Salvini sfida il centrosinistra. In platea Mellone e Poli Bortone

Salvini sfida il centrosinistra. In platea Mellone e Poli Bortone
di Antonio BUCCI
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Domenica 12 Dicembre 2021, 12:38 - Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 09:31

«Decaro ed Emiliano pensano di governare Bari e la Puglia all'infinito? È l'ultimo giro della sinistra, sia in Comune che in Regione». Matteo Salvini torna nel capoluogo, suona la carica e detta la linea: «Ho bisogno che la Lega qui apra le porte delle sezioni ovunque, coinvolgiamo e contaminiamoci. Siamo destinati a vincere le prossime elezioni Politiche e a governare a lungo questo Paese. Possono fare quello che vogliono, usare la magistratura, i sindacati, i giornali, le televisioni, ma noi le prossime elezioni le vinciamo», arringa dal palco dell'assemblea degli amministratori del Carroccio.
A qualche chilometro di distanza, Maurizio Landini tiene a battesimo la piazza di Cgil e Uil, in vista della manifestazione nazionale contro la Manovra del Governo, quasi un faccia a faccia a distanza: «È l'Italia del no, quella che convoca uno sciopero generale nel momento più sbagliato, qui c'è l'Italia del sì, l'Italia di chi vuole costruire», manda a dire ai big in Piazza Prefettura.

Da Mellone alla Poli: tutti da Salvini

In platea, c'è lo stato maggiore del partito, dal segretario pugliese Roberto Marti al sottosegretario Rossano Sasso, passando per la pattuglia in via Gentile, parlamentari e rappresentanti dei territori.
C'è Pippi Mellone, sindaco di Nardò e riconfermato con largo margine nell'ultima tornata, finito agli onori delle cronache per le parole al miele riservategli da Michele Emiliano prima, ma anche dopo le urne. Tanto da ottenerne il fuoco amico a sinistra e pure l'autosospensione del salentino Dario Stefàno dai ranghi Pd: «Per stare vicino a me, o si è antifascisti o non si può stare», gli aveva mandato a dire il Governatore. Stavolta, siede accanto al capogruppo nel parlamentino, Davide Bellomo. Tra i volti noti, il presidente della Provincia di Taranto, Giovanni Gugliotti, il cui nome riemerge da pontiere di un fronte civico e trasversale in riva ai due mari, per le Comunali di primavera. «Scelta rapida e concreta», garantisce il leader, parlando di incontri già avvenuti. Se è per questo, c'è anche Adriana Poli Bortone, già in fascia tricolore a Lecce, ospite per «debito di gratitudine» - spiega - riavvolgendo il nastro fino alla campagna elettorale 2015, quella del centrodestra spaccato, con Francesco Schittulli in campo e l'ex titolare dell'Agricoltura sostenuta dagli azzurri.

E dalla Lega, appunto «a differenza di altri che oggi si fanno rappresentare dalla democrazia cristiana di un tempo», stiletta. Il riferimento è a Giorgia Meloni ma, soprattutto, a Raffaele Fitto. Lei rincara: «Qui abbiamo carenza di destra, non ci sentiamo rappresentati a destra. Essere di destra ha un significato forte e valoriale, significa amare il territorio, l'unità nazionale, non essere razzisti. Non posso più sentire parlare di Salvini come di un razzista e la Lega al Sud ha una prateria davanti, visti i numeri di chi non va a votare, ma anche quelli di chi, non riconoscendosi in un partito, si rifugia nel civismo». Praticamente, una benedizione. E lo stesso Salvini ne approfitta per togliersi qualche sassolino. Parola d'ordine è stare pronti e scegliere i migliori da schierare. «In qualche caso, per il bene del centrodestra abbiamo fatto un sacrificio», cita, senza tornare alle Regionali di un anno fa ma invitando ad imparare dagli errori: «Certo, se parli di futuro proponendo il passato...».


Va nella stessa direzione la difesa dei suoi in via Gentile, smentendo le accuse di una linea troppo morbida: «Opposizione coerente ovunque, in passato non sempre il centrodestra lo ha fatto, altrimenti le ultime elezioni non sarebbero andate così. Bisogna superare un modello di passato dove, a volte, c'erano un po' troppi ammiccamenti». Da una parte l'unità della coalizione, Quirinale in primis. Dall'altra il posizionamento interno con gli alleati, in vista delle partite che verranno, tanto più sul versante locale e per evitare il liberi tutti. Lo sa Salvini e lo sa anche Emiliano, che guardando ai collegi ha ricompattato il fronte civico. Salvini attacca: «È pagato per fare il Governatore, mi piacerebbe che più che pensare a contenitori per la sua sopravvivenza politica, si occupasse delle famiglie pugliesi». La sfida è lanciata. E non vale solo per gli avversari.

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