Fase 2, accordo Governo-Regioni: dal 18 maggio riaprono negozi, bar, ristoranti, estetisti e parrucchieri. Emiliano: «Spettano a noi tempi e modalità»

Coronavirus, Toti: «Accordo Governo-Regioni, dal 18 maggio riaperture su base territoriale»
Coronavirus, Toti: «Accordo Governo-Regioni, dal 18 maggio riaperture su base territoriale»
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Lunedì 11 Maggio 2020, 19:45 - Ultimo aggiornamento: 21:22

Coronavirus, per la gestione della fase 2, dopo la teleconferenza tra Giuseppe Conte e le Regioni, è arrivato finalmente l'accordo per una maggiore autonomia locale. Nei prossimi giorni, presumibilmente tra giovedì e venerdì, il Governo invierà i protocolli di sicurezza per la riapertura di attività di commercio al dettaglio, bar, ristoranti, estetisti e parrucchieri.

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Ad annunciare il raggiungimento dell'accordo è stato Giovanni Toti, presidente della Liguria: «Conte ha accolto la richiesta di autonomia delle Regioni nella gestione della #Fase2. Dal 18 maggio potremo aprire le attività in base alle esigenze territoriali. Le proposte del Governo verranno integrate con quelle degli enti locali. E faremo monitoraggio. Avanti con buon senso».
 



Nel vertice telematico tra Governo e Regioni, Giuseppe Conte ha annunciato: «Nei prossimi giorni il ministro Speranza e l'Inail vi invieranno i protocolli per la ristorazione, i servizi alle persone e le attività legate alla balneazione». Il ministro della Salute ha spiegato che al momento gli indicatori di tutte le Regioni sono sotto controllo, quindi la riapertura non sarebbe soggetta a distinzioni territoriali. Nel prossimo fine settimana arriverà anche un nuovo Dpcm che regolamenterà le riaperture. Conte ha anche spiegato che, oltre alle riaperture previste dal Governo, le singole Regioni potranno proporne altre. In caso di nuovi focolai, ci saranno dei «parametri precisi per intervenire con eventuali chiusure circoscritte territoriali», cioè l'istituzione di zone rosse in territori comunali.

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«Il Governo ha accettato la richiesta delle Regioni di consentire, a partire dal 18 maggio, la riapertura delle attività economiche lasciando a ciascuna regione, in funzione dell’effettivo pericolo epidemiologico, la decisione in margine ai tempi e alle specifiche modalità di esecuzione delle attività», ha commentato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

L'incontro Governo-Regioni è stata anche l'occasione per chiarire altri due aspetti che stanno facendo discutere in queste ore non solo i pugliesi. 
Emiliano ha chiesto al Governo «di conoscere per quale ragione il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in materia non pertinente alla sua delega, abbia sferrato alle Regioni un attacco così ingiusto accusandole di non avere terminato l’istruttoria delle pratiche presentate dalle aziende per la cassa integrazione in deroga. Ho specificato - ha aggiunto Emiliano -  che la Puglia ha terminato questo lavoro, pertanto l’Inps può procedere senza indugio alla immediata liquidazione della Cigd».

«Infine  - ha concluso Emiliano - ho chiesto al Presidente del Consiglio e al Ministro della Salute di conoscere qual è il numero di tamponi ritenuto ottimale per la Fase 2, visto che la Puglia sta facendo investimenti milionari per l’acquisto di macchinari e reagenti per arrivare ad effettuare fino a diecimila tamponi al giorno.
In particolare, ho chiesto se non fosse il caso di individuare la soglia di tamponi ritenuta sufficiente e di procedere agli acquisti di macchinari e reagenti in modo collettivo, non mettendo in concorrenza in un mercato scarso di forniture le singole regioni, precisando che questi acquisti ricadranno nel budget della protezione civile per l’emergenza Covid, e quindi dovranno essere sostenuti dallo Stato».

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