Pd, Salvemini tra i primi firmatari del manifesto di Bentivogli

Pd, Salvemini tra i primi firmatari del manifesto di Bentivogli
di Antonio BUCCI
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Giovedì 1 Dicembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:39

C’è una nuova spigolatura pugliese del congresso Pd, ed è il manifesto dei “laburisti”, che si ritroveranno il 7 dicembre a Roma: lo firma anche il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini (che pure era collegato da remoto all’incontro promosso da Dario Nardella), insieme al collega di Bergamo – Giorgio Gori – condividendone soprattutto i temi legati al green e alla transizione ecologica, suoi cavalli di battaglia. La prima sigla in calce è di Marco Bentivogli: «Un’occasione che verrebbe sprecata se il congresso non si aprisse con una reale disponibilità al superamento del patto di sindacato interno al gruppo dirigente, malcelato dietro il finto conflitto tra correnti prive di fondamento ideale», si legge. Citano lavoro e crescita, lo stop alle liste bloccate, un “patto di rinnovamento” e la riforma elettorale. Il profilo, insomma. Lo stesso che ha provato a tracciare l’assemblea della federazione leccese, nello scorso fine settimana: «Un partito identitario e in grado di guardare alle esigenze dei cittadini con parole chiave come lavoro, sud, donne e giovane», riassume il segretario Maurizio Deta, ribadendo la necessità di «avvicinare la nostra gente ai processi decisionali». 

Il Patto

Intanto, il “patto degli amministratori” per la guida dei dem potrebbe prendere forma, almeno se si contano le attestazioni di stima incrociate tra il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e il sindaco di Firenze, Dario Nardella.

Lo aveva teorizzato il barese Antonio Decaro, nel fine settimana, chiamando a raccolta «consiglieri, sindaci, governatori» e invitandoli ad «assumersi la responsabilità di prendere il Partito Democratico per mano e di governarlo», con l’obiettivo di «farlo tornare quello che era quando è nato, cercando di fare quello che fanno gli amministratori, condividendo i problemi ma anche le speranze con i cittadini».

Un appello che trova più di una sponda in via Gentile: «Con noi, sfonda una porta aperta», commenta Donato Metallo. «Auspichiamo l’impegno di Antonio, che è ormai un riferimento per l’intero centrosinistra italiano, nel futuro del Pd nazionale, oltre che di quello locale», rilancia il collega francavillese, Maurizio Bruno. È passata meno di una settimana dalla presentazione del libro del direttore del Foglio – Claudio Cerasa – che ha rotto gli indugi, la stessa nella quale lo stesso Decaro ha escluso di poter correre in prima persona. La sintesi ai vertici è tutta da formalizzare, s’intende, tanto più dal momento che riguarderebbe anche il primo cittadino di Pesaro – Matteo Ricci – al quale guarda, invece, l’ala sinistra del partito. Lo schema, in compenso, tiene. Anche nella massima assise: «Siamo la parte che vince e convince sui territori e, con gli amministratori in prima linea, sarebbe di sicuro un partito diverso», plaude Metallo, da presidente della commissione lavoro della massima assise ma anche da ex sindaco di Racale.

Non solo: «Sarebbe un modo per mettere fine al sistema delle correnti, in virtù del quale valgono più i rapporti con il capo corrente che quelli con i cittadini. Ci siamo stancati di scelte della dirigenza che ci fanno perdere le elezioni, mentre noi le vinciamo regolarmente. E poi è l’ora di un’agenda e di smetterla di balbettare sulle questioni», mette in fila i nodi da sciogliere, esattamente sulla stessa linea delle parole di Decaro in fatto di legge elettorale da cambiare.

Il pressing

Un pressing al quale si unisce anche il collega Bruno, presidente del comitato permanente di Protezione Civile ma, soprattutto, anche lui già in fascia tricolore nel centro del brindisino: «Il futuro è quello, abbiamo bisogno dell’esperienza di chi ha fatto la fortuna del Pd e del centrosinistra e lo ha fatto anche nei momenti più difficile. E poi chi amministra conosce la realtà anche più e meglio dei parlamentari, che dovrebbero essere eletti con lo stesso sistema che elegge i sindaci», conferma il quadro. Domenica, potrebbe incastrarsi un altro tassello del mosaico: la discesa in campo della neo deputata e già vice di Bonaccini, Elly Schlein. L’appuntamento è in un locale romano, storico teatro degli eventi targati Cgil. Poi, potranno essere scoperte le carte anche sui territori. «Il Pd sta attraversando una fase di reale transizione ma presto bisognerà fare sintesi delle varie proposte, per prepararsi al meglio non solo al Congresso nazionale ma anche a quelli sul territorio. E ognuno deve contribuire», prova a serrare i ranghi anche Lucia Parchitelli. Compresa la piattaforma e la lente pugliese: «Il Sud deve avere la giusta centralità e alla Puglia va riconosciuto un ruolo strategico, visto il lavoro che tutti noi abbiamo sempre svolto, mettendo al centro le persone e i loro bisogni, un aspetto che i pugliesi hanno sempre ricambiato con il loro consenso», rivendica. 

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