Caro carburante, tir in sciopero. «Proseguiremo fin quando il Governo non comprenderà le nostre ragioni». Rischio aumento costi dei prodotti agroalimentari

Caro carburante, tir in sciopero. «Proseguiremo fin quando il Governo non comprenderà le nostre ragioni». Rischio aumento costi dei prodotti agroalimentari
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Giovedì 24 Febbraio 2022, 14:43 - Ultimo aggiornamento: 16:54

Non si ferma la protesta degli autotrasportatori contro il caro carburante. Ancora oggi si sono verificate proteste e "tir lumaca" sulle autostrade italiane. La mobilitazione degli autotrasportatori del Mezzogiorno prosegue anche oggi in Puglia, Molise e Sicilia, ma continuano le code anche all'ingresso dell'area portuale di Ravenna. «Proseguiremo fin quando il Governo non comprenderà le nostre ragioni», dicono alcuni aderenti alla protesta, che non è stata lanciata da alcuna sigla sindacale nazionale. A quanto si apprende, alcuni autotrasportatori hanno segnalato che i propri mezzi sarebbero stati bloccati dagli stessi manifestanti in autostrada affinché non proseguissero e aderissero alla mobilitazione. Rallentamenti sono stati registrati inoltre sulla Biferina (Molise) e su diverse statali pugliesi in vista di una nuova protesta domani a Bari.

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Merce bloccata e incremento dei costi

Intanto nessun prodotto agroalimentare proveniente dalla Sicilia e dalla Puglia è arrivato oggi al Centro Agroalimentare Roma, il più grande Mercato d'Italia, e sono a disposizione prodotti in arrivo dalla Spagna, insufficienti a soddisfare l'intera domanda, e ciò porterà ad un ulteriore incremento dei costi. Lo rende noto il Car di Roma a proposito delle ripercussioni a causa dello sciopero degli autotrasportatori e del conseguente blocco della circolazione dei tir, che già nelle prossime ore rischia di paralizzare l'intero comparto agroalimentare italiano.

«Abbiamo disponibilità di prodotti locali, la cui distribuzione non è stata impattata dallo sciopero -commenta Fabio Massimo Pallottini, Direttore Generale del Centro Agroalimentare Roma- la situazione che abbiamo davanti rischia di far saltare le logiche dell'intera filiera agroalimentare.

Gli agricoltori dovranno continuare a raccogliere i prodotti nei prossimi giorni, anche se non riusciranno a distribuirli. Allo stesso tempo la merce già raccolta e rimasta bloccata per lo sciopero, sarà destinata solamente ai mercati vicini e non alla grande distribuzione». «I consumatori dovranno rinunciare ai prodotti italiani che arrivano dal Sud dell'Italia come ad esempio l'arancia», conclude al direzione del Car.

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