Infanzia sia stata «totalmente ignorata dalle ordinanze». La segretaria regionale dello Snals, Chiara De Bernardo, ha invece puntato il dito sulla disparità comportamentale rispetto al servizio dei trasporti, con le province di Lecce e Taranto che hanno scelto l'orario scaglionato, mentre le altre no. Infine, Pasquale Spinelli di Anief Puglia ha acceso i riflettori sulle classi-pollaio e gli organici.

Finora l'opzione della scelta affidata ai genitori ha visto circa il 50-60% degli alunni di elementari e medie frequentare in presenza, mentre per le superiori, a partire dal primo febbraio, come detto, le stime sono del 20%. Se anche la prossima ordinanza regionale continuerà a prevedere la possibilità di scelta sulla frequenza, i sindacati si sono detti pronti a mobilitarsi.

EMILIANO: «CHI VUOLE VA E CHI NON VUOLE NON VA, MI PARE IL SISTEMA IDEALE»
«A scuola vige l'obbligo di presenza, ma l'obbligo di frequenza durante una pandemia è inconcepibile. Chi pretende di dire ad una famiglia 'devi portare per forza fisicamente tuo figlio a scuola', viola il diritto alla salute previsto dalla Costituzione. Con le nostre ordinanze stiamo tutelando il diritto alla salute di coloro che vogliono rimanere a casa, visto che la scuola, a differenza di altri settori, ha previsto un sistema alternativo che è la didattica a distanza». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

 «La didattica in presenza è pericolosa non solo per la scuola in sé per sé, che potrebbe essere sicura, ma in teoria c'è un milione di persone che va avanti e indietro due volte al giorno ed è una cosa folle. Noi teniamo chiusi bar e ristoranti e poi dovremmo far muovere un milione di persone avanti e indietro». Così ha proseguito nel suo ragionamento Emiliano, che oggi ha partecipato ad Andria ad un incontro sulla scuola. Rispondendo a margine alle domande dei cronisti, Emiliano ha ribadito che «i ragazzi non vogliono tornare in classe, ce ne sono alcuni che vogliono tornare in classe e il bello della mia ordinanza è che chi vuole andare in presenza va in presenza, chi vuole rimanere a casa rimane a casa, mi pare il sistema ideale. È unica in Italia e funziona proprio per questa ragione». «Chi ha bisogno o sente di voler correre il rischio di ammalarsi e far ammalare i propri cari - ha concluso - può andare in presenza in Puglia». 

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