L'intervista/D'Attis (Forza Italia): «Regione, opposizione trasparente senza cedere alle lusinghe. Palese? Non è più dei nostri»

L'intervista/D'Attis (Forza Italia): «Regione, opposizione trasparente senza cedere alle lusinghe. Palese? Non è più dei nostri»
di Francesco G. GIOFFREDI
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Giovedì 6 Gennaio 2022, 16:05

Il passaggio dal vecchio al nuovo anno segna sempre il tempo dei bilanci e delle prospettive. Soprattutto per la politica e per le istituzioni. In Regione, a quasi un anno e mezzo dall’avvio dell’Emiliano bis, la fase è delicata, tra assessori dimissionari, dossier cruciali e inchieste penali. I protagonisti della politica si interrogano allora su scenari, proposte e idee. Le precedenti interviste: Nico Bavaro, Sinistra italiana (4 gennaio)

Un anno e mezzo di governo regionale, oggettivamente complicato ancora dalla pandemia.
«Un anno e mezzo grigio, sotto due punti di vista».
Mauro D’Attis, deputato e segretario regionale di Forza Italia: quali sono questi due punti di vista?
«Uno è politico: la maggioranza di centrosinistra ha dovuto modificare assetto annettendo i cinque stelle poco dopo le elezioni, e sono perciò cambiate le carte in tavola legittimate dal voto popolare, tenendo presente che il sistema elettorale regionale è a elezione diretta. E poi c’è l’aspetto di merito: questa manovra politica non ha dato vita a uno slancio clamoroso dell’azione di governo, viceversa timida. Per esempio, la Regione sul Pnrr non è stata affatto protagonista, difficile capire quali siano le priorità della Puglia in questa partita: la sensazione è che sia stato solo messo a punto un elenco di interventi, senza un ragionamento organico, strategico e istituzionale, e senza un dibattito vero. In tutto ciò abbiamo visto spiccare solo la figura del governatore, tra gli assessori abbiamo conosciuto solo Lopalco».
Che, nel frattempo, non c’è più. Finirete per rivalutarlo, dopo averlo attaccato nei mesi scorsi?
«Varie volte abbiamo espresso un giudizio di inadeguatezza di Lopalco al ruolo di assessore. La nostra bocciatura resta netta, a cominciare dai ritardi iniziali della campagna vaccinale, poi recuperati dopo l’intervento del governo con la Protezione civile, e dal tracciamento insufficiente dei contagi. È nota del resto l’avversione di Lopalco ai tamponi. Ma resta un dato: contestando Lopalco, contestiamo Emiliano. È un suo fallimento. E non solo sul Covid: penso al tema delle liste d’attesa e a tutte le falle messe in evidenza da noi in questi mesi».
Ora il nuovo assessore potrebbe essere Rocco Palese, ex deputato di Forza Italia. A lei sta bene?
«Non è un nome indicato da Forza Italia. Il partito in Consiglio è rappresentato da tre, spero presto quattro, consiglieri che non hanno mai dato indicazioni in tal senso».
Ma Palese è un iscritto di Forza Italia?
«Non mi risulta che abbia la tessera e non partecipa alle attività del partito da diverso tempo. Credo che abbia un buon rapporto con l’assessore Delli Noci, già dalle elezioni regionali. Dopodiché ho rispetto di tutti, ma la linea di Forza Italia in Consiglio è affidata al nostro gruppo».
Però magari, dal vostro punto di vista, Palese lavorerà meglio di Lopalco.
«Non facciamo mai valutazioni sulla persona, se Lopalco avesse lavorato diversamente non avremmo urlato “al lupo, al lupo” a prescindere. La nostra posizione sarà la stessa qualora dovesse essere Palese il nuovo assessore. Ricordo però che è stato protagonista del Piano di riordino della giunta Fitto: Emiliano ha sempre contestato quel Piano, così come tutto il centrosinistra. A questo punto, o l’uno smentisce i provvedimenti del passato, o l’altro smentisce le cose dette in questi anni. Altrimenti l’incongruenza è evidente».
Il metodo Emiliano è noto: svuotare l’opposizione e allargare i ranghi della maggioranza. Di questo passo, rischiate di rimanere in pochi: scenario che la spaventa?
«Magari spesso fa così perché ha difficoltà a trovare adeguata preparazione dalla propria parte politica. Emiliano inquina i pozzi ed è un metodo sbagliato, che confonde la maggioranza e tenta di confondere l’opposizione. Piuttosto, farebbe bene a istituzionalizzare il rapporto con le opposizioni, rendendolo più trasparente: si dialoga con le minoranze consiliari ed è giusto che queste partecipino alle scelte più difficili in frangenti complicati, ma tutto deve svolgersi nella massima correttezza e trasparenza, senza cercare di “acquistare” la libertà di chi sta all’opposizione. Anche per il suo bene, Emiliano dovrebbe smettere di “comprare” per forza tutti. Se poi ha un problema di tenuta della maggioranza, allora dovrebbe renderlo politicamente pubblico».
Troppe lusinghe di Emiliano a esponenti del centrodestra, anche in Consiglio? E opposizione eccessivamente morbida?
«Non so gli altri, ma i nostri consiglieri esercitano un’opposizione vera e comunque costruttiva. Con responsabilità siamo presenti su tutti i temi: sanità, urbanistica, rifiuti, senza toni urlati, ma non per questo venendo meno alla nostra attività di controllo. E se ci sono lusinghe, non riguardano noi».
Ma altri sì: intende questo?
«Non lo so, ma credo che non sia una questione di partito, bensì di rapporti personali: penso ad alleanze nel Salento tra uomini della Lega ed Emiliano, è una cosa nota. Dopodiché ognuno si assume le proprie responsabilità. I ruoli dovrebbero essere comunque distinti: Emiliano governa, a noi spetta controllare ed essere responsabili alla luce del sole, senza finta opposizione o con responsabilità “occulta”, e sempre in raccordo con la delegazione parlamentare».
L’arresto di Lerario è stato un terremoto, lo spaccato è preoccupante, ma anche su questo fronte il centrodestra si è mosso in ordine sparso.
«Noi siamo garantisti, fosse accaduto a parti invertite avremmo subìto attacchi giornalieri e campagne social. Ma non è il nostro approccio. La vicenda Lerario resta però gravissima: riguarda il vertice di una delle strutture più importanti, soprattutto in questa fase, e un nome direttamente scelto da Emiliano, è un uomo di sua fiducia. La Regione è attraversata da inchieste e arresti, sempre tra i vertici scelti dal governatore: noi siamo stati i primi a porre il quesito politico e a chiedere a Emiliano di fermarsi un attimo e riferire ai pugliesi in Consiglio».
Come mai le tensioni tra voi e FdI sul caso Lerario?
«Lo ripeto: secondo noi, Emiliano dovrebbe riferire in Consiglio. Per questo abbiamo richiamato a responsabilità anche i nostri alleati che proponevano una commissione d’inchiesta: innanzitutto perché una commissione sui fenomeni corruttivi, presieduta da FdI, già c’è; e poi perché il tema è la scelta politica fatta da Emiliano nel momento in cui ha scelto Lerario o altre figure. È di questo che deve rispondere».
Ma c’è pure il fianco debole dei controlli preventivi, di tutti, su appalti e gare.
«Emiliano deve spiegare proprio questo, cioè come sia stato possibile che il suo braccio destro potesse permettersi così facilmente di tradire la sua fiducia».

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