Riciclaggio, operazione della Finanza antimafia: nel mirino un'azienda ortofrutticola, 8 arresti

Peculato, riciclaggio e autoriciclaggio sono i reati ipotizzati dalla Direzione distrettuale antimafia

Riciclaggio, operazione della Finanza antimafia: nel mirino un'azienda ortofrutticola, 8 arresti
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Martedì 21 Marzo 2023, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 10:59

Dalle prime ore di questa mattina i Finanzieri della Compagnia di Policoro stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Potenza. L'operazione riguarda il settore dell’ortofrutta: si tratta di una inchiesta sul riciclaggio su una azienda commissariata.

Peculato, riciclaggio e autoriciclaggio sono i reati ipotizzati dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza che ha ottenuto dal gip distrettuale nove misure cautelari che sono state eseguite oggi dalla Guardia di Finanza in provincia di Matera e in altre regioni italiane. Tra gli arrestati c'è un pugliese di Bisceglie, G.D. classe '69.

L'operazione, per la quale sono impegnati 60 militari del Comando Provinciale di Matera con il supporto di un elicottero della Guardia di Finanza della Sezione Aerea di Bari, sta interessando le province di Bari, Brindisi, Lecce, Matera, Milano, Torino, Firenze, Roma, Pescara, Napoli e Catanzaro.

I dettagli

Delle misure eseguite, quattro sono arresti in carcere, quattro ai domiciliari e la nona è un obbligo di dimora.

Al centro dell'inchiesta «un complesso e strutturato meccanismo» che voleva sottrarre «alla futura confisca i proventi delle condotte delittuose» delle quali è accusato un imprenditore agricolo di Scanzano Jonico (Matera) e delle sua azienda, sotto sequestro da parte del Tribunale di Potenza dal 12 maggio 2021. Il provvedimento di sequestro - da verificare in sede processuale - era basato su accuse di distrazione di risorse finanziarie provenienti da erogazione dell'Agea, «sistematiche ingerenze nei processi decisionali afferenti la produzione, commercializzazione e gestione dell'azienda» stessa, sottrazione di «ingenti volumi di prodotto ortofrutticolo destinati ad illegittima commercializzazione», trasferimento di «utili di pertinenza dell'azienda agricola» ad una società riconducibile alla moglie del principale indagato.

In quest'ultimo caso, intervenivano commercianti che operano su diversi mercati ortofrutticoli nazionali, situati in diverse regioni del Nord e del Centro Italia: i ricavi dei prodotti venduti subivano la sottrazione di «quote rilevanti» e si procedeva - secondo l'accusa - con pagamenti in contanti, che nel gergo dei partecipanti al meccanismo venivano definiti «cagnotta». In tal modo, il patrimonio aziendale ha subito un «progressivo depauperamento», nonostante fosse sottoposto ad amministrazione giudiziaria, fino ad esporre l'azienda «ad un rischio di dissesto finanziario che l'avrebbe condotta al fallimento». Oltre agli arresti, sono stati sequestrati «compendi aziendali di due aziende agricole», compresi terreni, fabbricati, beni mobili e disponibilità finanziarie« riconducibili all'imprenditore che è il principale indagato nell'inchiesta.

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