Sanità, dal governo fari sulla Puglia: «Pronti a inviare ispettori nei Pronto Soccorso»

Sanità, dal governo fari sulla Puglia: «Pronti a inviare ispettori nei Pronto Soccorso»
di Giuseppe ANDRIANI
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Giovedì 19 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 05:00

Il Ministero della Salute non esclude la possibilità di inviare ispettori a Brindisi per vigilare sulla situazione dei tre Pronto Soccorso (Perrino, Ostuni e Francavilla Fontana). Parola di Orazio Schillaci, ministro della Salute, intervenuto ieri in Aula per rispondere all’interrogazione presentata da Mauro D’Attis e dal gruppo di Forza Italia, sulla situazione della sanità in Puglia. 

Il nodo della carenza del personale si configura, al momento, come un’«emergenza», ha ribadito Schillaci nel fare un quadro generale della situazione, ricordando che poi le ricadute arrivano a incidere chiaramente in negativo sulla sanità pugliese. «Ribadisco il mio impegno - ha detto il ministro - a trovare risorse necessarie per superare il blocco del turnover» in ambito sanitario e «a mettere in campo una strategia generale che riveda l’intero assetto relativo al reclutamento del personale con misure di carattere sistematico». Anche perché la situazione, ad oggi, è piuttosto complessa e la grave carenza di personale ha creato «un forte deterioramento delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari, rendendo sempre più difficile la qualità dell’assistenza e delle cure». 
Quali gli interventi sistematici, quindi? Schillaci si riferisce innanzitutto all’accesso ai corsi di Medicina, per cui il numero chiuso potrebbe essere rimosso già dall’anno prossimo. E infatti ha confermato lo studio di un «intervento d’intesa con il Ministero dell’Università per rivedere gli accessi ai corsi e alle scuole di specializzazione». 
Poi il focus sulla Puglia e in particolare su Brindisi, tornando sull’episodio del 16 novembre scorso, quando due medici del Pronto soccorso del Perrino chiesero l’intervento dei Carabinieri per segnalare la propria impossibilità nell’intervenire sui troppi pazienti in coda (e una signora in astanteria morì). «Il Dipartimento della Regione Puglia - ha riferito Schillaci - rappresenta che il turno di servizio dalle 20 alle 8 dei dirigenti medici del Pronto soccorso del presidio ospedaliero Perrino di Brindisi, era regolarmente coperto da due unità.

In merito alle circostanze dettagliate, il Dipartimento ha segnalato che è stata istituita una apposita Commissione interna per acquisire tutte le informazioni utili ad una puntuale ricostruzione degli eventi. Tale attività è però tuttora in corso». E da qui l’ammissione del ministro: «Ci riserviamo ogni ulteriore iniziativa, anche di carattere ispettivo, all’esito dei lavori della Commissione».

Un gruppo di lavoro

Nel corso del proprio intervento Schillaci ha anche annunciato l’istituzione di un gruppo di lavoro che si occuperà proprio dei problemi dovuti alle «carenze del personale sanitario». Allo studio interventi a carattere straordinario e «di urgenza per far fronte alla carenza dei medici e all’uso del personale medico a gettone». Un fenomeno, questo, che «deriva dai tagli alla spesa sanitaria degli anni scorsi, dal pensionamento dei medici, dal blocco delle assunzioni e da ultimo dalla perdita di attrattività del Sistema Sanitario Nazionale dovuta anche all’emergenza Covid». Nulla di nuovo sotto al sole, ma è stata l’occasione per ribadire con forza come servano misure urgenti e sistematiche: combattere da una parte l’emergenza e dall’altra mettere in campo misure che possano permettere al sistema di superare le criticità in maniera definitiva. O quantomeno provarci.

Da Mauro D’Attis, che ha preso la parola per la “controrisposta” al ministro, una stilettata al governatore di Puglia, Michele Emiliano e alla gestione regionale della sanità. «Siamo soddisfatti della risposta del ministro Schillaci perché apre la finestra alla possibilità di un’ispezione. È vero che il titolo V della Costituzione attribuisce la gran parte delle competenze in ambito sanitario alla Regione, ma è vero anche che i fondi vengono concessi alle Regioni dal governo e dal Parlamento. Quei soldi, quindi, sono dei cittadini e su come vengono spesi quei soldi occorre vigilare, perché parliamo della salute dei pugliesi». 
 

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