Regione, civiche sulla barricate. Il dem Lacarra apre: «Subito un tavolo di maggioranza»

Regione, civiche sulla barricate. Il dem Lacarra apre: «Subito un tavolo di maggioranza»
di Antonio BUCCI
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Lunedì 4 Aprile 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 14:24

L’incontro ci sarà ed è lo stesso Marco Lacarra a confermarlo. Il segnale, in compenso, è tutto politico: «Ritengo che il dialogo fra le forze di maggioranza all’interno del Consiglio regionale debba essere costante e fondato su lealtà e rispetto», blinda il segretario uscente dem. «Accolgo con piacere la richiesta dei responsabili di Con e dei Popolari, i quali ben ricordano il lavoro fatto dal sottoscritto come coordinatore del tavolo del centrosinistra che è stato fondamentale per la vittoria del presidente Emiliano», scandisce il deputato barese, in carica da numero uno fino al congresso. Succede a stretto giro dalla doppia lettera con la quale Alessandro Delli Noci e Totò Ruggeri hanno messo nero su bianco la necessità di un vertice, dopo l’esordio di Francesco Boccia da commissario “ad acta” del partito. E succede mentre è il capogruppo in Aula, Filippo Caracciolo, a chiedere una verifica a Sinistra Italiana. 

La questione


Di «un’alterazione dell’atteggiamento del Pd nei confronti delle forze di maggioranza, espressione del mondo civico pugliese», ha parlato il titolare dello Sviluppo Economico. Il riferimento è all’annuncio del deputato biscegliese di voler ricodificare il rapporto con i civici: «Devono capire che non siamo la destra, noi siamo la sinistra, quindi si fanno intese e accordi sui principi guida del Partito Democratico», ha scandito, chiarendo di non avere alcuna intenzione di limitarsi a tesseramento e burocrazia. Gli alleati civici hanno fatto le barricate: «Nessuno di noi può credersi investito del diritto di rilasciare patenti di legittimità», ha rimbrottato l’assessore salentino, facendo presente che «il protrarsi di una situazione del genere porterebbe a un logoramento dei rapporti». Stesso intento dei centristi. Lacarra ribadisce la «grande considerazione», ricordando come «quando, a dicembre, quei movimenti hanno deciso di darsi una struttura politica definita», lui stesso abbia «accolto con favore questo proposito, intervenendo all’evento fondativo al quale ha preso anche parte Boccia nella sua qualità di esponente di primo piano della Segreteria nazionale». Tecnicamente, la risposta agli alleati ma vuol dire, soprattutto, dettare la linea e pure ribadire chi abbia le chiavi. E riperimetrare per intero il commissariamento appena varato. Compresa la ricetta per portare a casa il miglior risultato alle Politiche: «Dipenderà anche dalla capacità di veicolare il consenso del mondo civico verso il nostro partito», spiega. 
E così, si torna al punto di partenza: qual è il raggio d’azione del mandato di Boccia? «Se confronto con le civiche deve esserci, il Pd non può che essere rappresentato da Boccia, che oltre ad essere commissario ad acta del partito - che non ha più in piedi nessun organismo dirigente che possa discutere democraticamente una linea - è anche responsabile nazionale enti locali. Inutile far finta di non aver capito quale sia il senso della sua missione politica. Alessandro Delli Noci, del quale rispettiamo ruolo e funzione, non può scegliere da solo chi sono i rappresentanti del Pd con cui interloquire», sbotta la brindisina Elisa Mariano.

Certo, una soluzione può passare dal “patto” proposto dal segretario della federazione leccese, Ippazio Morciano: «Federazione e regolamentazione chiara per evitare fibrillazioni sui territori. Vincere ad ogni costo non deve essere l’obiettivo, se poi rischiamo di mettere in discussione il patrimonio di quasi vent’anni di governo della Regione. Abbiamo dimostrato di saper governare, ora ci serve un patto serio, che descriva il perimetro e metta punti fermi, rigorosamente di centrosinistra». 


Il nodo, in compenso, resta politico e neppure l’unico, visto che l’attacco dei giorni scorsi da parte del segretario pugliese dei vendoliani, Nico Bavaro, a una coalizione «modello casa delle libertà» manda su tutte le furie il capogruppo, Filippo Caracciolo: ora è la sinistra che «deve decidere se sostenere e appoggiare il presidente Emiliano e la maggioranza, oppure se giocare, a seconda delle partite, copioni diversi. Tale condotta è inaccettabile».

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