“L'anno scolastico che verrà”: le speranze dei bambini pugliesi per il ritorno fra i banchi - IL VIDEO

“L'anno scolastico che verrà”: le speranze dei bambini pugliesi per il ritorno fra i banchi - IL VIDEO
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Giovedì 4 Giugno 2020, 12:01 - Ultimo aggiornamento: 12:02

Chissà cosa avrebbe scritto oggi, in tempi di Covid19, il più celebre autore italiano per l’infanzia del XX secolo. Si è messo nei panni di Gianni Rodari un gruppo di bambini salentini tra i sei e gli otto anni che, mettendoci la faccia, hanno lanciato un messaggio sull’imprescindibile ruolo della scuola. Con l’aiuto di mamme e papà, hanno reinterpretato il testo di una delle più celebri poesie di Rodari, calzante a pennello in questo momento di incertezza generale sul futuro. 

“Indovinami indovino,
tu che leggi nel destino:
la scuola a settembre riaprirà?
Sì, no o “metà e metà”?

Sento dire al telegiornale
che tutti vogliono una vita normale
certo, non ad ogni costo,
perché la salute è al primo posto.

Ma se è importante pensare al mercato,
all’economia, ad Alitalia e al campionato
alla scuola chi ci pensa?
Noi non possiamo stare senza…”

Con un piccolo aggiustamento nel titolo, la poesia “L’anno nuovo” è diventata il video “L’anno (scolastico) che verrà” (montaggio di Stelvio Attanasi). Lanciato ieri sui social, è stato condiviso da centinaia di genitori, maestri, dirigenti, nonni e gente comune, tutti toccati nel profondo dalle belle facce e dall’ottima interpretazione di Andrea, Virginia, Jacopo, Lavinia, Domenico, Maria, Giorgio e Angelica.

GUARDA IL VIDEO: zm92yTYC3AE

«L'idea del video nasce dagli interrogativi dei bambini (e dei loro genitori) su cosa li aspetta a settembre» dice Virginia Panzera, mamma di uno degli interpreti, a cui si deve l’idea e la cura del testo. «Abbiamo tanti timori, tra cui, per esempio - prosegue -, che le regole per una riapertura possano non tenere conto del fatto che a rispettarle devono essere bambini, ai quali abbiamo già chiesto un enorme sforzo e che non vedono l'ora di tornare alla loro bellissima quotidianità, in cui la scuola è centrale. La soddisfazione più grande, intanto, è sapere che nel messaggio semplice che abbiamo lanciato si stanno riconoscendo tanti altri bambini e tanti altri genitori, di tutta Italia». Per il resto anche quest’anno sarà come i grandi decideranno.

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