Riapertura delle scuole, scontro governo-Regioni: pressing per tornare in classe dopo l'Epifania

Riapertura delle scuole, scontro governo-Regioni: pressing per tornare in classe dopo l'Epifania
di Maria Claudia MINERVA
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Venerdì 27 Novembre 2020, 09:13 - Ultimo aggiornamento: 17:35

Il dubbio è di quelli amletici: ha senso riportare tutti gli studenti delle scuole superiori in classe il 9 dicembre, oppure, considerato che si è ormai a ridosso delle vacanze di Natale, aspettare il nuovo anno? La scadenza, il 3 dicembre prossimo, del Dpcm è ormai vicina e il Governo è chiamato ad esprimersi su uno dei temi centrali dell'emergenza Covid: l'istruzione. «La scuola va riaperta appena possibile. Noi non dobbiamo procurare disagi in particolare ai nostri giovani» ha detto il premier Giuseppe Conte parlando in conferenza stampa a Palma di Maiorca e interpretando anche i desiderata della ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina.


Ma i governatori, pressoché compatti, continuano ad opporsi. La posizione di contrarietà alla riapertura delle scuole superiori prima delle festività natalizie è stata ribadita anche ieri pomeriggio, nel corso vertice tra il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, le Regioni, l'Anci (i Comuni) e l'Upi (le Province).

Secondo i presidenti delle Regioni, il rischio sarebbe quello che all'apertura decisa dal Governo si contrapponessero, invece, chiusure decise da sindaci e dirigenti scolastici, come di fatto sta accadendo in Puglia, allarmati dall'aumento dei contagi. Per questo è stato chiesto di prolungare la didattica a distanza per le superiori fino a dopo la Befana.


«Le Regioni unanimemente hanno ritenuto di suggerire al governo di procrastinare al 7 gennaio ogni riapertura della didattica in presenza per chi è ancora oggi in didattica a distanza», hanno confermato i governatori, per i quali la riapertura nei prossimi giorni sarebbe «una mossa inopportuna in questo momento, soprattutto alla vigilia della pausa festiva, in assenza di un programma di scaglionamento degli ingressi e in assenza di un servizio pubblico che oggi prevede capienza al 50% e andrebbe ritoccata».


Insomma il nodo principale, oltre al tracing e allo scaglionamento degli orari, resta il trasporto pubblico. La ministra Azzolina, dal canto suo, continua a spingere - lo fa da settimane - per la riapertura, sebbene ieri, rispondendo alle domande dei ragazzi, pur confermando che sta lavorando «per riportarvi quanto prima a scuola», ha avvertito che «dobbiamo essere cauti e fare delle scelte». «Ho tanti sogni - ha raccontato agli studenti - personali e lavorativi, come tutti quanti. Ma per ora quello più grande è sicuramente rivedervi tutti tra i banchi il prima possibile. Perché è un vostro diritto tornarci e perché al scuola deve essere la nostra priorità». Al suo fianco è la ministra per la Famiglia, Elena Bonetti, pentita di aver mandato tutti i ragazzi delle superiori a casa con la didattica a distanza.


Si profila quindi un confronto serrato nel governo, mentre i presidi e i sindacati della scuola sono per la ripresa delle lezioni in presenza ma solo se il sistema è in grado di garantire un potenziamento dei trasporti, del sistema di tracciamento, supplenti, laddove manchino i docenti titolari, ingressi realmente scaglionati. «Riaprire il 9 dicembre le scuole superiori mi sembra inutile, perché se la situazione è quella che è perché riaprire per 12 giorni, con tutti i rischi che ne conseguono, considerato che c'è pure il nodo trasporti che ancora deve essere risolto» ha sottolineato il presidente dell'Anp (Associazione nazionale presidi) Puglia. Discorso a parte, invece, per i più piccoli. «In quel caso siano i sindaci ad assumere il controllo della situazione - ha aggiunto Romito -. Chi meglio degli amministratori conosce il proprio territorio e la situazione delle scuole? Siano loro, a questo punto, a decidere di chiudere gli istituti nei casi che ritengono più a rischio. E molti sindaci, in realtà, lo stanno già facendo».


Intanto, ieri, l'assessorato regionale ai Trasporti, sotto la guida di Anita Maurodinoia, ha convocato un tavolo con le società di trasporti pugliesi, nel corso del quale si è discusso soprattutto dei problemi legati al trasporto degli studenti: richieste di implementazione delle linee e aggiustamenti ai programmi di esercizio per tarare il trasporto scolastico alle esigenze di ingressi e uscite scaglionati degli alunni da scuola. La confusione è tanta. «In un quadro di incertezze, fra aperture non definite delle scuole, in un quadro di incertezza economico, risulta davvero complicato poter programmare e fornire i servizi - ha sottolineato il presidente di Asstra Puglia, Matteo Colamussi -. Apprezziamo l'apertura del tavolo regionale con cui intendiamo discutere e collaborare. Tutto questo avviene mentre le nostre aziende versano in uno stato di grandissima difficoltà finanziaria rispetto a una perdita sempre maggiore di ricavi».

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