Era la notte tra il 2 e il 3 ottobre 1989: Giovanbattista Tedesco a Taranto svolgeva il suo ruolo di capo della vigilanza all’allora Italsider. Venne ucciso perché aveva osato opporsi alle imposizioni della Sacra Corona Unita. In quegli anni la malavita legata a questa associazione criminale intendeva infatti infiltrarsi nell’acciaieria. Non gli diedero nemmeno il tempo di solcare il portone della sua casa a Paolo VI: ammazzato perché non si piegava. Tedesco, ex carabiniere, aveva una moglie e un figlio piccolo.
A più di trent'anni dalla morte, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha voluto ricordare quel momento: «Oggi ricorre l'anniversario di Giovanbattista Tedesco vittima innocente di mafia pugliese. Era a capo della vigilanza all'Italsider di Taranto. Venne ucciso nella notte tra lunedì 2 e martedì 3 ottobre 1989 dai killer della Sacra Corona Unita perché non aveva accettato di chiudere un occhio sui traffici illeciti che si svolgevano all'interno dell'acciaieria».
«In quegli anni - prosegue - la Sacra Corona Unita era molto attiva. Ed è stato grazie a coloro che non si sono mai piegati, che hanno fatto fronte comune contro la criminalità, se la mafia di quel tempo è stata contrastata, indebolita, sconfitta». «L'esempio di persone come Giovanbattista, la memoria che si trasforma in impegno - aggiunge - contribuisce a rendere la nostra società libera e reattiva di fronte alle mafie.