Troppi ostacoli per le rinnovabili in Puglia. «La Regione faccia di più»

Troppi ostacoli per le rinnovabili in Puglia. «La Regione faccia di più»
di Alessio PIGNATELLI
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Mercoledì 23 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 16:44

I lacci e gli ostacoli devono essere rimossi e si può farlo solo tramite una volontà fattiva. Dalla politica all’ambientalismo, il messaggio recapitato alla Regione parla la stessa lingua: investire sulle rinnovabili richiede uno sforzo burocratico e legislativo in più. Prosaicamente, un maggior coraggio. Perché se è vero che i vincoli agli insediamenti sono contenuti nel Piano paesaggistico regionale, le istituzioni possono intervenire proprio in questa direzione. L’intervista a Quotidiano dell’assessore regionale Delli Noci di martedì ha suscitato diverse reazioni. Il titolare allo Sviluppo economico ha affrontato i nodi delle strategie regionali sull’energia anche in riferimento agli ultimi rincari. E sui troppi “no” che hanno tolto impulso alla programmazione in questi anni per Delli Noci il tema è il repowering, ossia gli interventi necessari per aumentare l’efficienza e la potenza degli impianti fotovoltaici o eolici, ricordando che «la Puglia recita già un ruolo fondamentale e deve continuare a farlo». Già ma come?

LEGAMBIENTE
«Il repowering è fondamentale perché ci sono impianti datati - dichiara il presidente di Legambiente Puglia, Ruggero Ronzulli - Questo però non basta perché, se entriamo nel dettaglio e nei numeri della produzione, il repowering risolve ben poco.

I vincoli sulla realizzazione degli impianti sono dettati anche dalla mancanza di volontà politica di legiferare: bisogna metterci le mani sia sul Piano paesaggistico, sia su quello energetico. Bisogna farli dialogare. E ricordo che il Piano paesaggistico ha ormai diversi anni, non siamo più una cantina vitivinicola. Ci sono tecnologie nuove e più sostenibili. E poi ci sono ben 2.500 cave dismesse e le aree Sin di Taranto, Brindisi, Bari e Manfredonia dove poter sviluppare le rinnovabili». 

LA POLITICA
Il caro-bollette ha acceso dibattiti sopiti negli ultimi anni. I tanti dinieghi hanno creato dipendenze da altri Paesi che in momenti storici così delicati pesano sempre più. «Esiste un problema oggettivo di capacità aggiuntiva - è il commento di Fabiano Amati, presidente Commissione Bilancio della Regione Puglia - In Italia dobbiamo incrementare di 70 Gw la capacità produttiva. La Puglia è la terra del sole, del mare e del vento: se è vero che vogliamo le rinnovabili, la Regione deve chiedere al ministero un cambio del Piano paesaggistico. Se c’è questa volontà, serve una mossa». 

CONFINDUSTRIA
Guardando magari anche ad altri modelli europei, come suggerisce Salvatore Toma, presidente di Confindustria Taranto. L’agrovoltaico è il modello da utilizzare nelle aree agricole per produrre cibo ed elettricità pulita: la Francia è leader nella viticoltura, grazie anche a contributi governativi. I moduli fotovoltaici hanno il compito di proteggere le viti, fornendo ombra e migliorando i raccolti. E, ovviamente, producendo energia. In Italia, qualcosa si vede soprattutto in Emilia Romagna. «Questi nuovi impianti fotovoltaici a un’altezza di 5 metri danno giovamento alle coltivazioni, in primis dei vitigni - osserva il presidente degli industriali jonici - Poi, non dobbiamo farci prendere da discorsi emotivi in questo momento perché servono soluzioni ad hoc che possano contemplare i vari interessi. Per esempio, sarebbe utile sburocratizzare l’installazione di pannelli su capannoni e abitazioni, sui campi agricoli propenderei per l’esempio citato». 


E sull’argomento, il vicepresidente del Consiglio regionale Cristian Casili si dice orgoglioso delle due leggi volute dal Movimento 5 Stelle nella scorsa legislatura, ossia quella per l’istituzione del reddito energetico e delle comunità energetiche. «Il revamping va valutato caso per caso, tenendo conto del contesto paesaggistico nel quale gli impianti sono installati. Abbiamo cercato di promuovere l’autoconsumo e le comunità dell’energia rinnovabile attraverso le quali il singolo utente potrà scegliere di condividere l’energia rinnovabile in eccesso, creando tanti piccoli poli di distribuzione tali da fare concorrenza ai grandi distributori nazionali. In questo modo, vogliamo favorire l’evoluzione del sistema energetico da un assetto centralizzato a uno distribuito, rendendo così possibile per gli utenti la riduzione delle bollette». 
Per quanto riguarda il reddito energetico, sembra si sia in dirittura d’arrivo per l’approvazione e pubblicazione del bando per dare concreto avvio alla misura, mentre per quello che riguarda le comunità energetiche, l’auspicio di Casili è di una sempre maggiore diffusione. «La Puglia ha già dimostrato il suo protagonismo. Non possiamo dire no a prescindere agli impianti eolici e fotovoltaici, ma è importante farli coesistere e integrare con altri modelli, senza deturpare il nostro paesaggio come purtroppo avvenuto in passato. Le leggi regionali che istituiscono il reddito energetico e le comunità energetiche vanno in questa direzione».

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