Region, Lacatena all’Urbanistica? Primo round sul Piano casa

Region, Lacatena all’Urbanistica? Primo round sul Piano casa
di Antonio BUCCI
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Giovedì 21 Aprile 2022, 05:30

«Superando le barriere tra destra e sinistra, potremo aderire al partito del buonsenso», fanno quadrato da “Con”. La delega all’Urbanistica non c’è ma la questione diventa ugualmente uno dei nodi da sciogliere nella maggioranza di centrosinistra. Intanto, perché ad ottenerla dalle mani del governatore dovrebbe essere il neo consigliere della civica ed ex capogruppo azzurro, Stefano Lacatena, con lo stesso status di “super consigliere” della pentastellata Grazia Di Bari. 
E poi perché il tam tam prende quota nelle stesse ore nelle quali è attesa in audizione la titolare della delega in Giunta Anna Grazia Maraschio. Peraltro, su un dossier di peso come il contenitore destinato a succedere al Piano Casa

Il botta e risposta sul Piano casa


A fare da termometro, è lo scambio tra gli uomini del movimento vicino a Michele Emiliano e il dem Fabiano Amati, big sponsor del Piano e pure della proposta di legge che dovrebbe ereditarne le buone pratiche, dopo lo stop arrivato dalla Capitale. 
«Ricostruzioni fantasiose, per non dire altro», bollano senza mezzi termini, «alcune dichiarazioni che tenterebbero di dare un colore politico ad una questione oggettiva, come il divieto di monetizzazione degli standard», a dirla con le parole della nota firmata dall’intera pattuglia in via Gentile.

L’idea è quella per cui, in caso di cambio di destinazione d’uso per realizzare appartamenti con gli incrementi volumetrici previsti dal Piano prima dell’impugnativa romana, si debbano reperire nello stesso lotto di intervento i cosiddetti standard, ovvero spazi verdi e servizi. Senza poterli individuare in aree diverse né poter pagare il Comune per il corrispettivo. «Una cosa che apparteneva alla nostra tradizione di sinistra», ha chiosato Emiliano in conferenza stampa, citando proprio l’emendamento tra i punti di tangenza con l’esponente monopolitano. «Amore in contumacia - lo definisce Amati -, perché nella seduta in cui fu approvato, Emiliano era assente. Ma ciò che più sconforta è che quella norma fu poi abrogata su proposta mia e del collega Caracciolo, con parere favorevole della Giunta regionale, su richiesta dei Comuni pugliesi e in particolare del Comune di Bari», ha tenuto il punto il fasanese, contestando l’iniquità della norma che finiva per «discriminare i piccoli interventi, sempre privi di aree disponibili, e avvantaggiare i grandi». La ricostruzione non convince i civici: «Certi standard non si toccano e vanno assicurati ai cittadini, sebbene non si riesca, nel dibattito, a dar pace a questo criterio. Si tratta di parametri che variano a seconda dell’intervento, un moltiplicatore che si applica in modo proporzionale (e non discrezionale) all’entità dell’opera, senza alcun criterio che possa anche lontanamente determinare una disuguaglianza di trattamento», spiegano. Non senza una stilettata tutta politica: «Coloro che vorrebbero cucire sulla questione un abito ideologico, sono gli stessi che - forse l’hanno dimenticato o, forse, erano distratti in aula - hanno votato l’emendamento di Lacatena, concorrendo alla sua unanime approvazione».

Gli equilibri con Sinistra Italiana

Nonostante l’abrogazione, insomma, la questione resta. Anche per questo, assume un altro peso l’audizione di Anna Grazia Maraschio delle prossime ore. Servirà a capire a che punto sia la proposta di legge alla quale lavora il Governo sullo stesso argomento e se si eviterà di arrivare in Aula con due proposte “di area” contrapposte. E, in filigrana, anche gli equilibri tra gli alleati, viste le bordate di Sinistra Italiana dopo l’approdo dell’ex forzista ed il rischio che una eventuale promozione di quest’ultimo appaia come uno “scavalcamento” sulle competenze. Senza posto in Giunta ma, in politica, anche la forma è sostanza. 

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