Palese in Giunta, l'ex assessore Fiore: «Primavera pugliese superata da tempo, ma lui può fare bene»

Palese in Giunta, l'ex assessore Fiore: «Primavera pugliese superata da tempo, ma lui può fare bene»
di Oronzo MARTUCCI
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Sabato 5 Febbraio 2022, 05:00

Sul piano politico è sconcertante, per una parte del centrosinistra, la nomina di un esponente del centrodestra nella giunta guidata da Michele Emiliano che, come è noto, ha una idea onnivora della politica ed è un amante delle larghissime intese con l’obiettivo di allargare la platea del consenso. Sul piano personale considero Rocco Palese persona intelligente e capace che può essere utile in questa fase alla sanità pugliese grazie al suo rigore nei controlli, che in Puglia mi pare siano saltati»: è questa la posizione del professore Tommaso Fiore, già docente di Anestesiologia nell’Università di Bari, espressione da sempre della sinistra e assessore alle Politiche della Salute (dal febbraio 2009 al gennaio 2012) con Nichi Vendola presidente della Regione, negli anni della Primavera pugliese. Di Fiore, al momento delle dimissioni, Vendola disse: «È stato il più tecnico e il più politico dei miei assessori, simbolo per autorevolezza scientifica e morale».

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Professore Fiore, le critiche che gli esponenti politici e istituzionali del centrosinistra hanno rivolto alle larghissime intese sono state sostanzialmente limitate.
«Infatti, lo sconcerto al quale faccio riferimento riguarda gli elettori del centrosinistra, non gli eletti. Tra gli elettori vi è una quota consistente che non condivide queste scelte e questo modo di fare cari a Emiliano. Scelte e modi di fare che fanno pensare a operazioni personali nelle quali i partiti hanno sempre meno potere e capacità di incidere».

Il Pd non riesce a incidere? O dipende dal fatto che secondo lo statuto è un partito federale che promuove e sostiene le autonomie regionali e quindi a Roma poco importa quello che accade a Bari?
«Da osservatore esterno, perché non sono né un iscritto né un sostenitore del Pd, è importante capire se il partito pugliese opera per difendere gli interessi della Regione all’interno degli interessi del Paese, oppure si occupa solo di vicende locali. Penso che un partito federale che opera in autonomia sui territori risulti inadeguato ad affrontare la gestione nella fase post crisi. Così facendo si consegna ogni decisione ai tecnici, a livello centrale».

Da osservatore, come vede il Pd pugliese?
«Mi sembra un partito afono e minoritario all’interno della galassia costruita da Michele Emiliano.

Un partito che non presenta né una idea nazionale, né di sviluppo. All’interno cacicchi e singole personalità si muovono in ordine sparso».

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Dunque anche la Primavera pugliese può considerarsi superata?
«Superata da tempo. La nomina di Palese ratifica l’abbandono di quel processo politico che fu un tentativo interessante di rinnovamento pur con qualche limite».

A quali limiti si riferisce?
«Soprattutto al fatto che non riuscì a parlare all’Italia e la Primavera pugliese rimase una esperienza locale».

Nel periodo in cui lei fu assessore si scontrò spesso con Palese, esponente del Pdl e di Forza Italia che in Puglia portava le decisioni dei ministri Giulio Tremonti e Raffaele Fitto, entrambi allineati sulla linea del rigore e dei tagli alla sanità imposti con il Piano di rientro.
«Lo scontro è avvenuto su fatti reali, mai personali. Mai abbiamo abbandonato la strada della correttezza e ciò ci ha permesso di mantenere la stima e l’amicizia reciproca. D’altro canto ci conosciamo da quando Rocco Palese era specializzando in chirurgia all’Università di Bari, quindi da molto prima degli impegni istituzionali di entrambi».

Palese negli anni dello scontro chiedeva di affidare i controlli di vari settori della Regione, a cominciare dalla Sanità, a ufficiali della Guardia di Finanza.
«Non penso che abbia in testa l’idea di militarizzare la Sanità, ma confermo che è un grande lavoratore e ha la capacità di innescare processi di controllo di gestione utili in una fase come questa. A causa dell’urgenza delle scelte provocata dal covid, i controlli in questa fase sono davvero saltati».

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Palese può far meglio del suo predecessore, il professore Pier Luigi Lopalco? Ha critiche da rivolgere all’ex assessore?
«Avrei molte critiche da rivolgere sul piano tecnico all’ex assessore, ma mi astengo, perché il ragionamento sarebbe troppo lungo. Sul piano politico le scelte sono state compiute dal presidente Emiliano e Lopalco in esse non ha avuto alcun ruolo. Ora ci sono tante cose da rivedere nella gestione e Rocco ha capacità e idee sufficienti per dare un contributo al miglioramento della sanità pugliese».
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