La Corte Costituzionale boccia il ripiano dei debiti trentennale: rischio dissesto per 41 Comuni in Puglia

La Corte Costituzionale boccia il ripiano dei debiti trentennale: rischio dissesto per 41 Comuni in Puglia
La Corte Costituzionale boccia il ripiano dei debiti trentennale: rischio dissesto per 41 Comuni in Puglia
di Alessio PIGNATELLI
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Giovedì 13 Maggio 2021, 05:00

Più di 800 Comuni in Italia, di cui 627 nel Mezzogiorno e 41 in Puglia, rischiano il fallimento. Due sentenze della Corte costituzionale, la numero 4 del 2020 e la numero 80 di quest’anno, hanno dichiarato illegittima una norma inserita in un decreto legge approvato nel 2019 - finalizzata a evitare il dissesto dei Municipi - bocciando il ripiano trentennale dei debiti.

Enti che, nella grande difficoltà sopravvenuta anche dallo tsunami della pandemia, dovrebbero riscrivere il loro bilancio preventivo per far fronte alla necessità di velocizzare il processo di restituzione delle anticipazioni di liquidità.

I rischi

 

La materia è assai ostica e ancor di più potrebbero essere le conseguenze per le amministrazioni, di conseguenza per i cittadini, se non si dovessero trovare le soluzioni a stretto giro. Provando a semplificare: nel 2015, un decreto legge rifinanziò il Fondo anticipo liquidità (nato nel 2013) da cui gli enti potevano attingere per una boccata d’ossigeno. In pratica, tramite Cassa depositi e prestiti, i Comuni ricevevano dallo Stato liquidità per pagare debiti commerciali pregressi con fornitori. Somme che sono state utilizzate in parte per ammortizzare il Fondo crediti dubbia esigibilità. Provocando nuovi debiti.

La restituzione pluriennale è stata di fatto bocciata dalla Consulta. L’intervento della Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità delle disposizioni ribadendo il principio di “sterilizzazione” del fondo di liquidità al fine di non migliorare in modo fittizio il risultato di amministrazione, provocando un indebito incremento della capacità di spesa dell’ente locale. Tradotto: ha dichiarato illegittima la norma che consentiva la restituzione del Fal in trent’anni costringendo i Comuni a riscrivere i bilanci previsionali del 2021. E a rischio default ci sono tanti enti del Mezzogiorno proprio nel periodo in cui il Piano nazionale di ripresa e resilienza dovrebbe assottigliare i divari con il Nord.

Le dichiarazioni

 

Per Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, i Comuni che devono riscrivere i bilanci sono addirittura di più, circa 1.400. Rilasciando alcune dichiarazioni a “Il Mattino”, Decaro ha ipotizzato possibili soluzioni: «Lo Stato potrebbe caricarsi le passività finanziarie derivanti dalle anticipazioni, o anche finanziare gli enti per i tre anni necessari, fermo restando l’obbligo per i Comuni di restituire le somme in trent’anni.

Oppure un riaccertamento dei residui».

C’è un confronto costante con il viceministro dell’Economia, Laura Castelli. Decaro ha anticipato che si sta lavorando «a una soluzione e non credo che ci sia un problema di volontà politica, anzi». Proprio secondo Laura Castelli, l’impasse mette in crisi molti enti che, nella stragrande maggioranza dei casi, si trovano a gestire il rientro dall’indebitamento generato da precedenti amministrazioni. Ecco perché si sta cercando di risolvere urgentemente con i rappresentanti della maggioranza che si occupano di enti locali per “un patto tra istituzioni” per un percorso di rientro realistico e diluito nel tempo.

«Promuoveremo un tavolo con i responsabili degli enti locali di tutte le forze politiche» ha detto recentemente Laura Castelli rispondendo ad alcune domande sulla proposta lanciata dal ministro degli Esteri Di Maio di un’intesa in Parlamento per aiutare i comuni. «Serve un patto tra Istituzioni, aiutare i Comuni vuol dire aiutare i cittadini - ha sottolineato Castelli - Definire soluzioni, rapidamente, è necessario soprattutto alla luce della recente pronuncia della Corte costituzionale che ha abrogato la norma con cui si era introdotta, nell’ordinamento, una soluzione per evitare il dissesto di centinaia di comuni». Vanno superate le criticità evidenziate nella sentenza, dunque, per evitare quello che più preoccupa: ossia un ulteriore allargamento dei gap sull’erogazione dei servizi essenziali ai cittadini.

«È un tema, delicato e urgente - ha detto Castelli - di cui nei giorni scorsi ho già parlato con il ministro Lamorgese e serve intervenire velocemente». Anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è intervenuto sulla questione. Il pressing dei 5 Stelle punta a inserire la misura salva-Comuni nel primo provvedimento utile. “I Comuni in dissesto o pre dissesto vanno aiutati economicamente. Subito un patto tra le forze politiche in Parlamento per sostenere i comuni con un provvedimento dedicato. Serve sinergia tra Istituzioni nazionali e locali, chi si trova in difficoltà non può essere abbandonato” ha cinguettato e auspicato il ministro su Twitter.

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