Regione, maxi bolletta telefonica da 3,2 milioni di euro, ma i dipendenti erano tutti a casa

Il report della Fondazione Gazzetta Amministrativa

Regione, maxi bolletta telefonica da 3,2 milioni di euro, ma i dipendenti erano tutti a casa
di Paola ANCORA
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Martedì 1 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 15:38

Una bolletta telefonica da più di tre milioni e 240mila euro: tanto ha speso la Regione nel 2020 per pagare le utenze di telefonia fissa in uso alle varie sedi dell’ente. Una cifra record contenuta nel rating sulla spesa pubblica diffuso domenica dalla Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana in base al quale la Puglia stacca di diverse lunghezze il Lazio, “fermo” a due milioni e 177mila euro, l’Emilia Romagna (un milione e 255mila euro) e la Campania (un milione e 170mila) e distanziando anni luce la pur operosa Lombardia, con una bolletta di soli 160mila euro e la vicina Basilicata, la più parsimoniosa con circa 18mila euro di spesa telefonica per l’intero anno. 

Puglia maglia nera


Il primato negativo pugliese – bocciato con una “C” dal rating della Fondazione - arriva nonostante ci si trovi con entrambi i piedi nell’era digitale per eccellenza e nonostante proprio nel 2020 la quasi totalità dei dipendenti regionali abbia fatto ricorso allo smart working da marzo a luglio e poi ancora nei mesi conclusivi dell’anno per ridurre al minimo i rischi di contagio e la diffusione del Sars-Cov2.
Inoltre – dalle notizie raccolte negli uffici - i dipendenti della Regione usufruivano e usufruiscono anche oggi di telefoni fissi abilitati alle sole chiamate urbane ed extraurbane nazionali, non anche a quelle verso telefoni cellulari. Questo genere di chiamate più onerose sono possibili soltanto dagli uffici di diretta collaborazione dei capi Dipartimento e degli assessori. E durante il periodo di smart working nessun lavoratore “semplice” ha avuto in dotazione telefonini o router regionali: la spesa per le chiamate di lavoro o la copertura wi-fi a casa, insomma, è stata a carico del lavoratore. 

La spiegazione degli uffici e i controlli


Come è stato possibile, dunque, spendere una cifra così alta? Una prima spiegazione la fornisce il capo Dipartimento del Servizio economico finanziario, Angelo Albanese. «Innanzitutto – spiega – i dati presi come riferimento sono quelli di cassa e non di competenza». Tradotto: nei dati di competenza si trovano esclusivamente spese relative a un preciso anno, in quelli di cassa invece possono confluire anche pagamenti o spese di anni precedenti. «Un secondo punto – prosegue Albanese – è che la voce telefonia copre anche i servizi di connettività e sono quelli sui quali stiamo svolgendo degli approfondimenti per capire nel dettaglio l’andamento della spesa». Tanto più che sia nel 2019 che nel 2020, dunque negli anni precedente e successivo a quello esaminato dalla Fondazione, la bolletta torna a “pesare” dagli 800 agli 840mila euro. «Si tratta di contratti Consip - conclude Albanese – ma dipende sempre tutto dal tipo di utilizzo che se ne fa».

La polemica


Ed è proprio qui che si innesta la polemica politica, sollevata dal capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio, Ignazio Zullo. «Telefoni bollenti alla Regione Puglia – scrive il consigliere – e a pagare sono i pugliesi. Si faccia subito chiarezza. Tre milioni e 240mila euro sono una cifra spropositata se paragonata a quelle delle altre Regioni. Durante il 2020 poi – prosegue – a causa della pandemia gli uffici regionali erano praticamente vuoti e lo sono stati per molto tempo se solo si tiene conto che ancora oggi è data la possibilità di poter lavorare qualche giorno alla settimana in smart working. Siamo di fronte – chiede Zullo - a una compagnia telefonica con prezzi troppo alti? E perché allora non cambiarla? Abbiamo avuto troppe telefonate con l’estero? Non dimentichiamo che il 2020 è stato sì l’anno della pandemia, ma anche quello delle Regionali: non è che per caso a qualcuno è sfuggita qualche telefonata di troppo pensando di essere in un comitato elettorale?».

La minoranza paventa il rischio di un intervento della magistratura ordinaria e contabile, chiedendo al presidente Michele Emiliano «di fugare subito i dubbi prima che sia un altro organo esterno alla politica a far tornare i conti. Non sarà difficile accertare da dove e quando - chiude Zullo - sono partite le telefonate, da quali fissi e da quali uffici, perché ai pugliesi che devono pagarle qualche spiegazione va data».

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