Riparto del Fondo sanitario: alla Puglia 238 milioni in più

Riparto del Fondo sanitario: alla Puglia 238 milioni in più
di Andrea TAFURO
4 Minuti di Lettura
Sabato 3 Dicembre 2022, 05:10

Le Regioni trovano l’accordo sui nuovi criteri di riparto del Fondo sanitario nazionale (Fsn). Premialità e spazio al fattore della deprivazione economica, a vantaggio delle regioni del Sud. L’accordo valido per il 2022 consente alla Puglia di portare a casa circa 8 miliardi di euro per la sanità, 238 milioni in più rispetto al 2021. Prevista inoltre l’introduzione dal 2023 di nuovi criteri per cercare di garantire il massimo equilibrio nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza. Dopo un lungo confronto tra i presidenti di Regione, con i veti incrociati tra Puglia e Campania da una parte e Lombardia sul fronte opposto, la quadra sul riparto dei 127 miliardi disponibili è stata trovata ieri con un accordo votato all’unanimità. Scongiurato quindi l’intervento del Consiglio dei Ministri. 
Per l’anno in corso resta valido il criterio utilizzato per il riparto 2021, ossia l’85% delle risorse destinate alla copertura del fabbisogno standard nazionale per l’anno 2022 ripartito secondo i criteri utilizzati per la distribuzione della quota sulla base dell’età della popolazione (che prevedono la pesatura per età della popolazione per i livelli “Assistenza specialistica ambulatoriale” e per il 50% del livello “Assistenza ospedaliera) , mentre il 15% delle restanti risorse è ripartito sulla base della popolazione residente riferita all’1 gennaio 2021. Qui il fattore premiale per le Regioni del sud, dal punto di vista economico-finanziario, è stato l’incremento della percentuale del criterio di deprivazione, a lungo osteggiato dai governatori del Nord. 

L'accordo sulla premialità


Inoltre per il 2022 l’accordo raggiunto consente un incremento della quota di finanziamento destinata alla premialità dallo 0,25% allo 0,4%, a parità di fabbisogno finanziario complessivo annuale. Criteri che valgono per la Puglia 238 milioni in più rispetto al 2021, di cui 22 milioni recuperati dall’ulteriore spartizione del fondo di compensazione (fondino), composto da complessivi 350 milioni nazionali.

Tuttavia i territori del Sud, guardando al futuro e alle sfide in atto con il fronte del Nord, tra cui anche la questione dell’autonomia differenziata, in conferenza delle Regioni hanno tentato di stabilire in anticipo sui prossimi anni il riparto del fondo sanitario, premiando i criteri che garantirebbero alle Regioni meridionali una fetta di introiti più grossa. Uno di questi è, ad esempio, il tasso di mortalità under 75, il cui peso - nella proposta di modifica che il Sud ha sostenuto – aumenterebbe dall’1,5% fino al 3,5%, a regime. Tale criterio è strettamente legato agli indici di deprivazione socio-economica che - valutati periodicamente da Istat – tengono insieme la povertà relativa individuale, il livello di bassa scolarizzazione, il tasso di disoccupazione e influiscono direttamente sull’accesso alle cure e ai servizi sanitari. Richiesta però solo in parte accolta dall’assemblea, che nell’accordo per il 2023 ha si inserito delle novità nel riparto, ma non ha stabilito le percentuali, che saranno decise in successi incontri in programma dal prossimo anno. L’impegno sottoscritto dovrebbe garantire un maggiore peso al 15% delle risorse suddivise sulla base della popolazione residente, in funzione dei tassi di mortalità e delle condizioni socioeconomiche dei territori (povertà relativa individuale, livello di bassa scolarizzazione, tasso di disoccupazione). Insomma, i famosi indici di deprivazione più volte messi sul tavolo del confronto dalle regioni del Sud.

Emiliano e Palese: ora le stabilizzazioni

“Siamo soddisfatti” – affermano il presidente della Regione, Michele Emiliano e l’assessore alla sanità pugliese Rocco Palese. “La battaglia portata avanti ha prodotto risultati positivi per il presente e consentirà dal 2023 un cambio graduale dei criteri che tengano conto di altri parametri indirettamente anche come la deprivazione, utili alle regioni meridionali. Grazie a queste risorse, oltre alle quote integrative regionali, anche l’esercizio 2022 dovrebbe assestarsi in sostanziale equilibrio economico che però dovrà essere sostenuto per i prossimi anni con il proseguimento della riduzione dell’inappropriatezza della spesa per farmaci e la riduzione della mobilità passiva”. “L’approvazione del fondo di riparto – aggiunge Palese – ora ci consentirà di formalizzare il piano di rientro regionale e a seguire tutti gli altri provvedimenti sospesi, come l’iter delle stabilizzazioni, che potranno essere approvati”. Accordo salutato positivamente anche dalle parole del presidente della conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. “Pur in un contesto difficile dovuto al caro energia, che pesa sempre più sui bilanci delle aziende sanitarie regionali e i mancati ripiani dei maggiori costi della pandemia, abbiamo riaffermato l’unità istituzionale con azioni concrete di concertazione”.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA