«Decaro ed Emiliano pensano di governare Bari e la Puglia all'infinito? È l'ultimo giro della sinistra, sia in Comune che in Regione». Matteo Salvini torna nel capoluogo, suona la carica e detta la linea: «Ho bisogno che la Lega qui apra le porte delle sezioni ovunque, coinvolgiamo e contaminiamoci. Siamo destinati a vincere le prossime elezioni Politiche e a governare a lungo questo Paese. Possono fare quello che vogliono, usare la magistratura, i sindacati, i giornali, le televisioni, ma noi le prossime elezioni le vinciamo», arringa dal palco dell'assemblea degli amministratori del Carroccio.
A qualche chilometro di distanza, Maurizio Landini tiene a battesimo la piazza di Cgil e Uil, in vista della manifestazione nazionale contro la Manovra del Governo, quasi un faccia a faccia a distanza: «È l'Italia del no, quella che convoca uno sciopero generale nel momento più sbagliato, qui c'è l'Italia del sì, l'Italia di chi vuole costruire», manda a dire ai big in Piazza Prefettura.
Da Mellone alla Poli: tutti da Salvini
In platea, c'è lo stato maggiore del partito, dal segretario pugliese Roberto Marti al sottosegretario Rossano Sasso, passando per la pattuglia in via Gentile, parlamentari e rappresentanti dei territori.
C'è Pippi Mellone, sindaco di Nardò e riconfermato con largo margine nell'ultima tornata, finito agli onori delle cronache per le parole al miele riservategli da Michele Emiliano prima, ma anche dopo le urne. Tanto da ottenerne il fuoco amico a sinistra e pure l'autosospensione del salentino Dario Stefàno dai ranghi Pd: «Per stare vicino a me, o si è antifascisti o non si può stare», gli aveva mandato a dire il Governatore. Stavolta, siede accanto al capogruppo nel parlamentino, Davide Bellomo. Tra i volti noti, il presidente della Provincia di Taranto, Giovanni Gugliotti, il cui nome riemerge da pontiere di un fronte civico e trasversale in riva ai due mari, per le Comunali di primavera. «Scelta rapida e concreta», garantisce il leader, parlando di incontri già avvenuti. Se è per questo, c'è anche Adriana Poli Bortone, già in fascia tricolore a Lecce, ospite per «debito di gratitudine» - spiega - riavvolgendo il nastro fino alla campagna elettorale 2015, quella del centrodestra spaccato, con Francesco Schittulli in campo e l'ex titolare dell'Agricoltura sostenuta dagli azzurri.
Va nella stessa direzione la difesa dei suoi in via Gentile, smentendo le accuse di una linea troppo morbida: «Opposizione coerente ovunque, in passato non sempre il centrodestra lo ha fatto, altrimenti le ultime elezioni non sarebbero andate così. Bisogna superare un modello di passato dove, a volte, c'erano un po' troppi ammiccamenti». Da una parte l'unità della coalizione, Quirinale in primis. Dall'altra il posizionamento interno con gli alleati, in vista delle partite che verranno, tanto più sul versante locale e per evitare il liberi tutti. Lo sa Salvini e lo sa anche Emiliano, che guardando ai collegi ha ricompattato il fronte civico. Salvini attacca: «È pagato per fare il Governatore, mi piacerebbe che più che pensare a contenitori per la sua sopravvivenza politica, si occupasse delle famiglie pugliesi». La sfida è lanciata. E non vale solo per gli avversari.