La quadratura del cerchio sul Piano Casa sarebbe ormai questione di giorni e a breve una bozza definitiva del disegno di legge sarà licenziata dall’assessorato all’Urbanistica per passare poi in commissione prima dell’approdo in Consiglio regionale. Il passo avanti decisivo è arrivato ieri dall’incontro a fine Consiglio tra i capigruppo regionali con l’assessora Anna Grazia Maraschio, che ha raccolto una serie di emendamenti alla sua bozza e ora dovrà condensarle in una proposta unitaria. «Oggi ho incontrato i capigruppo - conferma l’assessora all’Urbanistica - . Il testo su cui vi è convergenza è quello prodotto in assessorato con alcune modifiche. Su alcune vi è ancora necessità di approfondimento, ma entro la prossima settimana si arriverà al testo condiviso».
Filippo Caracciolo, capogruppo dem che aveva chiesto fin dal primo incontro la comparazione dei due testi, spiega: «Si è deciso di lavorare sul disegno di legge Maraschio assorbendo però gli emendamenti del Pd e degli altri gruppi. Gli “aggiustamenti” riguardano ancora le zone B e C e le premialità in arrivo dal disegno di legge “Programma eco-casa di riqualificazione, rigenerazione e riutilizzo del patrimonio edilizio esistente” a firma Amati e sottoscritto anche da me, da Maurizio Bruno (Pd), assieme ad Antonio Tutolo (Misto). Ora occorre armonizzare il tutto. Ma sono fiducioso».
I commenti
Dalla sua nuova “casa” politica Stefano Lacatena, approdato in “Con” dopo l’abbandono dell’opposizione e ritenuto il destinatario in pectore della delega consiliare all’Urbanistica, non nasconde la soddisfazione per il lavoro di mediazione portato avanti negli ultimi giorni: «Abbiamo lavorato per sottoporre una proposta che metta insieme il ddl dei consiglieri e lo schema dell’assessore, credo che la soluzione sia finalmente vicina. Il gruppo “Con” - prosegue Lacatena - ha risposto all’appello del capogruppo Pd e al richiamo al senso di responsabilità per una legge che i pugliesi aspettano da troppo tempo».
Tutto liscio dunque? Apparentemente sì, anche se la prevista riunione allargata che avrebbe dovuto discutere le varie proposte non si è più tenuta dopo una serie di slittamenti e fumate nere.
Le perplessità del M5S
Come se non bastasse la bozza non tiene conto delle perplessità in arrivo ad esempio dal M5s: «Ragionare sulle zone agricole diventa rischioso - spiega Cristian Casili - anche se si tratta dai singoli edifici individuati dal Comune. Dobbiamo spogliare la proposta delle disposizioni che potrebbero compromettere la tenuta costituzionale del testo - prosegue il consigliere 5s -, non possiamo permetterci di licenziare un provvedimento che anche solo potenzialmente produca ancora una volta incertezze e rallentamenti per comuni, cittadini e imprese. Le questioni fondamentali da affrontare sono due: garantire l’impronta unitaria della pianificazione paesaggistica, per non danneggiare il territorio nelle sue componenti ambientali, e individuare correttamente l’ambito di applicazione della proposta. Per assicurare la complessiva efficacia delle previsioni del piano paesaggistico - conclude Casili - deve essere garantita un’adeguata funzione di controllo da parte della Regione o, almeno, sarebbe utile specificare i criteri per l’individuazione delle zone in cui i comuni possono dare applicazione alle misure premiali».