Rinnovabili, ritardi e burocrazia frenano lo sviluppo di tanti progetti

Rinnovabili, ritardi e burocrazia frenano lo sviluppo di tanti progetti
di Alessio PIGNATELLI
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Venerdì 22 Aprile 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:18

Ci sono alcuni numeri che sono la cartina di tornasole di una situazione in chiaroscuro sulle rinnovabili in Puglia. Un ragionamento che può essere tranquillamente esteso a tutto il Paese. Si può partire da un dato: la nostra regione ha il primato nazionale sul fotovoltaico in termini di potenza installata con 2.900 Mw (13,4% del totale nazionale): sul territorio sono presenti 54.271 impianti. In generale, il 34% della nostra energia proviene da fonti rinnovabili. Percentuali e numeri destinati a ingrossarsi grazie all’avvio del parco eolico off-shore a Taranto realizzato da Renexia che, però, evidenzia l’altra faccia del settore: il progetto è stato proposto nel 2008, ossia 14 anni fa.

Una tempistica infinita che rappresenta la punta dell’iceberg di ritardi e burocrazia in quasi tutti i lavori. “Staffetta Quotidiana”, portale specializzato sulle fonti di energia, rileva le tempistiche per i progetti nazionali che hanno avuto il via libera nell’ultimo anno e mezzo: 13 mesi per un fotovoltaico, 25 per un eolico.

Questa la media, al di là di tempi elefantiaci estremi come quello nel mar Ionio.

Le contraddizioni di un settore

Sono le contraddizioni di un settore che cerca di espandersi a maggior ragione in un momento storico in cui l’Italia cerca di aumentare la propria quota produttiva di energia green. Per svincolarsi dalla dipendenza delle importazioni di gas russo, certo. Ma anche per perseguire la strategia nazionale di lungo termine per la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra. Tale strategia prende le mosse dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec) che indica il percorso fino al 2030, “trascinando” fino al 2050 le conseguenti tendenze energetico-ambientali virtuose.

Il fotovoltaico, in particolare, viene identificato come la principale tecnologia in grado di raggiungere elevati livelli di sviluppo in termini di potenza installata, sia per il notevole potenziale nazionale, sia per il suo costo divenuto ormai competitivo. Le richieste di connessione degli impianti eolici off-shore - secondo Terna, azienda che gestisce la rete di trasmissione nazionale italiana con 74.723 chilometri di linee elettriche in alta tensione - a partire dal secondo semestre 2019 hanno registrato una forte accelerazione. Risultano infatti attive oltre 5 Gw di richieste di connessione di taglia rilevante, in particolare in Puglia, Sardegna e Sicilia. Diversi operatori stanno inoltre esplorando la possibilità di ulteriori richieste, sempre concentrate nelle isole maggiori e al sud del Paese.

Le richieste al Mite

A questo proposito, qualche mese fa il ministero della Transizione ecologica ha fatto un punto sul bando che apre a una nuova generazione di impianti offshore galleggianti, collocati al largo delle coste italiane. Un quadro in continua evoluzione che segna 64 manifestazioni di interesse, di cui 55 da parte di imprese e associazioni di imprese. Almeno 20 delle manifestazioni d’interesse hanno proposto progetti circostanziati che in numerosi casi prevedono impianti flottanti collocati oltre le 12 miglia. In totale, sono stati esaminati 40 progetti di impianti eolici offshore flottanti, prevalentemente localizzati al largo della Sicilia e della Sardegna (più di 20), lungo la costa Adriatica (più di 10) e, per la restante parte, distribuiti tra Ionio e Tirreno.

Bisogna però accelerare per centrare gli obiettivi del 2030. Al 31 dicembre 2021 in Italia risultano installati complessivamente 57,7 Gw (tra fotovoltaico, eolico, idroelettrico e bioenergie), l’asticella tra 8 anni dovrebbe portare a 95,2. Secondo l’Osservatorio Fer realizzato da Anie Rinnovabili sulla base dei dati Gaudì di Terna del 2021 si registra un fotovoltaico in costante crescita: tra le regioni che lo scorso anno hanno incrementato la potenza installata c’è la Puglia con un +103%. L’eolico è in forte ripresa soprattutto grazie a impianti di potenza superiore ai 5 Mw: per quanto riguarda la diffusione territoriale, la maggior parte della nuova potenza connessa (95%) è localizzata nelle regioni del Sud Italia tra cui la Puglia. In una regione in cui comunque progetti come quelli relativi ai parchi eolici galleggianti targati Odra Energia al largo della costa adriatica del Salento e Kailia Energia di fronte a Brindisi continuano a suscitare più o meno polemiche e obiezioni. Paradossalmente, un po’ come successe a Tap: un tempo osteggiato, ora se ne invoca il raddoppio come panacea di tutti i mali.

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