Regione, maggioranza senza pace: bocciata la norma di Emiliano sulle Rsa. E il rimpasto non arriva

Regione, maggioranza senza pace: bocciata la norma di Emiliano sulle Rsa. E il rimpasto non arriva
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Mercoledì 18 Aprile 2018, 18:09 - Ultimo aggiornamento: 18:10
Non c'è pace per la maggioranza regionale. Ed è sempre più guerra di nervi tra una parte del centrosinistra e il governatore Michele Emiliano. Le nuove tensioni, quasi uno strappo, sono andate in scena ieri in Consiglio regionale: il casus belli stavolta è la modifica delle norme sulle Residenze sanitarie assistite (Rsa, strutture comunque non ospedaliere che offrono servizi di assistenza sanitaria più articolata) e sulle Residenze socio-sanitarie (Rssa, più vicine a case di riposo). Nei mesi scorsi era stata approvata la legge di riorganizzazione che non faceva più distinzioni e introduce tre gradi di complessità (alta, media e bassa). Legge però impugnata dal governo, tanto da indurre la giunta a ridisegnare la materia per poi passare la palla all'approvazione definitiva del Consiglio. Su un aspetto specifico s'è verificato però il cortocircuito: Emiliano avrebbe voluto introdurre un emendamento perché le strutture a media complessità con a carico pazienti in condizioni gravi possano continuare a prendersene cura ma a patto di intensificare l'assistenza e di ottenere anche un accreditamento, pena il trasferimento in una struttura ad alta complessità. Emendamento però bocciato: la norma iniziale, sostenuta per esempio da Pino Romano (consigliere Mdp, presidente della III Commissione), è sopravvissuta, con lo scopo di alleggerire il carico per le strutture ad alta complessità.


La bufera. Emiliano avrebbe persino minacciato le dimissioni. Di fatto, l'ennesimo fattore di attrito nella maggioranza rallenta ulteriormente il rimpasto di giunta e la stesura del programma di fine mandato. A due settimane dal vertice di centrosinistra è tutto fermo. E tra i consiglieri c'è chi esce allo scoperto. Attacca Ernesto Abaterusso (Mdp): “Sono settimane, forse mesi, che la Regione Puglia vive in uno stato che si può definire di crisi di governo. La Giunta regionale, infatti, è monca per un terzo dei suoi componenti e settori importanti quali lo sviluppo economico, i lavori pubblici, l'ambiente sono privi del loro assessore di riferimento. Sono passati ormai più di 15 giorni dalla riunione di maggioranza nella quale sono state prese delle decisioni (programma di fine legislatura da concordare, un metodo collegiale nell'azione di governo, strategia condivisa in vista del 2020) senza che ad esse sia seguita alcuna decisione. Ricordo che per la stesura del programma si era decisa una riunione di Emiliano con i rappresentanti dei gruppi, partiti e movimenti e che solo dopo si sarebbe dato il via libera al rimpasto con i nomi forniti dai partiti". "Se si resta inermi si rischia di trasformare la crisi in agonia. Invito pertanto il presidente Emiliano ad uscire dall’indecisione, a convocare immediatamente i responsabili con cui in mezza giornata di lavoro approntare il programma dell'ultima parte della legislatura e successivamente e conseguentemente procedere alla nomina degli assessori mancanti. Queste, non altre, sono le condizioni per un nostro impegno diretto. Emiliano dunque sappia che la sorte e il destino di questa maggioranza sono nelle sue mani, ma occorre agire in fretta e bene. Anche evitando, ogni tanto, di ascoltare i cattivi consigli”.
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