Regione, polemica sulle poltrone. In arrivo il Cda Arpal con incognita Cassano

Regione, polemica sulle poltrone. In arrivo il Cda Arpal con incognita Cassano
di Alessandra LUPO
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Giovedì 2 Marzo 2023, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 20:42

Rimandato nuovamente nell’ultima giunta regionale, il Cda di Arpal Puglia, primo della nuova stagione dell’agenzia regionale per il lavoro dopo la nuova regolamentazione (e la decadenza del dg Massimo Cassano) potrebbe essere in dirittura d’arrivo. Dei tre membri previsti, infatti, quello dato per certo sarebbe Anna Cammalleri, ex dirigente dell’Ufficio Scolastico regionale prima di Giuseppe Silipo. Sarebbe lei, anche se ancora senza conferma ufficiale, il nome indicato dall’assessorato al Lavoro guidato da Sebastiano Leo, quindi destinato anche a presiedere il Cda.

La sintesi politica da limare e la scelta del presidente

Alla sintesi del tavolo politico mancherebbe ancora una limata ma il secondo nome dovrà venire indicato da “Per la Puglia”, gruppo consiliare guidato da Saverio Tammacco. E un terzo dal presidente Michele Emiliano
Ed è ovviamente su questo terzo nome che si specula di più: Arpal rappresenta infatti un’ottima camera di compensazione per le istanze dei gruppi rimaste sinora disattese. Ed era anche la casella jolly che avrebbe permesso al presidente di non rompere del tutto con Massimo Cassano, suo big sponsor alle elezioni, dopo la legge regionale che lo fece decadere da direttore generale dell’agenzia. 
Cassano, che per protesta durante le Politiche lasciò la maggioranza per aderire ad Azione dove rimase per poco più di un mese, non ha mai nascosto il disappunto per aver perso il controllo della sua “creatura” ma la settimana scorsa, con una nuova evoluzione a sorpresa, ha deciso di aderire all’Udc. L’ingresso nello Scudocrociato, peraltro da coordinatore nazionale in un momento di grande intesa con il centrodestra, pone Cassano ufficialmente fuori dal perimetro della coalizione pugliese. Un fattore che da una parte escluderebbe quindi la sua presenza nel Cda “in quota Emiliano”. Dall’altra, se fatto ufficialmente fuori, potrebbe creare un problema a cascata in tutta la Puglia dove il movimento di Cassano, Puglia Popolare, è all’interno di varie maggioranze di Comuni governati dal centrosinistra, comprese Bari e Lecce. 
Per questo, una delle soluzioni potrebbe essere una “federazione” del Movimento con Udc, che lasci campo libero ai suoi membri. Una situazione di cui il presidente dovrà comunque tenere conto. 

La polemica sulle poltrone e l'impasse sull'Ufficio di presidenza


Al di là delle polemiche incrociate, quello delle poltrone resta quindi al momento “Il” problema che rischia di paralizzare la Regione. Da una parte c’è infatti la contesa muscolare sul segretario d’aula, che oltre a una spartizione di postazioni porta con sé una questione di principio tutta politica, ossia il rapporto teso tra Michele Emiliano e il partito di Azione: il presidente è infatti ferreo nel volere il neonato gruppo consiliare fuori dalla maggioranza con tutto quello che ne consegue in termini di incarichi ottenuti prima di abbandonarla. Per contro l’obiettivo del gruppo transfugo è invece fare emergere le contraddizioni nella gestione Emiliano, anche opponendo una resistenza passiva alla “cacciata” da parte degli ex compagni di coalizione. La poltrona nell’ufficio di presidenza di Sergio Clemente, ex del Popolari con Emiliano cui i presidente non ha perdonato la fuga con Calenda, resta infatti un nodo da sciogliere, anche a suon di mozioni di decadenza. Quella della mozione è però una strada piena di insidie e possibili impugnazioni perché la decadenza presupporrebbe un motivo gravissimo che in questo caso sarebbe unicamente il cambio di partito. Una pratica per altro piuttosto diffusa in via Gentile. Nonostante questo il documento, che slitta di seduta in seduta, dopo aver raggiunto la quota minima delle firme grazie all’appoggio di qualche rappresentante sparuto della maggioranza, l’ultima volta si è arenato sul mancato accordo nel centrosinistra riguardo il nome. La questione poltrone quindi torna come un freno a mano. E fa capolino anche durante la discussione in Aula della proposta Parchitelli sull’Ufficio del difensore civico tanto da far saltare il numero legale. Questa però è già un’altra storia, da risolvere per ora c’è la questione dei due segretari d’aula: quello di minoranza che dovrà sostituire Giandiego Gatta e che resterà in quota Forza Italia con Napoleone Cera. E quello di maggioranza che dovrà (o dovrebbe) sostituire Clemente. In ballo ci sarebbero le dem Lucia Parchitelli, che godrebbe dell’appoggio della presidente del Consiglio Loredana Capone (anche sulla spinta della vittoria alle primarie Pd di Elly Schlein di cui entrambe erano sostenitrici) oppure Debora Ciliento. Ma i nomi circolano da giorni anche in Con, la lista direttamente collegata a Michele Emiliano che alla fine potrebbe spuntarla. Sullo sfondo una questione non secondaria, sempre in tema di poltrone: le commissioni consiliari prossime alla scadenza che a giugno andranno rinnovate. Tra queste anche la commissione Bilancio di cui è ancora presidente nonostante abbia lasciato il Pd l’altro calendiano guardato a vista, Fabiano Amati. Con torna all’attacco di Azione, definendo il gruppo «affetto da poltronismo acuto». Giuseppe Tupputi, Stefano Lacatena, Alessandro Delli Noci, Gianfranco Lopane e Alessandro Leoci si chiedono infatti se «per esercitare le funzioni di controllo e verifica degli atti e dell’attività di governo è indispensabile avere un autista, un compenso superiore a quello di un consigliere semplice e occupare poltrone che, chiaramente, danno una maggiore visibilità mediatica. Per la composizione delle commissioni però la questione si farà interessante. Con l’ingresso di Articolo Uno nel Pd, l’ex assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco a giorni entrerà nel gruppo dem rimpolpandolo nuovamente dopo l’uscita di Amati e Mennea. In quella fase quindi il Pd farà pesare i suoi numeri (e i nuovi equilibri interni nel partito) anche rispetto ai “fratelli” delle liste civiche.
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