L'intervista/Delli Noci: «Le aree industriali attrattive e porterò le Zes a Expo Dubai. Più forza a formazione-lavoro»

L'intervista/Delli Noci: «Le aree industriali attrattive e porterò le Zes a Expo Dubai. Più forza a formazione-lavoro»
di Francesco G. GIOFFREDI
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Mercoledì 2 Dicembre 2020, 17:39 - Ultimo aggiornamento: 17:43

Dal Comune di Lecce a un pacchetto di deleghe regionali impegnativo: Alessandro Delli Noci, assessore allo Sviluppo economico, si sente all'altezza del doppio salto?
«Sento la responsabilità in un momento straordinariamente difficile, con l'obiettivo di portare la Puglia nel futuro. Parlare di futuro a tantissime imprese che sentono la difficoltà dell'oggi e del domani è quasi impossibile, ma è questa la sfida».
Svimez segnala un calo del Pil pugliese, per il 2020, del 10,8% e una ripresa, nel 2021, appena dell'1,7%. Insomma, vacillano i fondamentali.
«Bisogna ripartire proprio dai numeri, da incrociare con i dati demografici. Dobbiamo tornare a far crescere il Pil portando innanzitutto nuove persone a investire in Puglia, con varie strategie».
E allora perché si investe poco, o meno, in Puglia?
«Innanzitutto c'è il dato aggregato del Paese. In realtà in Puglia gli investimenti sono cresciuti, ora però dobbiamo saper sfruttare al meglio le Zes, per portare investitori e generare politiche di filiera. Mi piacerebbe presentare a ottobre 2021 le nostre Zes sul panorama internazionale, nell'ambito della settimana della Puglia a Expo Dubai. È un'occasione straordinaria, e per quella data dobbiamo essere pronti con la mappatura delle Zone economiche speciali: ci stiamo già lavorando, vogliamo un quadro puntuale delle nostre aree industriali che, purtroppo molto spesso non rese appetibili, sono carenti di servizi fondamentali. Penso, tra le altre cose, alla banda ultralarga».
Ci arriviamo tra poco. Le Zes scontano ancora enormi ritardi. Definite anche le Zone franche doganali, ora bisogna accelerare. Anche con i kit localizzativi.
«Agli eventi internazionali dobbiamo presentarci anche con una mappatura degli insediamenti già presenti nelle aree industriali e nelle Zes: dobbiamo far in modo che non entrino Ufo sui nostri territori, ma che si generino sinergie di filiera e che si costruiscano relazioni commerciali tra aziende nuove ed esistenti».
Dei Consorzi Asi si parla solo per nomine e commissariamenti: non sono appetibili, non sono attrattivi.
«La situazione è a macchia di leopardo, in queste settimane visiterò ogni singola area industriale pugliese. Una delle priorità è una legge di riforma delle Asi».
La logica integrata non dev'essere solo tra filiere, ma anche tra territori, infrastrutture, distretti produttivi. Come intende sviluppare questa logica? E alla Puglia non manca proprio una politica industriale?
«Per questo vogliamo disegnare un modello Puglia. Ho già incontrato Confindustria, farò altrettanto con le altre associazioni, insieme costruiremo una visione territoriale comune. La Puglia ha avuto una grande opportunità di rilancio con l'aerospazio, ma non basta: dobbiamo ulteriormente dare forza al manifatturiero, e penso al settore tessile-calzaturiero, per esempio puntando su un marchio territoriale e identificativo e non solo sulle produzioni per l'alta moda».
Il Distretto Aerospaziale è per molti aspetti un esempio.
«Sì, nei prossimi giorni incontrerò il presidente Giuseppe Acierno. A tal proposito ricordo l'aeroporto di Grottaglie: è uno snodo importante dal punto di vista industriale, ma lo è anche per la Zes jonica, nella prospettiva di una Zona franca doganale. Grottaglie può essere un hub importante».
Non ritiene opportuno rafforzare il modello distrettuale anche per altre filiere? Per esempio: tessile-calzaturiero, collegandolo a percorsi formativi specifici.
«Sì, e occorre strutturare una presenza degli Its sui territori. Lavoreremo con l'assessore Leo per legare fortemente formazione e sviluppo economico».
Occorre trattenere, o far tornare, il capitale umano.
«Negli anni scorsi "Bollenti spiriti" ha fatto un grande lavoro. Ma la generazione dei giovani è cambiata ed ha altre esigenze: andremo a tastare da subito questa generazione, consci del tasso di abbandono e della necessità di stimoli per tornare qui e sviluppare idee imprenditoriali nuove, creando legami col tessuto produttivo attuale».
Fondi europei: bene le percentuali di spesa, quasi sempre; meno bene l'impatto sull'economia reale e l'effetto moltiplicatore. Eppure, per lo sviluppo delle imprese possono essere una grande opportunità. Cosa va corretto?
«In questi giorni siamo in fase di ricognizione dell'attività svolta e di ciò che è migliorabile. Siamo peraltro vicini alla nuova programmazione 2021-27: sarà possibile colmare alcune lacune e lavoreremo sulla appetibilità dei fondi stessi».
La Puglia ha un gap da recuperare sulla banda ultralarga. Tema stringente in prima battuta per le imprese.
«Ho già dato indicazione agli uffici in tal senso, daremo priorità alle zone industriali. La Regione ha già varato un piano, attraverso una convenzione per le aree senza interesse di mercato rivolta ai Comuni. Ma molti ancora non hanno aderito. Tim ha comunque detto che la Puglia è tra le aree del Paese a maggior infrastrutturazione, considerando il mix banda larga e ultralarga: in alcuni casi può bastare la prima».
Le imprese lamentano spesso un'insostenibile carenza infrastrutturale: strade, porti, retroporti, connessione con i binari.
«Le piattaforme logistiche saranno una delle priorità per il rilancio industriale. Vogliamo strutturare una collaborazione con Rfi per lo scalo di Surbo, per esempio. O riprendere i fili del ragionamento sulla piattaforma logistica di Melissano».
Ci vuole il definitivo salto verso l'internazionalizzazione delle imprese.
«La freccia deve essere interpretata in due direzioni: non solo portare le imprese pugliesi nel mondo, ma anche consentire ai pugliesi nel mondo di sviluppare qui idee e proposte imprenditoriali.

Realizzeremo una piattaforma ad hoc».

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