Smaltimento dei rifiuti? In Puglia è un salasso: 407 euro a tonnellata

Smaltimento dei rifiuti? In Puglia è un salasso: 407 euro a tonnellata
di Vincenzo DAMIANI
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Sabato 14 Agosto 2021, 05:00

Il paradosso è che nonostante salga la percentuale di raccolta differenziata, i costi di smaltimento dei rifiuti non si abbassano e, a cascata, aumenta il salasso Tari per le famiglie. Mediamente in Puglia i Comuni spendono 407 euro per tonnellata di immondizia, la media italiana è di 317 euro, ma in Lombardia, ad esempio, il costo è di 234 euro, quasi la metà. È quanto emerge dal report della Corte dei Conti sulla “Qualità della spesa dei Comuni”: «Nelle Regioni a statuto ordinario – si legge - il costo del servizio rifiuti per tonnellata ammonta mediamente a euro 317. In un quarto dei territori comunali si spendono meno di euro 249, mentre in un altro quarto si spendono più di euro 415 pro capite».

Il quadro nelle regioni e province 


Dallo studio emerge chiaramente una forte differenza fra la maggior parte delle Regioni del Nord e quelle del Sud. E sull’andamento dei costi incide chiaramente anche la dotazione di impianti per il trattamento dei rifiuti e la maggiore o minore necessità a spedire i carichi fuori regione. A livello provinciale, il territorio in cui il costo medio è più elevato è Rieti (euro 526), seguito da La Spezia (euro 520) e Avellino (euro 499), mentre il costo più contenuto del servizio è in Lombardia, nelle province di Lecco (euro 209), Mantova (euro 210), Bergamo e Como (in entrambi i casi euro 219). «Il costo del servizio rifiuti – si legge - è influenzato da fenomeni di economie di scala, ossia risulta maggiore a livello pro capite nei contesti dei Comuni con dimensioni più piccole e tende a ridursi a mano a mano che le dimensioni aumentano». Sono i comuni più grandi (50.000 abitanti e oltre) a spendere di più. In Puglia la provincia con il costo maggiore è quella Foggiana con 448 euro, segue il Barese con 416 euro per tonnellata, poi Brindisi (398 euro), Bat (392), Taranto (391) e Lecce (386).

Il paradosso
 

Paradossalmente, le regioni e le province che raggiungono una più alta percentuale di raccolta differenziata presentano costi maggiori: «Al Nord – si legge nella relazione - maggiori livelli di raccolta differenziata hanno effetti benefici sulla spesa: -17% nei Comuni in cui la raccolta differenziata supera il 65% rispetto a quelli in cui non si raggiunge il 40% nel Nord-Ovest, dato che balza a -26% nel Nord-Est. Al Centro e in misura più spiccata al Sud la situazione è esattamente inversa: i costi aumentano del +3% al Centro e addirittura dell’11% al Sud. Tale situazione fa emergere un divario che dovrebbe essere ulteriormente indagato, anche attraverso una analisi contabile che faccia attenzione a considerare le diverse modalità di contabilizzazione delle entrate da vendita del materiale riciclato».
Secondo la Corte dei Conti, inoltre, le differenze tra Nord e Sud sono da imputare a modelli gestionali e organizzativi: «Il Nord – scrivono i magistrati contabili - è l’area del Paese nel quale, nel corso degli anni, si è sviluppata una gestione di carattere industriale all’interno di organismi partecipati o gestioni associate di varia natura giuridica, che ha dato vita a vari network in cui il modello consente di sfruttare economie di scala attraverso la costituzione di reti di gestione fra enti locali.

Il Sud e, seppure in minor misura, il Centro, richiedono molte più risorse finanziarie. I costi dei servizi sono più alti di oltre la metà rispetto al benchmark Nord-Est, in tutte le categorie dimensionali (Sud: +51% per i piccoli, +56% per i medi, +53% per i grandi; Certo: +40% per i piccoli, +44% per i medi, +29% per i grandi). Insomma, al Nord la maggiore raccolta differenziata ha un effetto benefico sui costi, al Sud li aumenta. 

La differenziata in Puglia e la Tari


È un dato di fatto che in Puglia la raccolta differenziata dal 2019 al 2021, grazie al porta a porta in quasi tutti i Comuni, ha fatto un balzo in avanti: a gennaio 2019 si attestava al 50,08%, nel gennaio del 2021 ha raggiunto quota 57,72%. Più accentuata la differenza confrontando luglio 2019 e lo stesso mese del 2021: la differenziata è, infatti, passata da 51,6% a 64,63%, +13%. A livello provinciale le province più efficienti sono quelle di Bari, dove si raggiunge anche il 76,4% di raccolta differenziata, e Brindisi (72%), eppure proprio in questi territori il costo di smaltimento è maggiore. Ovviamente costi più elevati finiscono per scaricarsi sui portafogli delle famiglie: in Puglia nel 2020, mediamente, il prezzo della Tari è stato di 370 euro, contro i 300 euro di media italiana. La regione in cui si rileva la spesa media più bassa è il Trentino Alto Adige (193 euro); al contrario, la regione con la spesa più elevata è la Campania con 419 euro. È questo il quadro che emerge dall’ultima rilevazione dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva. L’indagine sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia prende come riferimento una famiglia tipo composta da tre persone e una casa di proprietà di 100 metri quadri.

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